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martedì 31 luglio 2018

La logica della Giunta

Ooooh! Finalmente du' minuti di relax. Acqua gassata diacciata, torso nudo (che figo!), cuscino fresco... Ovvia, tentiamo di dare una logica dove, apparentemente, logica pare ce ne sia pochina: la Giunta demossiana.
Premessa metodologica del seguente articolo. Wiatutti segue e spesso completa il flusso di informazioni da altri (bloggers) impostato. Critiche e perplessità sulla formazione della Giunta sono state descritte ed argomentate appunto da altri (bloggers), per cui non ci ripetiamo, condividendole. Chi legge Wiatutti sa da tempo che il nostro sogno sarebbe stato avere una Giunta di border-line moderni squadristi (come i bloggers), che l'avessero fatta pagare a chi ha fatto oggettivi danni. Per cui, non siamo contenti di cotanta moderazione. Tentiamo al contrario di buttar giù ciò che nessuno ci pare ancora abbia fatto: una analisi oggettiva delle linee di tendenza che hanno contraddistinto la formazione della Giunta, tentando di eliminare del tutto o quasi ogni giudizio di merito. Operazione non semplice, tenendo conto che la Giunta è effettivamente strana, in un mix (mal?) miscelato fra gente nuova, gente troppo nuova, gente vecchia, gente troppo vecchia, gente di qui, gente di là. Con in più le deleghe che il Sindaco si è tenuto per sé e che, a mio avviso, cederà malvolentieri. Badiamo se ci si riesce...

1.VIA I MOSTRI
Nessun "mostro" in Giunta, intendendo con tale termine tutto ciò che, ronzante intorno all'Avvocato in campagna elettorale, da più parti era ritenuto non presentabile. Ok, ok, so che state dicendo... ma io sto scrivendo della Giunta... per cui l'Avvocato ha mantenuto la parola data.

2. GENTE SCONOSCIUTA
Premettendo che conosco personalmente pochissime persone della neo Giunta, qualcuna tuttavia è stata oggettivamente una carrambata tout court. Oddio, cambiamento doveva essere e cambiamento è stato... Con domandone finale: ma forse non è che questa gente sconosciuta sia troppo sconosciuta?

3. GENTE CONOSCIUTA
Ma non tutti gli Assessori sono homini (e donne) novi... Anzi, a ben guardare, più d'uno è vecchio, ma proprio vecchio nel senso più vieto del termine, perché rappresentante una certa logica politica e partitica che non doveva esserci più. Con domandone finale: ma forse non è che questa gente conosciuta sia troppo conosciuta?

4. LE COMPETENZE
A fronte di qualche scelta che pare azzeccata, nella continuità fra competenze personali o professionali e ruolo d'incarico, altre lasciano un po' di stucco, con CV che dicono una cosa ed Assessorato che ne deve fare un'altra.

5. LA TRACCIA DELLE GRANDI AZIENDE
Biondi Santi, VisMederi... sono solo alcune delle aziende di riferimento del territorio che di rimbalzo sono segnalate nelle presenze della Giunta. Nomi conosciuti, con risonanza ultra territoriale, forse utilizzati in quanto spendibili in un percorso di apertura al mondo esterno (che mi pare un'idea fissa nei punti programmatici demossiani)?

6. LE DELEGHE NON ASSEGNATE
Il Sindaco, ad oggi, si è tenuto in serbo alcune deleghe, che riguardano più o meno tutto ciò che possa essere riferito al mondo del "panem et circenses". Ben sapendo, forse, che è proprio lì che si trova il maggior margine di consenso e/o scontento dell'elettorato sul lungo periodo. Scelta interessante, rischiosa ma potenzialmente produttiva.

7. LA TUTELA DEI NUMERI
Ove ci siano soldi da assegnare e certificare (Partecipate e Bilancio), De Mossi pare aver blindato il campo, affidando il Bilancio ad un non locale ed addirittura non cedendo la delega per le Partecipate. Una tutela che, conoscendo il soggetto, ci rassicura assai.

8. LA PRESENZA DEI PARTITI
La comune sensazione è che il ruolo dei partiti, marginale rispetto al consenso delle liste civiche che hanno appoggiato De Mossi, nella composizione della Giunta sia stato decisivo. Esempio concreto: che il rappresentante della Lega affermi che il dopo Cardin debba essere ancora gestito da chi ha evidentissimamente fallito è grave; è perciò la procedura non va avallata.

9. L'INSEGNAMENTO
La nomina di Sportelli ha fatto gridare allo scandalo ed all'inciucio. Per Wiatutti trattasi, semplicemente, di gretta dinamica politica, di un do ut des che in politica ci può stare. Ma la forma è stata vincente: non un apparentamento, ma una concessione post elezione. Insomma, una mossa furba, a posteriori parecchio di più di quella organizzata dai navigati uomini della politica di minoranza, che hanno sbandierato un mortale (per loro) apparentamento. A voi ogni giudizio di merito, ma la sostanza è che la procedura demossiana è stata ben più produttiva.

Boh, altro non mi viene in mente. Tutto sta ora a verificare ciò che ci sarà proposto. Con una postilla: si deve amministrare una città di 50.000 abitanti e non andare su Marte, oppure parlare di massimi sistemi. Per cui, testa bassa e pedalare.

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