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sabato 9 giugno 2018

MPS: Valentini e l'album di famiglia. I Gattopardi senesi puntano ancora sul Sindaco uscente

Riceviamo e pubblichiamo.

Il 28 marzo 1978, in pieno sequestro Moro, Rossana Rossanda scrisse sul Manifesto un celebre articolo che metteva in luce una semplice verità: l'humus profondo di cui si nutrivano le Brigate Rosse era l'ideologia comunista: "Chiunque sia stato comunista negli anni Cinquanta riconosce di colpo il nuovo linguaggio delle BR. Sembra di sfogliare l’album di famiglia: ci sono tutti gli ingredienti che ci vennero propinati nei corsi Stalin e Zdanov di felice memoria" .
Senza voler fare accostamenti fuori luogo, andiamo a scorrere le "foto di famiglia" del prossimo vincitore della corsa a Sindaco, il Valentini.

Il sito internet del Comune di Siena ci presenta la figura di un comunista a tutto tondo, che fin dagli anni giovanili (militante Figc) si lega indissolubilmente al Pci per seguirne poi tutte le evoluzioni fino al Pd. Fa un'ottima carriera nel Monte dei Paschi e soprattutto nel potente sindacato Fisac-Cgil, e, dopo aver fatto apprendistato come Sindaco a Monteriggioni, prende possesso nel 2013 del Palazzo Pubblico di Siena.
Compagno/dipendente Mps/sindacalista Cgil: ecco il curriculum vincente per governare Siena. Dal 1990 tutti i sindaci, ad eccezione di Ceccuzzi che non svolse attività sindacale, vantano lo stesso nobile pedigree.
Il Pd senese, forte del suo potere, ha creato una nuova vulgata, per la quale il Valentini rappresenterebbe il "nuovo" contrapposto al vecchiume del "preistorico" Ceccuzzi.
Bruno, detto il rottamatore di Siena, ha svolto tutta la sua carriera politico-sindacale nel partito che governava la banca e Siena con poteri assoluti ma lui con un sorriso innocente ripete che è il simbolo della discontinuità rispetto a quel passato in cui mestava il Ceccuzzi. La realtà è che la dicotomia Valentini-Ceccuzzi è un artifizio mediatico utilizzato dal Pd per cercare di parare le conseguenze disastrose della vicenda del Monte. I dioscuri senesi fingono di azzuffarsi mentre in realtà si sostengono l'un l'altro nel governare la città, interpretando con somma proprietà la celebre pièce sui ladri di Pisa (in senso figurato, si intende).
Le opinioni di Valentini appaiono piuttosto variabili. In occasione delle elezioni amministrative del 2011 - svoltesi appena un anno prima della deflagrazione della crisi della banca - così si esprime sul vincitore Ceccuzzi: "Gli italiani hanno premiato chi ha saputo ascoltarli meglio degli altri e punito chi li ha amministrati male”. "Franco ha le capacità giuste per affrontare i problemi, restituendo al capoluogo il ruolo di motore dell’intera provincia..." (da Siena Free del 17 maggio 2011).
Valentini era al secondo mandato come sindaco di Monteriggioni, aveva fatto la sua bella carriera all'interno del Pci/Pd e del sindacato rosso Cgil anche a livello nazionale, era arrivato ad assumere l'importante incarico di responsabile del Settore Family del Mps per la provincia di Siena ma, ahimè, non era ancora in grado di rendersi conto che il Ceccuzzi e gli altri maggiorenti del partito stavano sgovernando la banca e la Città.
Sembra accorgersene solo nel 2013 dopo lo scoppio dello scandalo Monte e l'avviso di garanzia per il crac del pastificio Amato, che costringe Ceccuzzi a ritirarsi dalla corsa a sindaco. Valentini, forse in preda a visioni oniriche, annuncia: "Sogno un Pd più grande, aperto, coeso, in cui non ci sia più l’ombra di Franco Ceccuzzi, che credo sia un problema per il Pd’’ (come riportato da Siena Free del 20 aprile 2013).
Poi però decide di turarsi il naso poiché accetta in camera caritatis - a detta di molti - il sostegno del passatista Ceccuzzi per trionfare alle elezioni comunali.
Il giorno 5 ottobre 2012 alle ore 10,25, nel Palazzo di Giustizia di Siena, piano terzo-stanza 9, Ceccuzzi viene interrogato come persona informata dei fatti sulla vicenda Antonveneta e svela il Sistema Siena.
Racconta che nel 2006 dovevano essere rinnovate le cariche dei Presidenti della Fondazione e del Monte dei Paschi. I nomi dei papabili erano quelli di Mancini e Mussari e la cupola politica si mise all'opera. Quali erano i suoi componenti? Lo racconta Ceccuzzi: "Ebbi colloqui e facemmo riunioni alle quali erano presenti l'on. Alberto Monaci, il Sindaco Cenni, il Presidente della provincia Ceccherini, Simone Bezzini e Graziano Battisti, segretario provinciale della Margherita... Ricordo che prima delle nomine ebbi un colloquio con Fassino, all'epoca Segretario dei Ds, al quale rappresentai la situazione. Egli mi disse di fare scelte oculate per il bene della banca e del territorio". Precisa che "Vi furono anche alcune prese di posizione di uomini politici quali Fassino, D'Alema e Chiti, che auspicavano un ampliamento della banca".
Nel 2009, i soli mammasantissimi del Pd locale riconfermarono Mancini e Mussari e Ceccuzzi, da fedele apparatchik: "Comunicai a Veltroni, che si limitò a prendere atto, le scelte effettuate".
A fine 2011 Ceccuzzi comincia a preoccuparsi per la situazione del Monte e della Fondazione e, preso da una folgorazione improvvisa, si sente investito della missione di provocare "una rottura/cesura con il passato". Così "Agli inizi di di gennaio 2012 ho avuto alcuni colloqui con l'on. Bersani e l'on. D'Alema aventi ad oggetto la situazione della banca e della Fondazione... Con l'on. D'Alema parlai anche della nomina del Presidente della Banca... L'incontro con D'Alema (sulla candidatura di Profumo) si svolse a Roma nella sede della Fondazione "Italianieuropei" (di cui è Presidente lo stesso D'Alema).
Che spettacolo edificante. Il Pci/Pd di Siena nomina (naturalmente con criteri rigorosamente economico-finanziari) i vertici della quarta banca italiana dopo aver ricevuto l'o.k. dei vari segretari nazionali. Le dichiarazioni di Ceccuzzi sono state fatte passare come una bomba, ma in realtà tutti sapevano come funzionava il sistema e tutti lo approvavano, a Siena e fuori.
Ma Ceccuzzi raggiunge l'apice della sublimità quando in occasione dell'acquisizione di Antonveneta, detta "... le linee guida di di un comunicato che fu inviato alla stampa quel pomeriggio". Andiamo a leggerne alcuni stralci riportati dal Giornale.it del 31 gennaio 2013. Dopo un'ouverture memorabile (Il capolavoro Antonveneta) continua a tutto orchestra: "Amici e anche colleghi deputati mi hanno chiesto un giudizio sul "blitz" della Banca Monte dei Paschi che, con abile discrezione, forte determinazione e coraggio, ha acquistato Banca Antonveneta. Gente ben diversa dai furbetti del quartierino del 2005, quando all'assalto di Antonveneta non andarono i galantuomini del Monte dei Paschi di Siena, ma altri manager e uomini di affari che, a distanza di due anni, frequentano più i Tribunali della Repubblica che Piazza Affari... Dopo Antonveneta la Banca è sempre più solida". In confronto, il Divino Otelma è un principiante.
Ceccuzzi ammette dunque che le responsabilità del disastro Monte sono del suo partito, che il Monte dei Paschi era un affare privato del Pci/Pd. Mi domando: Valentini può dirsi estraneo a quel Sistema? Poteva non sapere come stavano le cose? 
Parecchia gente è convinta che anche in questo 2018 l'attuale Sindaco non disdegni l'appoggio discreto ma prezioso del sor Ceccuzzi, eminenza grigia del partito, che nel frattempo si è ributtato ufficialmente nella mischia, dando vita ad un suo blog personale e rientrando a tutti gli effetti nella Direzionale comunale del Pd. Così la pensa ad esempio Lo Stanzino Digitale del 10 aprile 2018: "In soccorso di Valentini Bruno arriva l'ex sindaco Franco Ceccuzzi... con il PD in frantumi Valentini si aggrappa all'ex sindaco". Pierluigi Piccini diceva le stesse cose già nel maggio 2013 in un'intervista a L'intraprendente: "Valentini si comporta nei confronti di Profumo e di Viola come Ceccuzzi si comportava nei confronti del Mussari e di Antonio Vigni: in modo acritico e avvalorandone le scelte... Gli alleati del Valentini sono gli stessi di Ceccuzzi: Luigi Berlinguer, Alberto Brandani, Alberto Monaci, tiri lei le conclusioni".
Concludendo: l'album di Famiglia di Valentini è lo stesso di Ceccuzzi e l'originale lo potete osservare nelle foto ingiallite e austere del pantheon del Pci/Pd. In tutta Siena c'è qualcuno che possa ragionevolmente pensare che Bruno Valentini abbia un pedigree vergine? No naturalmente, ma è proprio per questo che l'attuale Sindaco verrà riconfermato: è una questione di dna senese.

Marco Sbarra

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