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venerdì 29 giugno 2018

Le quote più normali

E che Palio sia! E che si vinca noi, vaff...


Questo non sarà un articolo (storicamente Wiatutti nei giorni di Palio, cioè di ferie, chiude), ma solo un augurio. Che si torni a quote più normali, come canta Battiato.
Il percorso verso la distruzione delle abitudini paliesche è stato da lungo avviato, per cui il neo Sindaco poco potrà fare, se non limitare i danni. Ci fermiamo così all'annotazione dei particolari.
La presentazione del Drappellone, ad esempio. Una presentazione in cui, finalmente, non si sono detti strafalcioni, si è parlato col cuore, si è emozionato, si è riportato l'evento ad un senso di comunità che da troppo tempo è stato perso.
La sensazione insomma è che si sia sentito, dopo anni, un Sindaco che padroneggiava l'evento, andando sulle stesse lunghezze d'onda del folto pubblico venuto a vedere ed ascoltare. Niente più "Forza Mens Sana", "capsule" o "campanelle", termini che - lo vedete - sono rimasti impresso a tutti noi proprio per stabilire la lontananza di chi c'era prima da un evento che oramai è divenuto di delicatissima gestione.
Lo sappiamo bene, si parla di cazzate: eppure, non tanto cazzate.
Ah, ed infine un'ultima nota. Non è stato nemmeno detto, finalmente, "Buon Palio". Altra espressione che non mi piace. Il Palio è per noi, a seconda di chi lo interpreta e di quando lo interpreta, una festa e/o una guerra. Ci si diverte e si sta male. "Buon Palio" è per i turisti. Godiamocela, finché siamo in tempo.

"Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali, che possa contemplare il cielo e i fiori"
(F. Battiato, "Povera patria")

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