Mare. Telefono. Vento. Molto vento. Pensieri guardando il mare. Onde grandi. Schermo. Driiin. Vento. Una sensazione...
"Pronto, come va?".
"Ciao...".
Certe volte non te le aspetti, queste telefonate. Soprattutto quando stai guardando il mare. L'Elba è lontana ed appare a tratti, come in un quadro di Pollock, frazionata dalla schiuma delle onde, che arriva fin dentro le narici.
Resti immobile ad ascoltare. Alzi lo sguardo, poi scruti lo schermo, per assicurarsi che sì, sei proprio tu il destinatario del messaggio.
"Pronto, ci sei?".
"Sì, sì".
Una vita che ti passa davanti, eppure stai lì che non spiccichi parola.
"Ok dai, ne parliamo stasera".
Vento, altissimo adesso. L'Elba dov'è?
A cosa si pensa in questi momenti? Cosa dovrei fare? Cioè, ad esempio... lì c'è un ristorante, è quasi ora di pranzo... ci vado oppure no? Sì dai, ora vado.
Ed invece resti lì. Le onde si ingrossano, per un attimo ti chiedi anche come sarebbe...
Ti vedo che stai riflettendo. Ma ti immagini...
Però c'era un qualcosa nella sua voce che non andava. Chissà.
Ma allora, questa fritturina che così tanto ti piaceva, cosa fai, la prendi?
No, meglio il mare.
E per tutto un mese, un mese intero, ancora il mare. E spessissimo proprio quel mare lì, come un enorme deserto. Impressionante come i luoghi di mare possano cambiare in pochi mesi, dal brulichio dell'estate al nulla dell'inverno.
Niente lavoro, solo mare. Ricordi e rimpianti. Lacrime ed oscuri presagi.
Il mare d'inverno.
Forza Gigi, Wiatutti ti è accanto. E ti attende per altre perle, come quelle che ci hai regalato in tutti questi anni.
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