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venerdì 16 febbraio 2018

La barzelletta

Le ombre del venerdì sera si allungano sul fine settimana: ragazze in leggings neri e canottiere rosa affollano la palestra, orgogliose del proprio sudore. Vestite tutte uguali sembrano tanti soldatini in attesa di partire per il fronte.

"A Siena 'un c’è mai niente. Io mi sa che dopo vo a Firenze", esclama ad alta voce un morettina, parlando vicino al microfono del telefono, tenuto orizzontale all’altezza della bocca. "Maiala che palle però, con questa dieta non posso mangiare niente".
Un tempo patire la fame era una sfortuna, oggi è una scelta. Passano gli anni e mutano i costumi. Dalle serenate sotto la finestra alle note vocali di what’s app: forse tra qualche anni corteggeremo per telepatia. Schierati sull’attenti, orde di ragazzi con l’ormone sciolto da serata libera controllano attenti le curve delle fanciulle, giudicando i posteriori con votazioni in centesimi. Sembra la finale olimpica dei tuffi: 8.5, 7, 9… 
Credo che la demenza atavica di certi uomini sia seconda soltanto a quella di certi uomini dentro uno spogliatoio. Discorsi grevi, battute feroci, sguardi ammiccanti. La sindrome del branco dilaga lungo i corridoi e giù per le scale. Il confine fra goliardia e maleducazione sta là, da qualche parte, sospeso sopra agli armadietti. Nell’aria si disperde il profumo del sabato. "Domani mattina dormo", fa qualcuno dal fondo della sala. "Sì, ma stasera bevo anche l’acqua dei gabinetti", gli fa eco un altro, impegnato a tirar su un bilanciere che ad occhio e croce pesa più di lui. 
L’istruttore passa tra le panche ed osserva in silenzio, rivolgendo la parola soltanto alle donne. E sempre alle solite per giunta. Qualcuna delle ignorate se ne accorge e commenta acida. Altre invece, protette da un paio di cuffiette bianche, ascoltano in silenzio la loro musica. Nei palazzi intorno si spengono le luci degli uffici e si accendono quelle delle abitazioni. Le sedie scorrono sotto le scrivanie e le signore delle pulizie svuotano i cestini. La gente rientra verso casa, immersa nell’impalpabile eccitazione che soltanto la fine della settimana lavorativa può dare. Al banco del bar una ragazza castana prepara i bicchieri: tra poco sarà ora di aperitivi e dalla grande porta a vetri si riverserà dentro al locale una marea di gente assetata, che a colpi di forchettina si contenderà fino all’ultima oliva. C’è un qualcosa di antropologico nell’uomo di fronte ad un buffet. Nonostante tutto, lo spirito di sopravvivenza riemerge dalle ceneri del progresso, obbligando le persone ad arraffare tutto l’arraffabile. Piatti pieni e mascelle arrotate: si mangia manco dovessimo andare in letargo. Il cielo promette pioggia. Nel parcheggio, qualcuno scende dall’auto e spenge la sigaretta, schiacciandola con la suola della scarpa.
All’interno del locale, sopra a un tavolo in disordine, tra salatini sbriciolati e tovaglioli di carta, due bicchieri vuoti aspettano in silenzio. Qualche goccia di vino rosso sul fondo fa coppia con una macchia di rossetto stampata sul bordo. Sembra un tatuaggio o una voglia. L’imperfezione attira gli sguardi. Poco distanti, tre uomini parlottano fra di loro, sforzandosi di sembrare importanti. Sono un Senese, un Livornese e un Pisano: sembra l’inizio di una barzelletta, ma non lo è. "Oh, ma alla fine, in B chi ci va quest’anno?", chiede il Labronico, parlando veloce senza aprire la bocca, mentre gli occhi guizzano da un interlocutore all’altro. "Ah noi no di certo", risponde il Pisano, pulendosi le labbra dai rimasugli di una tartina. "Zitto zitto, non mi parla' di calcio che mi rimonta il lezzo! Lunedì sera sembravo un lupo mannaro dopo la partita. Ci s'ha un giocatore bono e me lo leva sempre! Manco cena feci! Ma vi rendete conto? Si vince fori e si pareggia in casa. Sembra una barzelletta! A raccontarlo non ci crederebbe nessuno. Una squadra normale a quest’ora era prima con dieci punti di vantaggio. Sto campionato mi pare ma un bel paio dei ciuchi". Arrotolandosi una sigaretta, il Pisano annuisce: "Che vi devo dire bimbi! Sembra facciano a gara a chi fa peggio. Secondo me a forza di buttare via le occasioni, finisce che la Viterbese ce lo mette nel culo a tutti quanti". "Ma 'r budello di tu’ ma’", esplode il Livornese, "vediamo se dopo esse' stati primi quasi tutto il campionato si rimane in questa categoria di merda anche un altr’anno". Il Senese lo guarda divertito: "Davvero però citti: sembra una barzelletta. Noi si vince sempre fori, il Livorno pareva dover spaccare il mondo e il Pisa arranca ma non molla mai. E zitto zitto, se ne rimane lì a due metri, come quei ciclisti da Tour de France che sbandano per tutta la salita che manca poco moiono, e poi ti s’alzano sui pedali e vanno a fare a volata. Mah..". "Sapete che penso?", continua il Senese, arso dal fuoco di chi rincorre ma al tempo stesso consumato dalla paura di essere sorpassato, "Che se questo campionato l’avesse giocato il Siena di Sala, quello che vinse la Serie B nel 2000, l’avrebbe vinto con 25 punti di vantaggio. E poi accadono troppe cose strane, tutte le domeniche. Ma siamo sicuri sicuri che la realtà sia esattamente ciò che vediamo? A volte mi scappa da ridere: l’ultima che vince con la prima, portieri che si scansano, goal sbagliati da mezzo metro, falli di mano a cazzo di cane. Va bene essere scarsi, ma a volte se ne approfittano un po’ troppo. Io ho l’impressione che la barzelletta alla fine si diventi noi strulli, che tutte le domeniche ci si annoda la sciarpa intorno al collo e si baratta la voce col freddo. O citti, c’era un umido l’altra sera al Rastrello, che la metà mi sarebbe bastata per due anni. Ma via via, gioca' alle 9 di lunedì sera a febbraio, manco fosse la Coppa dei Campioni. Poi ci credo che rinviano un monte di partite! E poi vorrei proprio vedere gli ascolti di Rai Sport: sai quanta gente in giro per l’Italia deve aver guardato Siena-Carrarese... Io dico che se levi qualcuno da Carrara e le mogli dei guardalinee, il resto è parecchio vicino allo zero! E' come se io da Siena mi mettessi a vedere Fondi-Bisceglie. Ma prima guardo le puntate vecchie di Don Matteo! Oh, che se poi si continua di questo passo, per par condicio dovremo chiamarlo Mullah Matteo, altrimenti le minoranze religiose potrebbero sentirsi escluse dall’attenzione della tv di Stato. Altro che Serie B: qui tutto mi pare stia diventando una barzelletta. E noi tre dementi nonostante tutto, siamo ancora a qui a parlare di sogni e sperare nel domani".

Giana Erminio - Siena: meno male si gioca fuori. Ragazzi, ve lo ridico: bisogna farci squalificare il campo. Altrimenti ci passa anche la Viterbese. Lo 0 a 0 con la Carrarese mi ha lasciato la bocca asciutta asciutta: il pesce era quasi preso ed invece è saltato fuori dal retino ancora una volta. Vorrei soltanto non dover rimpiangere mai questi tanti troppi punti, persi così, senza motivo. Quasi a caso, come se nemmeno toccasse a noi provarci fino alla fine!

Tutti insieme uniti avanzeremo.


Mirko

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