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martedì 20 settembre 2016

Macerie

Nei giorni del terremoto di Amatrice (eh già... c'è stato un terremoto), ho potuto notare che il vero sisma era dentro di noi, affaccendati a dire-fare-inveire-consigliare-mandare-riportare-raccontare.
Ho avuto paura ed ho chiesto aiuto. L'Intronata mi ha fatto capire. Ora cercate di intendere anche voi.

Non vi parlerò del rumore assordante.
Non vi parlerò del movimento che mi ha avvolta come fa l'acqua quando ti immergi.
Non vi parlerò delle gambe che perdono la forza, come se non avessero mai conosciuto riposo.
No, non vi parlerò di nulla di tutto questo.
Io voglio che sentitate con me l'aria sulla faccia, sì l'aria che ho cercato quella mattina del 20 maggio alle 4.03 prima di tutto il resto, prima di decidere di vestirmi, prima di pensare di correre via da quella casa che era il mio rifugio e che improvvisamente era diventata la mia prigione.
Io ho trovato la forza di tirare su il tendone che ogni notte mi garantisce l'oscurità dalla luce durante il sonno, un sonno che quella notte era stato interrotto all'improvviso, senza che io l'avessi chiesto, senza che nessuno lo avesse preannunciato.
Nel buio del tetto e della strada ho alzato la testa, cercato l'aria e la torre del campanile per saperla ancora al sicuro.
Nessuno alle finestre, solo io.
Nessuna voce, solo io.
Nessuno che mi indicasse cosa fosse meglio fare, solo io.
Nessuno che mi prendesse la mano, solo io.
Gli uccelli che un attimo prima della scossa avevano cantato la loro paura, erano adesso fermi, immobili a capo chino in segno di rispetto per quelle vite che sapevano perse da qualche parte ed io immobile con loro a sentire l'aria.
Voi oggi inveite, maledite, criticate, fornite facili soluzioni, disprezzate chi ne ha fornite di complicate, lamentate smarrimento, impugnate forche o pugnali, vi negate la mano, cercate nemici, siete superbi credendo di poter fare meglio, siete deboli credendo di non saper fare nulla, ma soprattutto diventate le vittime del mostro che dimora in ognuno di noi; ma state attenti perchè un giorno potreste trovare il vuoto proprio nel punto in cui speravate disperatamente di trovare quell'aria che può restituirvi il respiro.
Aprite la finestra in questa sera che la terra non trema e respirate l'aria, respiratela forte e riprendetevi il sonno e la voglia di stancarvi, cercate il vostro posto nel mondo, regalate quello che di voi sapete essere la parte migliore e soprattutto non permettete alle macerie, che lascia fuori un terremoto, di farsi spazio dentro di voi.

L'Intronata 


"Il nostro cuore non è fatto di pietra. La pietra a un certo punto può andare in frantumi, sbriciolarsi, perdere ogni forma. Ma il cuore non può andare in frantumi. E questa cosa senza forma che ci portiamo dentro, buona o cattiva che sia, possiamo trasmetterla gli uni agli altri senza limiti".
(Haruli Murakami)

2 commenti:

  1. Grazie, leggere parole nelle quali puoi rifletterti e riflettere senza che ti pesi essere un maledetto introverso.

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  2. Grazie a te solo per aver letto la mia personale esperienza, che è un puntino nell'universo, ma ci tenevo a condividerla soprattutto con quelli che sanno solo inveire...un abbraccio! L'Intronata

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