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martedì 2 agosto 2016

L'uomo della strada

Esisteva un tempo una particolare figura sociale che tutti definivano "l'uomo della strada".
Una creatura bonaria, semplice, che dava pareri sublimi sulla vita e faceva di ogni sua parola e pensiero una pietra posta a terra a lastricare la strada, resa così più sicura per il camminatore di domani.
Oggi questo partecipatore del bene comune è pressochè scomparso, sostituito da tuttologi e sapientoni arroganti che fanno di ogni argomento un palco o uno scranno da cui erigersi a sommi divinatori del sapere e della conoscenza. Pericolosi e invidiosi, disprezzano e mortificano, invidiano e demoliscono, avvinghiano e stritolano senza alcun ritegno chi ascolta e chi cerca un confronto.
Già... la malattia dell'invidia sociale e della mediocrità intellettuale, acuite dalla sempre più forte pigrizia, si è insinuata tra di noi rendendo quelli che un tempo erano teneri spettatori del vivere quotidiano, dei boia dalla lingua che decapita ogni debolezza.
Sono convinta che la nostra forza come Paese sia sempre stata la strada e gli uomini e le donne che in quella strada sapevano ritrovarsi e partecipare. Sì, partecipare con i propri limiti, figli di un dopoguerra fatto di povertà, ma di dignità assoluta. Potevamo non essere colti, eravamo brutti e sdentati, segnati dalla fame che stringe lo stomaco e non le meningi, ma avevamo una profonda intelligenza che consentiva anche agli analfabeti di scrivere pagine di assoluta bellezza. Poi siamo diventati grandi. Ci siamo affrancati dalla miseria, ma ci siamo persi, perchè abbiamo smesso di lottare. Lo abbiamo fatto nell'esatto momento in cui non ci siamo più incontrati, quando abbiamo chiuso i libri e posato le penne.
Per favore ritroviamo la forza di tornare a combattere! Imbracciamo le armi del sapere, perchè conoscere non è semplicemente informarsi. Sferriamo colpi di penna e sventoliamo con orgoglio le pagine della nostra storia, perchè noi non siamo quello che ci hanno convinto di essere, servi e puttane. Noi siamo Italiani, discendenti di Dante e Leonardo; i nostri volti hanno i tratti di Pirandello e le nostre mani la forza di Michelangelo. Risvegliamoci dal torpore di chi crede che l'uomo della strada non serve più, riprendiamoci la semplicità di un popolo che ha costruito a mani nude i ponti delle città di tutto il mondo e che oggi più che in altri momenti si divide o si spegne.
Non c'è nessuno che possa pensare per noi, perchè siamo il futuro migliore su cui possiamo contare.


L'Intronata

12 commenti:

  1. Intronata, hai una capacità di sintesi e, al contempo, una capacità di emozionare che va davvero "oltre". Credo sia la seconda volta che leggo un tuo scritto e... ne rimango incantato. Che BELLA mente!!!

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    1. Mi dà una certa gioia leggere quello che scrivi. Io non sono una professionista della scrittura, ma mi sono abituata da un pò di tempo ad impugnare la penna che trovo sia uno tra gli strumenti più straordinari che abbiamo a disposizione, e Wiatutti mi ha dato un'occasione per suonarlo in pubblico.
      Leggi i prossimi pezzi allora che verranno pubblicati e fammi sapere cosa ne pensi.
      Un abbraccio
      L'Intronata

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    2. Occhio,Intronata:al prossimo pezzo che scrivi,Chisciotte te la chiede...

      -)

      L'Uomo Nero.

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    3. Uomo nero conosci Quixote!??
      Merita!!????
      Così tanto per sapere eh...
      :-D

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    4. eheheheh,lo conosco si.

      De gustibus....ma te?meriti?

      -))

      L'Uomo Nero.

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    5. Questo non posso dirlo. Non per modestia, ma perchè non vorrei trasformarmi in un'altra aspirante sex symbol...Mi pare che BELLA mente sia più originale!! Un bacione da L'Intronata a te e Quixote!

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    6. Oh my God...un bacio??ho i brividi...noi Uomini Neri dei Boschi non siamo più avvezzi ad essere baciati,darling.

      Siamo rozzi,MORE FERARUM...

      L'Uomo Nero(un po' "imbarzottito"dal baciooooopssss!!)

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  2. ..Ho vissuto da giovane il dopoguerra e ti assicuro che quello che hai scritto mi ha risvegliato sensazioni di umanita' semplice,dignitosa,affettuosamente complice di ogni affanno,pur di riuscire ad affrontare un futuro allora incerto,ma soprattutto uscire dal cumulo di dolori sopportati con la guerra .Anche se faccio uso di Facebook rimango dell'idea che con la vecchia penna,un quaderno,un libro.....sia piu'appagante passare la giornata.Non si puo' piu' convivere con l'ignoranza.Grazie per quello che scrivi..!!! Un abbraccio

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    1. C'è una gentilezza così sublime in quello che mi dici cara Franca, che mi rende orgogliosa averti riempito gli occhi con le mie parole. Ho 41anni e la guerra e il dopo che ha segnato l'esistenza del nostro popolo mi sono stati raccontati da mia nonna e da mio babbo. Quello che mi ha sempre colpito delle loro parole è la dignità che c'era nella gente, un termine sempre meno utilizzato oggi è che, invece, definisce a mio avviso la più alta espressione di se stessi.
      Speriamo di ritrovarla e soprattutto di non consentire più che ce la portino via. Un abbraccio grande. L'Intronata

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    2. Cara Intronata... lascia perdere l'Uomo Nero (io sono un vecchietto 56enne sposato con prole e non sono uso a "chiederla", semmai, una volta, a conquistarla...).
      Detto questo... sottolineo ancora le tue parole nel rispondere a Franca con una molto semplice, la parola GALANTUOMO (ormai DIMENTICATA) che a me veniva inchiodata nello spirito e nella mente dalla verve educativa (anche a suon di scapaccioni) di mia nonna. Una parola che non ho mai dimenticato ma che faccio sempre più fatica a trovare nel mondo reale.

      Ah, in ogni caso, io non sono mai stato anonimo, da sempre uso il nickname Quixote ma tutti sanno chi sono:
      https://www.facebook.com/luca.maretti.39

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    3. e così scoccò l'idillio...l'Uomo Nero vive immerso nella natura e,ne sono più che convinto,vi scoverà presto "in camporella"!

      al che,scatterà pronta la frase:"O gioco o do noia..."ESTOTE PARATI!

      -)))

      L'Uomo Nero,off course.

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    4. Un abbraccio Luca Quixote da me, Chiara Berrettini, altresì detta l'Intronata!!!!

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