Mi ero ripromesso di non scrivere niente di significativo sulla Durio fino a quando non si fosse installata ufficialmente alla testa della società bianconera. Ma siccome il tempo scorre e sempre più significativamente la signora agisce (come è logico) in funzione della trattativa per il passaggio di proprietà, mi pare arrivato il momento di porre alcune domande.
DOMANDA 1 - Perchè si è deciso, a fine gennaio, di dotare Ponte (in quel momento uno zombie alle corde) di 2 milioni di euro, da spendere subito, senza stipulare un contratto che ponesse vincoli precisi al presidente stesso? Questo infatti è il vizio di forma e di sostanza da cui si originano tutti i mali successivi, il punto di partenza solo a tratti comprensibile e comunque di per sè poco logico.
DOMANDA 2 - Perchè si è scelto, sempre nel gennaio 2016, di non entrare immediatamente alla testa della società? La normale procedura prevedeva che, a fronte di un esborso di 2 milioni di euro, la Durio prendesse possesso subito della Robur, magari anche mantenendo ad interim Ponte come socio minoritario. La spiegazione fornita - di non voler lasciare il Rapallo - non ci quadra, né ci è sufficiente, poiché troppo grande è l'anomalia in gioco.
DOMANDA 3 - Perché si è scelto, come consulente di parte, la dott.ssa Amato? Sia chiaro, qui non si vuole discutere delle qualità dell'avv. Amato, non avendo Wiatutti la minima cognizione di causa delle sue qualità professionali. Ma ci pare strano che una imprenditrice della portata della Durio non si sia affidata all'opera di professionisti di fiducia ma abbia scelto, in maniera rocambolesca, una persona fino al momento sconosciuta e di fatto (ahimè) "macchiata" anche suo malgrado da un'esperienza non felice coi colori bianconeri.
DOMANDA 4 - Perché si è scelto di non influire sulle scelte tecniche nel campionato scorso? L'avvio della trattativa per il passaggio di proprietà molto probabilmente avvenne a gennaio, con il calciomercato ancora aperto e quindi con la possibilità di poter intervenire per migliorare una squadra che si era già dimostrata mediamente competitiva. La gestione tecnica fu invece lasciata in toto a Ponte, nonostante in seguito più volte la tifoseria avesse invocato una diretta ingerenza della Durio, stante i deficitari risultati sportivi.
DOMANDA 5 - Perchè, nelle prime due interviste rilasciate, Federico Trani parla nello specifico di "polisportiva" come opzione di sviluppo strategico della Robur? Immaginiamo che sia difficile che un ventenne di Rapallo conosca così bene le dinamiche della nostra città e della sua complessa storia in merito alle vicende della polisportiva, vecchio pallino della casta ai tempi della Siena da bere come strumento di distrazione di massa e tanto osteggiato dalla tifoseria bianconera.
DOMANDA 6 - Perché si è deciso di versare 150.000 euro sull'unghia alla Polisportiva Mensana per una concessione di 25 anni su una scarpata accanto al palazzetto? Fra l'altro la concessione non riguarda la Robur Siena, ma una società legata alla famiglia Durio, per cui il Siena calcio non si ritrova niente di duraturo in mano, nè ora e nè mai. Pare che la cifra, servita a garantire l'iscrizione della Mensana basket (è solo una combinazione?), dovrà essere fortemente incrementata per garantire un centro sportivo minimamente presentabile.
DOMANDA 7 - Perché si è scelto in modo lucido di attendere il 30 giugno per avviare il vero e proprio processo di passaggio di proprietà? Anche un bambino piccino poteva capire che la data del 30 giugno fosse troppo a ridosso dell'inizio del calciomercato e che, come puntualmente è capitato, si potesse andare facilmente in difficoltà per ottemperare a quanto richiesto dal contratto preliminare.
DOMANDA 8 - Perchè si è avallato un contratto preliminare così favorevole a Ponte? Si premette che non siamo nella possibilità di aver letto il famigerato contratto preliminare fra Ponte e Durio, ma l'evidenza dei fatti ci porta a verificare che esso sia stato scritto con molte clausole favorevoli a Ponte stesso, che sarebbe dovuto essere, per la propria condizione economica, al contrario la parte più svantaggiata. Sembra invece che proprio dalla scrittura del contratto - basti solo l'indeterminatezza della cifra da saldare al 30 giugno fra le due parti - scaturisca l'attuale situazione di caos, che nuoce gravemente alla Robur.
DOMANDA 9 - Perché si è deciso, in modo così repentino e duro, di liquidare Morgia? Per chi non lo sapesse, pare che il primissimo contatto fra Ponte e Durio fosse stato favorito dall'intervento di Morgia, che avrebbe dovuto poi svolgere, da indiscrezioni ma anche da velate conferme di Trani, un ruolo di supervisione tecnica all'interno della Robur. Morgia cioè avrebbe dovuto essere un caposaldo del progetto duriano, non solo a livello tecnico, ma quasi "filosofico". La durezza e la rapidità con cui è stato esonerato dal compito (immaginiamo con lui stesso consenziente) ci è parsa anomala, in funzione dell'importanza della sua figura.
DOMANDA 10 - Perchè non si è stati chiari nella gestione della situazione post 30 giugno? Penso sia opinione comune che il periodo che stiamo attraversando, che inizia dal 30 giugno in poi, sia quanto di più caotico si sia mai visto, fra arbitrati, rincorse ad un tribunale lontano, annunci e smentite, totale incertezza sui tempi di soluzione. Urge dotare di pieni poteri un responsabile della comunicazione (che potenzialmente esiste ed è bravissimo), che possa parlare per tutti e far capire, in modi chiari e non arroganti, ciò che si intende fare e che effettivamente si farà.
DOMANDONE - Perchè la Sig.ra Durio necessita di nutella? Pare che, uscita dall'ufficio del notaio Mandarini dopo il deposito dell'assegno per l'assente Ponte, la sig.ra Durio avrebbe dichiarato di avere urgente bisogno di un barattolo di nutella: calo di zuccheri o mancanza d'affetto?
... e quindi... via... la situèscion a ora direbbe che un c'è niente di nòvo o di positivo...
RispondiEliminaper me, nessuna sorpresa... si parla di calcio e i segnali arrivano sempre dal campo: una squadra demotivata e un ambiente come quello visto specialmente nel girone di ritorno, con il giocatore "bandiera" della squadra - se ne pensi quel che se pensi - che dopo una partita casalinga, A METÀ CAMPIONATO, persa in modo improbabilmente ridicolo dice "... io ho finito!", per me, ripeto, possono significare una sola cosa: fin da allora era già chiaro che questa società era destinata a una vita breve e travagliata... par d'esse' al capezzale del moribondo...
Bòna!