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venerdì 18 marzo 2016

Il lunedì nero della settimana bianca


Non crediate che la nostra famiglia senese politically uncorrect svolga le proprie attività sempre e costantemente all'interno delle mura cittadine, eh.
No, no.
Ci sono anche i momenti svago e, perché no, di vacanza. Che tuttavia non sempre vanno per il meglio...
Andiamo a fare una settimana bianca in montagna.
La mattina il gruppo decide di affrontare la famosa Porta Vescovo, pista non difficile in quanto tecnica, ma solo perché è un merdaio di cunette su cui si trovano 800 persone tutte insieme. 
Letico con 799 e arrivo in fondo, poi si torna dalla parte della Val di Fassa e ci si ferma a mangiare (e soprattutto bere). 
Si riparte belli come soli, con la collezione di grappe in corpo vo che è un piacere. 
A un certo punto sento un rumore di sci alle spalle e dopo una frazione di secondo mi scoppia un lampo nel capo e diventa tutto buio. 
Da qui in poi il racconto è riferito dagli amici, perché ho qualche minuto di vuoto. 
Una cittarella di 15-16 anni mi aveva preso pieno e col casco (che la maiala aveva e io no) mi ha chiappato nel capo. 
Io so' volato, ma siccome ero al buio, so' atterrato a corpo morto di testa, che mi ha rimbalzato un par di volte in terra. 
Nel gruppo dei nostri che mi seguiva c’era uno che è stato trent'anni al pronto soccorso e un altro medico. 
Mi soccorrono, mi girano a pancia in su e mi frucano in bocca per evitare che la lingua mi blocchi il respiro. 
Nel frattempo si forma un capannello di gente tra cui un gruppo di gitanti tedeschi. 
Riapro l’occhi, ma mi gira tutto e lascio sulle piste immacolate nell’ordine: una piattata di spaznle o come cazzo si chiamano, goulash con polenta, una fetta di formaggio, uno strudel alla prugna, mezzo litro di vino e sei grappe ad aromi vari. 
Visto che mi stavo riavendo, i Tedeschi decidono di andarsene, ma un altro del gruppo, ex ufficiale dell'esercito, intima: “Fermi tutti, qui non se ne va nessuno, finchè non arrivano i carabinieri”. I Tedeschi si piazzano sull’attenti e non si muovono. 
Un altro di noi dice all’ufficiale: “Guarda che loro non c’entrano, è stata quella” e indica la zoccola. Imperterrito, l’ex militare si rivolge ai Tedeschi: “E voi che ci fate qui, circolare…” e quelli scattano via. Nel frattempo, la giovane maiala in mezzo ai genitori che le curavano un braccio (che siccome c’è un giusto Dio, s’era rotto) dice: "Andavo forte, ma non è colpa mia”. 
Apro un occhio e sibilo con un filo di voce: “E allora di chi è la colpa, della maiala della Mad&/(%? Accidenti a Cri&/%) e al becco del tu' babbo che ti porta in montagna”.
A quel punto quello del pronto soccorso dichiara: “È tornato normale, si può sciogliere la prognosi”. Contento dello scampato pericolo non fo caso a un ginocchio che mi dole, continuo a sciare finchè il dolore diventa troppo forte. 

In albergo mi visitano per bene e viene fori che mi so' lesionato il collaterale; non si sa se stirato, rotto od altro, in mancanza di adeguate attrezzature. 
Per cui martedì e mercoledì resto in albergo, dove ho letto Gazzetta dello Sport, Corriere dello Sport, Repubblica, Il Giornale, Libero, un giornale in tedesco e anche l’Unità lasciata lì da qualche comunistaccio. 
Fo anche amicizia con un altro ospite, anche lui infortunato. A un certo punto mi chiede se so' toscano, rispondo che la Toscana non esiste, ma come convenzione diciamo di sì. 
Lui: “Io sono abruzzese”.
"Ah... il paese di quel merda di Giampaolo”. 

"Chi è Giampaolo?”. 
Così almeno ho passato la mattinata a raccontargli del Messia e delle sue stronzate.

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