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venerdì 18 marzo 2016

Sogni e rimpianti

Nella fresca brezza di un’alba appena accennata, il cinguettio degli uccellini era l’unico suono capace di rompere la quiete.
Il cielo stava piano piano cambiando colore, mentre ad oriente l’oscurità aveva già perso la battaglia con la luce. L’inverno era agli sgoccioli e le giornate si erano fatte più lunghe.
Aprendo la portiera dell’auto rimase un secondo a fissare il vialetto del giardino: nella semioscurità gli oggetti sparsi sul prato assumevano forme bizzarre, apparendo assurdi e fuori luogo. Il latrato di un cane lo distolse dai sui pensieri, riportandolo alla realtà. Frequentava da tempo quella zona della città, ma ancora non si era abituato del tutto al suo paesaggio. Si era svegliato di buon'ora come gli succedeva da tempo. Nonostante la fatica dei primi giorni, aveva finalmente regolato il suo orologio biologico e adesso alzarsi presto non era più un sacrificio. Guardò davanti a sè il lungo viale alberato che conduceva in periferia: le piante maestose ai bordi della strada si innalzavano dritte per diversi metri prima di chiudersi su di essa, quasi a formare una galleria naturale, sotto la quale d’estate era piacevole sedersi a mangiare un gelato. 
Nella sua mente si stava piano piano facendo largo una musichetta allegra: il fine settimana era alle porte e con lui sarebbe arrivata una nuova partita della Robur da vivere assieme agli amici di sempre. Sapeva perfettamente che seguire il Siena era l’unico passatempo in grado di colmare il vuoto che portava dentro. Non aveva ancora il biglietto per la trasferta, ma si era ripromesso di acquistarlo nel pomeriggio. Dalla rotonda in fondo al viale partivano tre strade: come tutte le mattine imboccò la tangenziale in direzione nord, mentre alla radio le notizie sul tempo venivano disturbate da un fastidioso fruscio. Sorrise quando le preghiere di Radio Maria irruppero nell’abitacolo: come sempre, a quel preciso chilometro, il notiziario della sua emittente preferita veniva sostituito dalle preghiere telefoniche dei devoti cattolici. Osservando dallo specchietto retrovisore i fari dell’unica auto che lo seguiva, tolse tutto il volume e tornò alla musica intrappolata nella sua testa. Era un motivetto allegro che sapeva di vecchio: sembrava una bossa nova o forse un samba, ma aveva la sensazione che per essere perfetta le mancasse qualcosa, come se la chitarra di Toquinho ripetesse all’infinito il medesimo giro, in attesa della voce della Vanoni. In cuor suo sapeva che quella voce non sarebbe più arrivata e nonostante il buon umore, un piccola fitta si fece largo in fondo alla pancia.
Se avesse potuto tornare indietro, avrebbe cambiato tante cose della sua vita. 
A partire da lei e dal suo amore rimasto incompleto. Si racconta che solo gli amori non vissuti hanno il potere di rimanere eterni e resistere immutati negli anni: lui affrontava tutti i giorni nella speranza di dimenticarla, ma il ricordo di lei era sempre un metro dentro ai sui pensieri e se ne restava nella penombra quando le cose andavano bene per poi piombare all’improvviso nelle serate malinconiche colme di nostalgica solitudine. Lei era l’unica frase della sua vita terminata con i puntini di sospensione. Azionando l’indicatore di direzione svoltò verso l’ufficio e affiancando un pullman azzurro ripensò ai tempi delle lunghe trasferte domenicali, quando il corpo era prigioniero di qualche stadio sperduto e lo spirito era accanto a lei. Per la seconda volta in pochi minuti si ritrovò a ripetere che se avesse potuto tornare indietro avrebbe cambiato molte cose, soprattutto la storia di lei. E lo avrebbe fatto in maniera radicale, partendo dalla punteggiatura: avrebbe usato più virgole e meno virgolette e si sarebbe servito del punto e virgola per separare e catalogare le emozioni. Avrebbe tentato di riparare i danni provocati dai tanti punti esclamativi utilizzati a casaccio sostituendoli con qualche punto interrogativo. Crescendo aveva capito l’importanza di riflettere: magari sarebbe bastato fermarsi un attimo a ragionare e utilizzare più spesso i due punti per non arrivare alla fine del capoverso e trovarsi di fronte quel doloroso punto finale. Lei era stata l’unica cosa veramente importante della sua vita: un sogno che era diventato rimpianto. E come sempre, l’aveva capito soltanto dopo averla persa. A distanza di anni avvertiva ancora il profumo della sua pelle e la notte sognava spesso la sua voce, soprattutto quando diventava leggermente roca mentre la passione sovrastava le loro volontà e li inchiodava l’uno contro l’altra. Nei momenti difficili, durante i quali la vita faceva più paura, gli bastava allungare una mano e toccarla per tranquillizzarsi: con lei, per la prima volta in vita sua, si era sentito a “casa”. Ma non era facile per entrambi gestire le emozioni e ricordava perfettamente l’ultima sera insieme. Intuivano di non avere un futuro, ma il tempo trascorso assieme era come droga nella vena del tossico. Si erano detti un ciao che sapeva di addio: sapevano perfettamente che non si sarebbero mai più rivisti. E quella sera per lui fu un po’ come morire, mentre i fari posteriori dell’auto di lei sparivano dietro alla curva della vita, portandosi via tutto: alti e bassi, frasi non dette, pensieri felici, baci rubati e confessioni sussurrate. All’improvviso una parte di lui era sparita, lasciando dietro di sè una voragine profonda difficile da colmare. Non era stato sufficiente vivere una vita normale, cambiare ragazza, allenarsi in palestra, mettere in vendita la casa: il ricordo di lei era rimasto sempre là, appeso sopra al divano nel salotto del suo cervello. 

Lupa Roma – Siena: il sogno di giocare all’Olimpico, in coppa prima ed in campionato poi. Il sogno di vincere all’Olimpico. Il rimpianto di non essere arrivati a giocare la finale all’Olimpico, nell’ultimo anno sereno del Siena. Il rimpianto di tornare a giocare da quelle parti (molto vagamente), ma lontanissimi dall’Olimpico. Sogni e rimpianti: le certezze di un glorioso passato ci accompagnano verso la fine di questa stagione. Cosa diventeremo da grandi? Non lo sappiamo per il momento, ad oggi possiamo solo cercare di avanzare uniti. 
Tutti insieme, come sempre. 


Mirko

1 commento:

  1. Ho scelto di scrivere due parole unicamente come attestazione per avere letto "Sogni e Rimpianti" che avalla la tesi Baudelairiania che una certa dose di malinconia sarebbe la miglior compagna di colui che scrive. C'è poco da giudicare, nulla da aggiungere, se non ribadire un grande talento letterario.

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