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giovedì 8 ottobre 2015

Lo speaker di Lucca

Mi corre l'obbligo, sempre andando pesantemente in tasca a certi meccanismi di cronologia imposta, di fare un salto indietro nel recente passato,
su indicazione e richiesta di molti, per approfondire la figura forse più spettacolare al momento vista sui campi della Lega Pro: lo speaker di Lucca, al secolo Enrico Turelli.

Abbiamo difatti ritrovato un documento d'archivio, un'intervista che la sedicente Gazzetta Lucchese sottopose al suddetto nel lontano 2010, che vi invito a leggere, fosse soltanto per la goduria derivante dallo splendido ed aulico italiano che Turelli utilizza per rispondere alle domande ivi poste.
Brevi cenni biografici: Enrico Turelli, in giovane età, vinse un concorso alla Rai, come radiocronista (il sogno della sua vita), ma d'emblée rifiutò, per motivi che non conosciamo e che non conosceremo mai. Senza disperarsi della mancata occasione, raccontò per anni le partite in trasferta della Lucchese attraverso le fonocronache (?), che raccoglievano anche 1500 tifosi in trepidante attesa, come fossero bambini cui veniva raccontata una favola. Poi iniziò a fare lo speaker alle partite di pallacanestro, fino ad un lungo periodo in cui non fu più attivo. Solo nel campionato 1994-95, con la Lucchese in B, iniziò ad essere la voce ufficiale del Porta Elisa; proprio, lui, tifosissimo fin da bambino della squadra della propria città.
E di aneddoti, in tutti questi anni trascorsi in cabina, il Turelli ne ha molti da raccontare. Come quella volta in cui sventò un parapiglia generale fra tifosi della Lucchese e del Livorno informando strumentalmente la folla della vittoria al GP di Formula 1 di Schumacher, con giubilo di bandiere rossonere ed amaranto e pace fatta fra i contendenti. Oppure quando, all'ultima giornata di serie B, restò a dettagliare al microfono a partita finita ai tifosi del Porta Elisa il match Padova-Cosenza, che si stava svolgendo in diretta e che rappresentava uno scontro fondamentale per la salvezza della Lucchese, con annuncio urlato: "È finita, è finitaaaaa", che sancì la matematica salvezza della squadra di casa. O, infine, come quando, pur di svolgere il proprio lavoro al meglio, tentò di asciugare con un phon il microfono bagnato della postazione sottoposta ad allagamento.
A Lucca, come riportato, per me fu amore a primissima vista (anzi, a primissimo udito): mai avevo sentito linguaggio più aulico provenir da uno speaker del giuoco del football. Scopro adesso, tuttavia, che la ragione di questa cortesia nel parlare non sta soltanto nella squisita figura un po' retrò del Turelli, ma anche (o soprattutto?) nella vetustà dell'impianto fonico, che va in tilt ogni qual volta si alzi l'enfasi della parola. E tutto ciò non permette lo sviluppo di idee interessanti, quali le seguenti, secondo il Turellipensiero: "Mi piacerebbe rifarmi alle esperienze del monachense Alliance Arena, con la diffusione di musichette ad hoc per sottolineare le segnature e l'interazione col pubblico".
No, Enrico, no. Spero davvero che non ti mettano mai a posto l'impianto fonico e che tu non debba inseguire le mode del tempo, fra musiche che tarpano le urla di gioia dopo un goal, o urlazzi lancinanti a ribadire più volte il marcatore di turno. E che tu resti, come tutti noi gggggiovani dalla mente anziana, una testimonianza di un calcio che fu, ossequioso dei propri riti, gentile nella maniera di raccontare.



"Enrico Turelli ha avuto il merito di portare allo stadio Porta Elisa un modo di essere speaker sicuramente legato al passato, ma scevro da ogni volgarità e inutile chiassosità. C'è chi dice che appartenga ad una categoria professionale incapace di rinnovarsi, eppure il senso della misura, la sua chiarezza, la sua correttezza sono, ormai, proverbiali".
(La Gazzetta Lucchese, 09/12/2010)

1 commento:

  1. mitico Turelli,ma Vezzio Benetti from Livorno non si batte!!!

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