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mercoledì 21 ottobre 2015

Grande critica alla piccola critica delle critiche

Oggi vorrei sostituirmi al grande Elio Fanali e rimandarvi, per approfondimenti, ad un gustoso articolo del blog La Martinella, che parla (e non è la prima volta) di arte contemporanea.

PS: di solito Elio Fanali qui mette il link martinellato, ma io, che sono infingardo e tennologicamente handicappato, ne faccio a meno, scusandomi della licenza poetica.


Ebbene sì, riparliamo di arte contemporanea a Siena!
Segno che l'iniziativa ha di per sè funzionato, dato che se ne discute, su social, blog e media, ad ogni piè sospinto: brava Amministrazione, quindi. A me la questione appassiona, ad esempio.
E ne riparliamo, appunto, partendo da un commento dei ragazzi martinellati, che criticano essenzialmente 3 tipologie di critica dei viatuttisti incalliti, che Wiatutti in realtà assomma e rielabora:
1) "'Un mi garba" -> tale critica proviene dal cuore del villano, cioè di circa il 99% dei cittadini che, ammirando polli, ciccione e sorrisi, di arte contemporanea proprio non ci chiappa niente (faccio presente che personalmente risiedo in maniera agevole all'interno di questo 99%). Ma sì, dai, che per una volta ci si approcci in modo "nature" e fanciullesco all'opera d'arte, come poi - mi hanno insegnato - dovrebbe essere di regola! L'opera d'arte, in primis, piace o non piace; e, con gli scarsissimi mezzi di critica artistica che un uomo normodotato possiede, ciò si ripete in forma di mantra, magari alla senese: "'Un mi garba", "Mi fa ca'are", "Bellino", "Ganzo". Lasciateci la libertà, vi prego, di poter aprire bocca, anche di sproposito, esprimendo un giudizio soggettivissimo sull'opera proposta.
2) La mancanza di un progetto -> allora, io ho saputo dell'arrivo della mesata di arte contemporanea solo perché un amico mi ha inviato last second un documento ufficiale del Comune di Siena, ma non ho visto un granché di rimandi e di indicazioni "ufficiali". E mi avrebbe fatto comodo assai, dato che trovarsi di fronte ex abrupto un pollo fosforescente in una tarda serata ottobrina, un po' sovrappensiero, mi ha provocato un soprassalto non da poco. Non ci stupiamo poi se qualcuno, più sensibile ai colpi apoplettici, si incazzi come una biscia e, colto da un'ira beluina, fischi in acqua detto pollame, come si evince dalla drammatica foto di copertina - gesto che Wiatutti fra l'altro stigmatizza come atto infame contro la civiltà, l'arte (anche non contemporanea), lo sport. Insomma, dato che avere una manifestazione di arte contemporanea nella nostra città non è proprio evento consueto e che essa, in quanto tale, va finalmente a rompere i classici schemi dello stereotipo nazionalpopolare foloso, sarebbe stato simpatico se l'Amministrazione, in barba alle critiche dal basso, avesse osato in stile avanguardista nella presentazione della kermesse.
3) Le spese sulle mostre effimere (che La Martinella definisce il fronte "più scontato e il più pop", con slang interessante) -> per queste mostre "effimere", cioè non stanziali, i ragazzi martinellati ci dicono che è stato destinato (da chi?) il 70% dei contributi ministeriali per Siena Capitale Italiana della Cultura 2015, che mi pare assommino ad 1 milioncino di euro. Facciamo du' conti: per i polli è stato destinato un budget di 700.000 euroni, se non mi sono sbagliato (e me lo auguro), per gli interventi strutturali su monumenti e sulle opere d'arte cittadine - che pur mi parrebbe che necessiterebbero di una bella tirata a lucido - la miseria di 300.000 eurini. "Si può obiettare che la percentuale [destinata ai monumenti] avrebbe potuto essere più alta", ci avvertono da La Martinella: oddio, ci sta...
"Precisando al popolo che comunque quei soldi, a riparare le buche nelle strade, non potevano essere destinati", chiosano alfine i ragazzi martinellati. Ed a questo punto io mi chiedo: ma se nemmeno ora questi denari servono a riparare le buche, con quali fondi esse si mettono a posto? E soprattutto: ma se fino a ieri l'altro il sistema garantiva dindi a iosa per riparare le buche e tutto d'un colpo questi dindi non ci sono più ed ora viviamo con un budget comunale stile municipio del Burkina Faso, ma cosa è successo in questa città?
Boh, mistero...

2 commenti:

  1. una domanda seria, anche se passo da bischero: siena è stata ufficialmente investita del titolo di capitale della cultura italiana? quando? (vabbè, 2 domande)

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    1. Capitali italiane della cultura sono divenute di default, in via eccezionale, tutte le canditate sconfitte da Matera come capitali europee, ovvero Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna ed appunto noi.

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