Il canale youtube di wiatutti!

lunedì 15 giugno 2015

Politica kulturale e divertissement: la "cessione di sovranità" del Comune di Siena


Ciclicamente Wiatutti sente il bisogno di trattare un argomento che ormai è assurto al ruolo del convitato di pietra della città. Ad incombere su Siena con la sua ingombrante presenza, pur essendo totalmente assente, però, non è tanto una persona fisica, quanto la politica culturale che si intende perseguire. 

Politica culturale... Tutti ne parlano, la evocano ad ogni piè sospinto, la ritengono l’improbabile panacea di ogni male, nonché primaria risorsa economica per il nostro futuro, ma in realtà essa appare del tutto assente in città, almeno a nostro sommesso giudizio. 
Le responsabilità sono ovviamente diffuse e coinvolgono un po’ tutti gli operatori culturali e le istituzioni che se ne dovrebbero occupare; ma è chiaro, forse anche solo di default, che quelle maggiori ricadono sulle spalle dell’Amministrazione comunale e dello specifico Assessorato. 
Con un elemento, in particolare, che a noi appare fondamentale e sul quale vogliamo puntare l’attenzione: la vera e propria “cessione di sovranità” del Comune verso soggetti terzi, che non riguarda soltanto la gestione della cultura, aspetto già assai discutibile ma quantomeno comprensibile. Quello che proprio non riusciamo a condividere - e riteniamo inaccettabile - è che si stia consapevolmente cedendo ad altri addirittura la progettualità e la programmazione culturale. 
E siccome il tutto sta avvenendo nel consueto silenzio assordante di chi sarebbe preposto “a fare da cane da guardia” delle istituzioni, vorremmo buttar là qualche considerazione e financo dei suggerimenti, auspicando l’apertura di un po' di dibattito su un argomento così rilevante per la Siena di oggi e di domani. 
Oddio... mi scuso subito per la gaffe, davvero imperdonabile: in realtà della cultura cittadina e delle sue prospettive future si è dibattuto anche piuttosto recentemente. Con i cosiddetti “Stati Generali della Cultura” - espressione pomposa ma un po’ vieta, se ci è consentito - si è intesa l’organizzazione di una serie di tavoli tematici in cui sedevano esperti dei vari settori, insieme agli operatori dei medesimi e forse (questo non l’abbiamo capito, ma per colpe nostre) anche cittadini interessati. 
Tanto maldestramente organizzati che si è dimenticato di invitare quantomeno quella trentina, ad occhio e croce, di persone conosciutissime a Siena, stimati intellettuali o docenti che certo avrebbero potuto fornire il proprio lucido contributo. 
Ecco, qua, mi par di sentirvi: "Siete i soliti gufi che vanno a cercare il pelo nell’uovo!". Bene... Parliamo allora dei risultati di questa iniziativa, già discutibile di suo per chi, come noi, ritiene che ormai il momento del bla-bla-bla fine a se stesso e utile solo per l’autoincensamento dell’oratore di turno, debba essere sostituito da fatti concreti. Ed allora chiediamo:
a) Che documenti sono stati prodotti? 
b) Quali idee e proposte sono state avanzate nei vari tavoli? 
c) Alcune di queste idee saranno attuabili o sostenibili? 
d) Quanta attività  è stata condivisa con la cittadinanza? 
Mettere a disposizione, ad esempio, una specie di verbale di ogni tavolo sarebbe stato un modo per comunicare ciò che si era prodotto in quella giornata, la cui preparazione avrà avuto anche un costo per la comunità, immaginiamo. Invece silenzio assoluto, ma magari è presto… 
Torniamo, comunque, al punto che ci interessa sviluppare in questa sede, la cessione di sovranità nella progettazione culturale della città da parte del Comune. Non dimenticando di menzionare, almeno en passant perché già sviscerato da questo blog, un ulteriore esempio in tal senso: l’iniziativa “In-contrada”, dove si è voluto ad ogni costo coinvolgere nel progetto, condivisibile a grandi linee e non proprio innovativo, un privato che ne sfruttasse economicamente gran parte degli introiti, risultati alla fine assai contenuti. 
Il primo passo dell'Amministrazione comunale è stato quello di presentare un imbarazzante (concedeteci la licenza poetica) cartellone di eventi per la Capitale italiana della Cultura 2015, su cui abbiamo già focalizzato la nostra attenzione, all’insegna di un programma farcito di spettacoli teatrali o di danza, arte contemporanea diffusa nella città, sorrisi sulla facciata di Palazzo Pubblico e mostre non proprio indimenticabili. Ad eccezione, ovviamente, di quella su Lorenzetti (già predisposta anni fa dal compianto Gabriele Borghini e finalmente uscita da qualche cassetto) ed ai restauri di alcune sue opere, che insieme ad un’illuminazione più consona per la Maestà di Simone Martini in Palazzo Pubblico, ci appaiono gli unici denari ben spesi del milione di euro stanziati dal Governo. 
Successivamente, l'Amminstrazione ha tirato fuori non uno ma ben tre bandi per dare in concessione a soggetti privati i principali spazi pubblici della città, dove proporre eventi culturali di varia natura: il Campo (per tre anni), il Santa Maria della Scala e la Fortezza medicea (addirittura per la bellezza di cinque anni). In tutti i casi si chiede a coloro che intendono partecipare di presentare un vero e proprio progetto di utilizzo di questi spazi, di proporre un cartellone di eventi e di formulare un piano di sostenibilità economico-finanziaria del progetto stesso. Il Comune ha l’onere di giudicare le proposte di chi si farà avanti, come logico, ma poi finirà, inevitabilmente, per assegnare ad altri l’uso di questi spazi; soprattutto, ripetiamo, non cederà solo la loro gestione, ma anche la progettazione e la realizzazione di quasi tutti gli eventi culturali, o anche iniziative di altro genere, rivolte soprattutto alle fasce giovanili, che si terranno nei prossimi anni in questi luoghi così preziosi e cari per ogni Senese. In cambio, ci pare di capire, di somme che difficilmente assesteranno il pur disastrato bilancio comunale! Non è cessione di sovranità questa? Perché l’Amministrazione non prova a formulare in proprio almeno un’idea, qualche progetto di sfruttamento di questi spazi? Perché concedere quasi tutta la città a soggetti terzi? 
Davvero singolare, poi, che il medesimo criterio non sia stato adottato per un altro luogo simbolo come piazza Jacopo della Quercia, per la quale il Comune non ha predisposto alcun bando, limitandosi ad assegnarlo all'Opera del Duomo a fronte della normale concessione del suolo pubblico. Opera Metropolitana che a sua volta lo userà per eventi gestiti da un'altra Opera, quest'ultima un po' meno senese... 

P.S. Proprio quando questo articolo era stato dato alle stampe, giunge notizia che, a seguito di bando pubblico e procedura negoziata, è stato individuato il soggetto che gestirà i servizi di accoglienza del Santa Maria della Scala: contro tutti i pronostici, stavolta toccherà ad un nome nuovo, il RTI formato da Opera Laboratori Fiorentini, Itinera Progetti e Ricerche, SD Store Siena Incoming Liguria. Il tutto - pare - bypassando precedenti accordi politici e procedurali stabiliti con il Consiglio Comunale. "È stato fatto un buon lavoro, che sperimenta un modello innovativo di collaborazione con il privato, il quale investe sulla gestione sollevando parzialmente il Comune dagli oneri del personale di servizio" (B. Valentini). Sigh...

1 commento: