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martedì 3 marzo 2015

La politica InContrada

Quasi due mesetti fa, scrissi un articolo su Politica & Palio che (pare) abbia destato un minimo di interesse, se si considerano i commenti che ho dovuto raccogliere privatamente, sovente di apprezzamento e di condanna del fenomeno, che tutti hanno riconosciuto in quanto tale.
Continuiamo allora su un tasto ancor più delicato.


Da qualche giorno il grande esperimento "InContrada" - almeno così ce lo hanno venduto - è terminato. Il Rettore Pacciani ha detto che si è voluto solo indicare alle contrade la strada per la valorizzazione del proprio patrimonio e che il bilancio, al di là dei meri numeri, è stato positivo, soprattutto nello sdoganamento all'esterno della conoscenza della cultura delle contrade stesse.
Ma noi invece siamo piccosi e vorremmo ricordare i numeri dell'iniziativa: 581 biglietti (sigh...) staccati, per una media impressionante di 34,17 a rione, per un fenomenale incasso per le contrade di euri 2.000, per un'altrettanta media impressionante di euri 117,64 pro capite. Pare sia andata meglio per l'aperitivo alla Coop, che tuttavia non ha fornito cifre alcune.
Domanda: valeva la pena? A giudicare dai numeri: no!
Ma, lo ripetiamo, le cifre non contavano in questo caso, trattandosi di mero esperimento per il bene di tutti noi.
Ma davvero la prova è stata svolta pro domo nostra?
Non so; io, sospettoso e complottista di natura, nutro forti dubbi, soprattutto perché, ahimè, il piedino dentro la contrada la Politica (in questo caso rappresentata dall'efficientissima Opera) l'ha messo da anni... E sappiamo benissimo che, quando si muove la Politica, ha come unico fine il bene dei propri affiliati, non del popolo zozzo.
Saranno stati, che ne so, fine anni '80/inizio anni '90 quando qualcosa di importante è successo. D'accordo con la normalizzazione del Palio (di cui abbiamo già parlato in altro articolo), la cui banalizzazione serviva a vendere un format replicabile all'infinito, si è avviato un secondo processo, più lento ma anche più subdolo: la stereotipizzazione della Contrada.
Concetto che ha portato, a cascata, a molti sotto-dogmi: la Contrada vista come famiglia allargata, la Contrada vista come idillio in cui tutto va bene, la Contrada vista come comunità di persone che lottano unite per il bene comune, la Contrada come gruppo di amici, la Contrada come punto di incontro fra generazioni diverse che dialogano e si confrontano, la Contrada come ente dove tutti lavorano a favore degli altri, ecc. ecc.
A fronte di una raffigurazione di un Palio storicamente efficiente, perfetto, esportabile, doveva insomma corrispondere un'interpretazione di Contrada sublimata in una nuova ed intonsa concezione ideologica.
Eh sì, proprio ideologica. Perché è ideologia ciò che spesso raccontiamo all'esterno, perchè è immagine autoreferenziata ciò che spesso propagandiamo.
Ora, non voglio stare qui a dire ciò che succede davvero (a volte, non sempre) in contrada - anche perché, se leggesse qualcuno che ha speso 20 euri per farsi un'idea visitando un Museo, forse mi maledirebbe un po'.
Ma una cosa la vorrei scrivere: da circa 20 anni (forse più), parallelamente a questo tentativo di normalizzazione, la Politica - quella brutale dei partiti, dei voti, dei soldi - ha tentato di utilizzare, per scopi di parte ed ignobili per definizione, le potenzialità della contrada, dove tutto il corpo sociale cittadino è rappresentato.
Ed avere a disposizione, tutti accanto, l'imprenditore e l'operaio, l'impiegato ed il libero professionista, l'integrato e l'apocalittico, il ricco ed il povero, per la Politica è stata una vera e propria manna dal cielo.
I voti di Sistema hanno avuto un peso imparagonabile nella nostra città; ed il Sistema ha inglobato, a poco a poco, anche le contrade.
Non è vero?
Bene, fatti, non parole. Senza far nomi, che tanto è uguale. E specificando che non sempre questa è stata la regola, chè tanta gente ha resistito e resiste, quella sì, davvero, per un bene comune.
Non abbiamo forse visto dirigenti di contrada che, a fronte della possibilità di ricoprire cariche "alte", si sono accontentati, anzi hanno scelto di ricoprire ruoli meno ambiti (es: presidente di società), ma mooooolto più a contatto con il tessuto quotidiano popolano, che si traduceva in voti sonanti ad eventuali elezioni politiche cittadine?
Ho visto solo io un'osmosi mostruosa fra cariche dirigenziali contradaiole, posti di comando in banca, quadri di partito (scusa)?
O parvenu imposti dall'alto in contesti contradaioli al momento semi-sconosciuti?
Ed i tentativi di cooptazione di partiti politici a dirigenti di contrada fuori dagli schemi (guarda caso, spesso si parla ancora di presidenti di società)?
Finiamola qui, altrimenti qualcuno si incazza. E mi intristisco io, che a Siena sono nato.
Ma, alla fine, il quesito resta: "InContrada" come esperimento... per il bene di chi?

4 commenti:

  1. W LA INCONTRADA , SI MA LA TOPA !! IL PROGETTO PILOTA CULO CULO....
    W I FOLOSONI DIRIGENTONI CONTRADAIOLONI E IL PALIO STRAORDINARIO DEDICATO ALL'EXPO!

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  2. concordo su cattivo gusto (a dir poco) della commistione tra contrada e politica, ma sinceramente separerei le due cose. Incontrada è stata una cosa, avere cariche contradaiole e politiche un'altra. ognuno la vede come vuole, ma la seconda mi pare molto ma molto più grave. per me la prima è stata valorizzare i musei di contrada, per altri una cosa diversa, ognuno è libero di pensarla come vuole, ma fare il dirigente di contrada e sfruttare questa cosa politicamente. soprattutto nel modo più squallido (cercare voti, per esempio) è la cosa più grave che ancora non tutti hanno capito. attenti,parlo di politica nel senso più brutale, perchè collaborare con il comune, che ci piaccia o no il sindaco, è una cosa doverosa. non confondiamo il culo con le 40ore, una cosa sono le istituzioni, un'altra i singoli politici.

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    1. Sono totalmente d'accordo a metà, come disse qualcuno più forbito di me.
      D'accordo nel dividere le due questioni (InContrada / politica in contrada), ma continuo a sostenere che l'una (InContrada), se non "presa in tempo", possa finire per essere una manifestazione del problema più ampio che tu citi.
      Insomma, per me InContrada non è stato solo "valorizzare i musei di contrada", perché questa operazione la si può fare in diverse maniere (non ultime, quelle che già alcune contrade facevano). InContrada rischia, se appunto non "presa in tempo" e limitata, di sfociare nell'ennesima presa di possesso della "politica brutale" all'interno delle contrade, dato che di Civita e di chi ci sta dietro IO-NON-MI-FIDO.
      Mi auguro che le contrade riescano a far tesoro di quel (poco, secondo me) di buono sia stato fatto in questi mesi e che, stravolgendo totalmente il senso dell'operazione, da commerciale ad ospitale, riescano a dar frutto a quanto di bello il rione possa esprimere.
      Personalmente, ad esempio, vedo che la mia contrada da qualche tempo sta andando verso questa direzione, in maniera decisa e concreta.
      La questione della collaborazione con il Comune mi trova, chiaramente, d'accordo. Ma ad un patto: che il Comune voglia collaborare, anche quando le proposte escano dalla bocca della Contrada e siano potenzialmente anti-politica. Altrimenti risiamo punto e daccapo.

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  3. Come volevasi dimostrare , palio per l'expo. Siena=comunita' ridicola

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