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mercoledì 25 febbraio 2015

Passata la festa, gabbato lo Santo


Se nasci sul finire degli anni '70, cresci al 25 di Via Verdi di un paesino della prima periferia e ti piace il calcio, quando incominci a tirare il pallone verso la saracinesca del garage capisci immediatamente tre cose.


La prima è che quello sport non ti darà mai da vivere, la seconda che è totalmente inutile affannarsi per giocare in campo, visto che nessuno vuole fare il portiere e la terza sta nel fatto che sulla tua carta d'identità - alla voce "nato a" - c'hai scritto Siena e l' A.C. Siena è la sua squadra; ma tutti la chiamano Robur. 
Milita nel campionato di C2, gioca in uno stadio bizzarro, con il prato al posto delle curve e il murellino al posto dei distinti e, soprattutto, quando ti siedi in gradinata ti danno un cuscino. Cuscino che poi, a fine partita, puoi lanciare in campo. 
Sul finire degli anni '80, le maglie della Robur sono a strisce verticali bianconere, i pantaloncini lasciano scoperta un bel pezzo di coscia e i calzettoni possono essere portati arrotolati intorno alle caviglie. In panchina si fuma, se piove chi sta a bordo campo apre l'ombrello e l'arbitro è sempre vestito di nero. Durante l'ultimo campionato di C2 della storia del compianto A.C. Siena, ci fu bisogno di andare anche a Poggibonsi. Nonostante le proteste, mio padre non mi ci volle portare! 
Venticinque anni dopo, nonostante le proteste di mia moglie, in pensiero per l'incolumità del pargolo (ogni volta che giochiamo in Valdelsa in casa mia qualcuno si lamenta), ci tocca tornare a Poggibonsi. 
Il calcio è cambiato tanto nel frattempo, la nostra maglia è inquartata, in panchina non si fuma più e gli ombrelli non sono ammessi nemmeno in tribuna. L’arbitro è colorato e di questo passo sarà vietato anche mangiarsi le unghie. Il Siena ha cambiato nome una volta, il Poggibonsi tre. Negli ultimi tempi noi abbiamo fatto la A e loro l'Eccellenza. Due destini diversi, due storie distanti e due cammini paralleli, che per un capriccio della geometria o della fantafinanza politica a scopo di lucro personale, si incrociano.
Ma tutto questo adesso non conta più niente: prima contro seconda, presente contro futuro. Il passato adesso è veramente passato. 

I Valdelsani si sono vestiti a festa, hanno acquistato uno stock di bandierine colorate (se sapeste quanto portano male...) e hanno chiamato in curva donne, vecchi e bambini. Ci sono salernitani scalzi e avanzi di galera fiorentini, arrivati di buon mattino giusto per dare una mano (!?!). I cartonati con le sagome dei "tifosi per un giorno" cominciano a muoversi e all'entrata in campo delle squadre la gradinata è stracolma: c'è' voluta la Robur per riempirla. Adesso il geometra del Comune è tranquillo: i suoi conti sono giusti, la tribuna regge! 
I tifosi giallorossi guardano estasiati il nostro capitano: molti di loro fino a ieri ce lo avevano al fantacalcio o lo attaccavano nell'album delle figurine. I due portieri, per non farsi la guerra, scelgono di vestirsi nel modo più assurdo possibile: nel complesso Jacopo sarebbe quasi passabile, anche se pare un giocatore di una squadra a 7 che si mette in porta perché il portiere non viene. Quello del Poggibonsi invece sembra indossare il sotto di una squadra e il sopra di un'altra. Gli darei 4 in pagella solo per l'abbinamento cromatico: nemmeno a Terranova (il negozio, non il paese e nemmeno il cane) riescono ad arrivare a tanto. 
La partita comincia col Leone che per tre volte si rende pericoloso di testa. I nostri difensori sono lenti e soffrono la palla a terra, ma per aria invece non ci sono problemi... Ah sì? 
Dopo 25 anni di astio represso, nel settore dei sagomati sperano in un nostro cenno di reazione. Un'offesa, un insulto, un terzo dito. Niente. Vuoi vedere pensano, che questi cittini non ci considerano neanche oggi? Ma poi, all’improvviso, si alza forte il coro "Giallorosso pezzo di…" e loro hanno un moto d'orgoglio: "Ecco, ecco!", urlano, “lo sapevo”, esultano! Tripudio al Lotti e le campane suonano a festa! La gente telefona a casa per avvertire parenti e amici. “Io c'ero quel giorno, quando ci offesero". Personalmente, nemmeno in “50 sfumature di grigio” ho letto di gente che gode nel farsi offendere. O meglio, credeva di essere offesa, perché la successiva precisazione "Roma Roma vaff…" etc. etc. ha sulle genti di Poggibonsi lo stesso effetto dell’alcoltest all’uscita della Festa in Collina. Con l’aggravante che gli effluvi della canfora sprigionata dalle sciarpe, tenute nel baule di soffitta per troppo tempo, contribuiscono a peggiorare il pesante mal di testa degli ultimi minuti di partita. Momenti di terrore durante i quali la tifoseria locale entra in un vero e proprio stato di diarrea acuta. 
Francamente il match non sarà ricordato per le emozioni registrate: abbiamo tenuto bene dietro e il nostro portiere dalla noia s’è appisolato un paio di volte. Freedom e Independence sulle fasce hanno provato a spingere, anche se il buon Rascaroli (Independence) a tratti ha dato l’impressione di tosare i maiali… Di corsa ne avrebbe tanta, ma col pallone ci va poco d'accordo. Il ragionier Zane ha retto bene il centrocampo, cantando (meno del solito) e portando la croce (come al solito), ben sUpportato da “Raimondo” Vianello, che ha sOpportato tranquillamente il loro 4, brutta copia della Sandra Mondaini di “Che barba, che noia!”. Davanti abbiamo provato a far qualcosa, ma Super Emme non era nella sua giornata migliore e gli altri due moschettieri si accendevano ad intermittenza, come le luci dell'albero di natale. 
Il Poggibonsi invece ha confermato che se è lì un motivo c’è. Ottima difesa e centrocampo arcigno. Leggerini davanti: Foderaro ha tentato di farsi fischiare calci di punizioni in tutti modi possibili ("Foderaro Arredamenti" suona bene, a fine carriera dovrebbe mettere su uno showroom di salotti!), mentre il loro 10 (all’anagrafe "Illorodieci") sembrava ubriaco da quante volte è caduto (e forse lo era veramente): con quelle gambine secche sai che spettacolo in costume! Le cose sono due: o al mare sta nell'acqua fino a mezza vita, oppure è meglio se sceglie la montagna. 
È un peccato che la partita sia finita dopo soli 90 minuti, stavamo venendo fuori e il Poggibonsi era veramente alla frutta! Ma tant'è'! E poi dobbiamo vincere il campionato, non vincerle tutte. Rispetto a domenica scorsa ci sono di nuovo tre punti di distacco e tre partite in meno!
Tutti insieme uniti avanzeremo...
E a Poggibonsi ricorderanno questo giorno dicendo "Quella volta che venne la Robur!"

8 commenti:

  1. o Primo ma che foto ha messo dove l ha trovata:)

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    1. Meravigliosa!!! Saranno diffidati ultragenari oppure dietro al muro si nascondono delle massaie in abiti succinti?

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    2. L'idea mi è venuta dal vedere domenica scorsa, dietro la tribuna coperta de "I'ttondo", una calca di gente in un greppo accalcate alla rete, fra l'umido dell'Elsa e le ventate ghiacciate di tramontana.
      Quelli nella foto, per me, sono violentissimi omini che tentano di scavalcare, ma non ce la faranno mai.

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    3. o primo questa foto è semplicemente SUBLIME.chissà cosa stavano guardando questi arzilli vecchietti:))forse la celeberrima "Mamy" di maxcicci:))))))vale

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  2. L'articolo mi è piaciuto, ti suggerisco pure questo:

    http://www.sportpeople.net/derby-e-campanilismo-riposta-in-pace-poggibonsi-siena-serie-d/

    Frigidaire

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  3. Pensate a giocare e pensate a casa vostra ...non mi sembra siate messi tanto bene. State camminando su un ponte traballante. Reggetevi forte se cadere gli è merda.

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    1. ... "se cadere gli è merda"... ??
      usi un linguaggio aulico?
      L'immagine del ponte/Ponte traballante comunque è splendida. Riscrivi, sei il benvenuto.

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