Il primo di luglio, tanto tempo fa, era uno dei giorni più belli dell'anno.
Ci si preparava ad andare al mare.
Quando ancora una famiglia piccolo borghese si poteva permettere una mesata di ferie al mare, mi ricordo che in famiglia mia si stipava all'inverosimile la 500 rossa, si aspettava che passasse il Palio e, se per caso non si vinceva (evento, ahimè, che non succedeva spesso), il 3 si partiva di buon'ora. Dopo quattro o cinque fermate, prendendo la vecchia strada, ci si sarebbe parato davanti il periodo che si aspettava per un anno intero: quasi trenta giorni di mare a Castiglion della Pescaia.
Oggi, 2 luglio 2014, è giorno di Palio. Siena è indaffarata, fra riti propiziatori, pranzi pesi e selfie contradaioli (aaargh!).
Ieri, a mio avviso, si è compiuto l'ultimo atto della tragedia bianconera, arrivata al culmine fra rimpalli di responsabilità, comunicati di vuoto di senso totale, scambi di accuse.
E negli occhi non ho lo stupore di vedere lo spettacolo più bello del mondo (almeno per poco, a mio avviso), né nella testa la libertà di affrontare un'estate di meritato riposo.
No, niente di tutto questo.
Chi ha contribuito a creare tutta questa patetica pantomima, che porterà a scannarsi sull'allucinazione collettiva chiamata denaro, non capirà mai il mio disagio, ripensando ai primi di luglio di quando ero piccino. O la rabbia soffocata di Maurizio, quella esagerata di Pietro, la tristezza di Paolo, lo sconforto di Massimiliano, la voce bassa di Galileo.
Questi, invece, cari mostri, sono i miei amici - come tanti altri - che non moriranno mai, finché non morirà la loro passione. Che rimane, oltre le vostre inumane azioni.
Non starò ancora a disquisire dei fondi svizzeri, degli arabi, dei mecenati argentini, degli ingegneri, figure-meteore, bruciate nell'arco di poche ore.
Della banca, degli amministratori, dei loro comunicati, che parlano per frasi sottili, che accennano ma non fanno mai nomi, che non ci spiegano i perché delle dinamiche accadute.
Che adottano un linguaggio sporco, che invadono muri dei tifosi, che indottrinano, non espongono, insultano.
Ecco, noi di tutto questo non abbiamo più bisogno. Vogliamo altro, abbiamo scelto altro.
Chiederemo a gran voce, all'infinito, le ragioni ed i nomi dei responsabili: che già conosciamo, ma vogliamo che siano da voi pronunciati.
Sapete che? Ormai nemmeno vi schifo più, dato che ciò vi darebbe un significato, che non mi permetto più di fornirvi.
La nostra passione vi travolgerà, statene certi.
le passioni travolgono a noi non importa dove giochiamo MA QUANDO GIOCHIAMO.
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