Continuano gli interventi in merito al concetto di Senesità, stavolta applicato ad un certo tipo di mentalità "ottusa" ed ignorante di chi popola la città di cristallo.
Gli errori, si sa, sono umani. Pare invece che il perseverare sia diabolico.
Vogliamo scommettere che ancora non abbiamo capito bene la lezione?
Gli errori, si sa, sono umani. Pare invece che il perseverare sia diabolico.
Vogliamo scommettere che ancora non abbiamo capito bene la lezione?
La storia è semplice: una povera maestra ogni giorno deve correggere il solito errore ortografico. Ogni santissimo giorno i bambini della sua classe commettono lo stesso sbaglio: ripetono pedissequamente l’imprecisione di mettere o non mettere un’acca davanti alla vocale ‘A’ quando diventa verbo.
È uno sbaglio frequente in fin dei conti, il verbo avere è facilmente equivocabile, specie a sei anni. Ma giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, gli alunni commettono la stessa svista: vado ha prendere il giornale/il cane a 4 zampe.
E le elementari si dilatano, diventando lunghissime, tanto da far diventare i bimbi dei giovani adulti e poi dei vecchi, vecchi che frequentano sempre le scuole primarie. E il qui pro quo continua, per sempre.
E' la storia di Siena e dei senesi, che commettono gli stessi errori da decenni. Non analizzano, non criticano, non prendono in esame altre realtà geografiche, politiche, umane, vicine o lontane. Vivono nella stessa identica percezione che individuare un verbo e distinguerlo da una congiunzione non serva nell’ortografia della vita.
E' la storia di Siena e dei senesi, che commettono gli stessi errori da decenni. Non analizzano, non criticano, non prendono in esame altre realtà geografiche, politiche, umane, vicine o lontane. Vivono nella stessa identica percezione che individuare un verbo e distinguerlo da una congiunzione non serva nell’ortografia della vita.
Eppure serve, serve tantissimo. Serve studiare, capire, cambiare velocemente. Cambiare per sopravvivere e per restare saldamente uniti alla vita reale. I senesi evitano di guardare altrove, lì dove il sole splende ancora o dove si cerca di capire quale sia il binario che porta al cambiamento e al miglioramento.
Non capiscono che la rovina di due società sportive è la rovina di albergatori e ristoratori, che, fatti i debiti conti staff, giocatori e dirigenti delle due società non affitteranno più case, non mangeranno più nei locali di Siena, non faranno più la spesa nei nostri supermercati.
Non hanno capito che perdere gli studenti della California University è stato grottesco, che non fare uno stadio nuovo significa perdere una fonte di guadagno, che votare diversamente avrebbe cambiato gli equilibri facendoli migliorare. Non capiscono che lasciando vuote piazze e strade si sgombera la via a chi ha più fame di potere. Non capiscono che tra di loro ci sarà sempre qualcuno pronto a guadagnare sulla loro indolenza. Non capiscono che perdere la banca senza reagire e restando silenti come cavie da laboratorio farà del male ai loro figli e nipoti. Non capiscono che un Comune che non sa fare il proprio lavoro è un impedimento al superamento delle difficoltà economiche, perché un Comune che non valorizza la propria terra non attira capitali. Non capiscono che gli studenti universitari sono una forma di arricchimento culturale e che un’università frequentata e coccolata aumenta il benessere e il quoziente intellettivo della città e dei cittadini.
L’errore di non capire la differenza tra congiunzione e verbo è sottostimata da chi la fa: a qualcuno questa ‘somaraggine’ fa venire la pelle d’oca, altri invece capiscono che possono guadagnarne, tutti comunque ne hanno schifo. Ma la storia va avanti e i senesi commettono lo stesso errore: quello di credere di vivere o in un mondo perfetto o in un mondo che non può cambiare, ignorando la cosa che credono di conoscere di più, la storia della loro città.
Che solo in un momento storico ha primeggiato e prevalso sulle altre: quando era all’avanguardia nel commercio, nella pittura, demograficamente grandissima e crocevia di razze e pensieri.
Un errore a cui non sanno porre rimedio.
Anzi: ha cui non sanno porre rimedio.
Frigidaire
Non hanno capito che perdere gli studenti della California University è stato grottesco, che non fare uno stadio nuovo significa perdere una fonte di guadagno, che votare diversamente avrebbe cambiato gli equilibri facendoli migliorare. Non capiscono che lasciando vuote piazze e strade si sgombera la via a chi ha più fame di potere. Non capiscono che tra di loro ci sarà sempre qualcuno pronto a guadagnare sulla loro indolenza. Non capiscono che perdere la banca senza reagire e restando silenti come cavie da laboratorio farà del male ai loro figli e nipoti. Non capiscono che un Comune che non sa fare il proprio lavoro è un impedimento al superamento delle difficoltà economiche, perché un Comune che non valorizza la propria terra non attira capitali. Non capiscono che gli studenti universitari sono una forma di arricchimento culturale e che un’università frequentata e coccolata aumenta il benessere e il quoziente intellettivo della città e dei cittadini.
L’errore di non capire la differenza tra congiunzione e verbo è sottostimata da chi la fa: a qualcuno questa ‘somaraggine’ fa venire la pelle d’oca, altri invece capiscono che possono guadagnarne, tutti comunque ne hanno schifo. Ma la storia va avanti e i senesi commettono lo stesso errore: quello di credere di vivere o in un mondo perfetto o in un mondo che non può cambiare, ignorando la cosa che credono di conoscere di più, la storia della loro città.
Che solo in un momento storico ha primeggiato e prevalso sulle altre: quando era all’avanguardia nel commercio, nella pittura, demograficamente grandissima e crocevia di razze e pensieri.
Un errore a cui non sanno porre rimedio.
Anzi: ha cui non sanno porre rimedio.
Frigidaire
Bellissimo.
RispondiEliminaFrigidaire.