E d'impatto mi è venuta voglia di intervistare Selvaggia De Luca.
Ne è venuta fuori una chiacchierata che, come si dice dalle nostre parti, "m'ha rimesso al mondo".
Selvaggia è persona bella, nobile, intelligente, cortese come i suoi genitori.
Vorrei che questa intervista fosse fonte non solo di sentimenti legati a nostalgia o rabbia, ma che anzi, leggendola, si potesse prendere ancora spunto da questa famiglia di persone, che il destino ha voluto ci facessero così del bene. Per tale motivo, gioiamo.
- Selvaggia De Luca: presentati al grande pubblico di Wiatutti.
- Ciao a tutti gli amici di Wiatutti, sono Selvaggia de Luca, ho 29 anni, sono una napoletana DOC ma vivo da ormai due anni a Siena. Sono sposata da due anni con Simone e da sette mesi sono diventata mamma di un cicciobello di nome Pierpaolo.
- Bene Selvaggia, levami subito una curiosità, che per ovvi motivi non posso soddisfare: come si vive accanto ad un portiere?
- Beh, non posso lamentarmi... Simone è una persona molto razionale, tranquilla e ottimista, per cui i "problemi" calcistici li gestisce abbastanza bene. In casa è molto presente, gioca con nostro figlio, gli prepara il latte, e sa persino cambiargli il pannolino (mette faccina, NDR)! L'unica nota negativa è il cibo: pasta in bianco, bresaola e verdure grigliate sono diventate il mio incubo!
- Beh, anche il mio, da quando ho il colesterolo alto. Sai che io ho amato alla follia il tu' babbo?
- Beh siamo in due, allora (mette tre faccine, NDR).
- Cosa aveva per te quell'uomo, per farci impazzire tutti così?
- Era una persona VERA. Troppo spesso il tornaconto personale, i soldi, il potere, offuscano i sentimenti e tutto ciò che di puro è racchiuso in essi. Lui ragionava innanzitutto col cuore. Questa era la sua forza. L'intelligenza da sola non basta, ciò che ti avvicina alla gente è il rispetto, la lealtà, la purezza d'animo. Valori che possiedono solo chi ha un cuore grande. E lui ce l'aveva...
- Da Senese, mi vergogno molto per come fu infine trattato. Il Sistema lo travolse e pochi lo difesero. Lui aveva capito di essere diventato un uomo pericoloso per gli equilibri di questa città?
- Lui aveva capito molte cose... era un "visionario". Ma era un uomo con gli attributi e aveva le idee chiare. Si era messo in testa di raggiungere un traguardo, la serie A, ci ha creduto, ha lottato e ci è riuscito. Molti rispondono con le parole, lui invece ha sempre risposto con i fatti.
- Cosa intendi quando dici "visionario"?
- Visionario perché era lungimirante, pensava sempre a lungo termine, valutando pro e contro di ogni situazione. Aveva mille idee ed il cervello sempre in movimento. Oltre ad essere un inguaribile romantico, era anche un instancabile pensatore...
- Quali tratti del carattere pensi di aver preso da babbo?
- Credo di essere simile a lui in tante cose. Di sicuro ho ereditato il suo ottimismo, la sua voglia di sognare pur essendo un uomo molto concreto, ed il suo esser semplicemente se stesso senza maschere né compromessi. In compenso sono una "scassambrella" (rompiscatole in napoletano) come mi chiamava lui (mette faccina, NDR) ed anche in questo somiglio a lui (rimette faccina, NDR).
- Cosa diceva al tempo Paolone di Siena e dei Senesi?
- Papà era innamorato della città e dei Senesi. Ha voluto capire fino in fondo la cultura e le tradizioni di questa città, pur non rinnegando le sue origini partenopee di cui è andato sempre fiero. La sua vittoria più grande era il riscontro che aveva nella gente, avrebbe parlato ore con tutti i tifosi che incontrava durante le sue camminate verso Piazza del Campo.
- Come hanno lasciato Paolone e la famiglia De Luca il bilancio dell'AC Siena?
- Non voglio alimentare ulteriori polemiche. Dico solo che mio padre ha sempre sostenuto sia economicamente che sentimentalmente l' A.C. Siena, senza alcun tornaconto personale. Quando ci siamo resi conto che non potevamo più sostenere il peso di un'azienda così importante, abbiamo messo al primo posto l'amore per questa squadra, cedendola e non usandola come ostaggio. Chi vuol parlare lo faccia pure. Ma, purtroppo per loro, i fatti parlano chiaro.
- La famiglia De Luca, ad esempio nelle persone di Selvaggia e Ciro, potrebbero essere disposte ad intervenire nuovamente nella gestione della società della Robur?
- Alcuni tifosi in questi giorni ci hanno chiesto di prendere la ROBUR in serie D. Noi siamo lusingati da queste dimostrazioni d'affetto che ci riempiono di orgoglio. Nella storia del Siena un de Luca già c'è, noi figli possiamo solo guardare con ammirazione ciò che è riuscito a fare nostro padre e sperare che un domani arrivi qualcuno che si innamori della Robur, ridando così vita al magico sogno bianconero.
Ciao Selvaggia, ciao Paolone.
Devi essere orgoglioso di avere una figliola così.
Grazie di cuore alla famiglia De Luca. Sempre risconoscente.
RispondiEliminaPiù SENESI di tanti senesi.
RispondiEliminaCuorenero.