LA FOLOSA COMMEDIA. Inferno, Canto I (Introduzione) - Seconda Parte

"Incomincia la Comedia di Al-Mutanabbi di Siena, ne la quale tratta de le pene e punimenti de' vizi e de' meriti e premi de le virtù. Comincia il canto primo de la prima parte la quale si chiama Inferno, nel quale l'auttore fa proemio a tutta l'opera"
(Anonimo commentatore del XIV secolo)

Dopo queste sventure, mi ritrovai davanti ad un'entrata di una grotta.
Sopra c'era una scritta. Una scritta strana: “Lasciate ogni speranza o voi che entrate”. Preso dalla curiosità, entrai. Un caldo disumano. Mi prese un accidente. Davanti a me un tipo strano. Occhialini da sole. Dentro una grotta cosa ci faceva? Occhialini firmati. Vestito come un damerino. Con pure la sciarpa folosa. Con il fazzoletto nel taschino. Praticamente molto simile ad un giovin rampollo di nobil famiglia. Con un ombrellino in mano. Si presentò.
"Salve signore. Signore? Lasciamo perdere. Vestito come un plebeo... Io sono Lapo del Querciolo. Sarò la sua guida, your guide, se vorrà fare un viaggio di piacere qua negli inferi. Sappia che se non è americano, inglese o pieno di soldi a me sta sulle palle. Peggio se tifoso del Siena, quelli li disprezzo a bestia. Of course".
"So' senese e tifoso del Siena, e allora?", risposi io. Prese fuoco letteralmente. Poi purtroppo si ricompose.
Eh sì, ero finito all'Inferno. Come il sor Dante Alighieri.
"Ma scusi, lei è vestito tutto scicchettoso, e l'ombrellino che c'entra?".
"Fo la guida. I am a guide. L'ombrellino lo devo avere. Almeno fosse firmato... Comprato in quell'orribile mercato di Siena, the market. Oh, che ribrezzo, tutta quella gentaccia".
"Ma lei è qui come lavoratore, si fa per dire, o come dannato?".
"Come dannato, ahimè. Sa, lassù non potevo fare la guida, the guide, perché non avevo l'autorizzazione, the autorization. Però una richiesta oggi, la fame domani, insomma, alla fine m'hanno pizzicato e m'hanno spedito quaggiù. Quanto mi fanno lavorare! Non sono abituato a farlo".
Una tipa si avvicinò e prese Lapo da una parte. Io rimasi ad aspettare. Una voce mi chiamò.
"Oh lei. Oh quell'omo, o icche fa, entra o resta lì a far iggrullo?".
"Io entrerei. E visto che son vivo, vorrei anche uscire, alla fine. Lei chi è?”.
"Oh 'un la si ve'e, son la bigliettaia. Son qua, dipendente d'una cooperativa. Quella che gestiva tanti musei a casa sua, a Siena. Sa, la ditta su ha fatto tanti di quei casini che per punizione la si deve gestire gratisse la biglietteria quaggiù, per un saaaacco di anni ancora. Il Lapo lo si conosce'a di già, la ci porta'a tanti di quell'anglosassòni... La mi so' sempre chiesta perché la ci chiamonno a noi. Ma a Siena 'un la c'era una cooperativa di ragazzotti che pote'a fa' questo lavoro? Ovvia, son 500 euro, sconto comitiva”.
Sconsolato, guardai la bella guida, che mi fece cenno di entrare: “Come on”.