La madre era al settimo cielo. Big P spesso uguale, a momenti no. In quei momenti pensava a quanto costava un pargolo. Soprattutto per le idee della moglie. Temeva un salasso. Anche 20.000 lire per lui erano un salasso.
La moglie di Big P diceva:
"Per Little M. I want un corredo firmato. Da Marballo, roba chic".
"Costa troppo. Gli passo il mio".
"Tuo corredo fa veramente cacare. Mezzo si è fatto tendine, dear husband. Poi tardi. Già prenotato. You tomorrow passi in negozio e paghi. Poi voglio che piccolo vada in asilo nido molto fashion. Dove studia inglese. Musica con i più bravi maestri".
"Ma non si potrebbe affidare ai nonni come tanti? O guardarlo tu?".
"No, voglio mega asilo. Il Rockfeller asilo. Poi non fare storie, ho già iscritto Little M. Tu domani l'altro passi e paghi".
"Pago di là, pago di qua. Ma chi so' io, Berlusconi?".
"Chi è Berlusconi?".
"Non lo so, non lo conosco. Ma son sicuro che sarà uno parecchio ricco, un giorno".
La signora M. cominciò ad agitarsi.
"Caro, ho le doglie".
"Porca miseria. Queste quanto costano? Oh poco, mi è rimasto poco liquido".
"Mi si rompono le acqueee".
"E stai più attenta, no? Con quanto costano gli idraulici".
Arrivò la donna di servizio, che Big P. non sapeva di avere. Dopo dieci minuti riuscì a spiegargli che la moglie stava per partorire. Poi altri due minuti per fargli capire chi era. E un quarto d'ora per rianimarlo. Per la nascita? Forse, ma anche per uno stipendio in più da pagare.
Arrivarono in ospedale con un ambulanza che Big P. non voleva. Ma gli fu detto che era gratuito e allora ne fu entusiasta. L'avrebbe voluta anche il giorno dopo per andare in cantiere, l'ospedale durò una fatica disumana a fargli capire che che era un ambulanza, non un taxi. La discussione terminò solo quando gli fu detto che gli era nato il figlio. Avrebbe voluto e dovuto assistere. Ma quella opportunità di un mezzo di trasporto gratis gli sembrò troppo ghiotta per farsela sfuggire. Il piccolo Little M. era un po' bruttino. Racchiotto. Ma era suo figlio. Lo guardò bene. E vide una voglia. Una strana voglia. Una voglia a forma di stadio.
La moglie di Big P diceva:
"Per Little M. I want un corredo firmato. Da Marballo, roba chic".
"Costa troppo. Gli passo il mio".
"Tuo corredo fa veramente cacare. Mezzo si è fatto tendine, dear husband. Poi tardi. Già prenotato. You tomorrow passi in negozio e paghi. Poi voglio che piccolo vada in asilo nido molto fashion. Dove studia inglese. Musica con i più bravi maestri".
"Ma non si potrebbe affidare ai nonni come tanti? O guardarlo tu?".
"No, voglio mega asilo. Il Rockfeller asilo. Poi non fare storie, ho già iscritto Little M. Tu domani l'altro passi e paghi".
"Pago di là, pago di qua. Ma chi so' io, Berlusconi?".
"Chi è Berlusconi?".
"Non lo so, non lo conosco. Ma son sicuro che sarà uno parecchio ricco, un giorno".
La signora M. cominciò ad agitarsi.
"Caro, ho le doglie".
"Porca miseria. Queste quanto costano? Oh poco, mi è rimasto poco liquido".
"Mi si rompono le acqueee".
"E stai più attenta, no? Con quanto costano gli idraulici".
Arrivò la donna di servizio, che Big P. non sapeva di avere. Dopo dieci minuti riuscì a spiegargli che la moglie stava per partorire. Poi altri due minuti per fargli capire chi era. E un quarto d'ora per rianimarlo. Per la nascita? Forse, ma anche per uno stipendio in più da pagare.
Arrivarono in ospedale con un ambulanza che Big P. non voleva. Ma gli fu detto che era gratuito e allora ne fu entusiasta. L'avrebbe voluta anche il giorno dopo per andare in cantiere, l'ospedale durò una fatica disumana a fargli capire che che era un ambulanza, non un taxi. La discussione terminò solo quando gli fu detto che gli era nato il figlio. Avrebbe voluto e dovuto assistere. Ma quella opportunità di un mezzo di trasporto gratis gli sembrò troppo ghiotta per farsela sfuggire. Il piccolo Little M. era un po' bruttino. Racchiotto. Ma era suo figlio. Lo guardò bene. E vide una voglia. Una strana voglia. Una voglia a forma di stadio.
Nessun commento:
Posta un commento