Pagine

Le nostre rubriche

mercoledì 21 febbraio 2024

La vergogna di essere ItagliENI

Ammetto che ho i conati di vomito mentre mi appresto a scrivere questo articolo. Però bisogna che lo faccia.


Qualche giorno fa lo studio legale Foley Hoag LLP ha fatto recapitare a ENI S.p.A. un avviso chiaro di non intraprendere attività nelle aree marittime della Striscia di Gaza che appartengono alla Palestina.

Il governo israeliano ha annunciato la concessione nella zona di mare G il 29 ottobre 2023, tre settimane dopo l’attacco di Hamas e nel pieno dei bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza. Il 62% della zona G rientra nei confini marittimi dichiarati dallo Stato di Palestina nel 2019 in conformità con le disposizioni della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982 (UNCLOS), di cui la Palestina è firmataria.

I gruppi palestinesi per i diritti umani Adalah, Al Mezan, Al-Haq e PCHR hanno fatto appello alle società coinvolte di astenersi immediatamente dalla partecipazione “ad atti di saccheggio delle risorse naturali sovrane del popolo palestinese” e hanno dato mandato allo studio legale Foley Hoag LLP di agire per loro conto, avvisando gli enti coinvolti che “l’emissione della gara d’appalto e la successiva concessione di licenze per l’esplorazione in questo settore costituiscono una violazione del diritto internazionale umanitario (IHL) e del diritto internazionale consuetudinario“. Le associazioni fanno presente che “le offerte, emesse in conformità con il diritto interno israeliano, equivalgono effettivamente all’annessione de facto e de jure delle aree marittime palestinesi rivendicate dalla Palestina, in quanto cercano di sostituire le norme applicabili del diritto internazionale applicando invece la legge interna israeliana all’area, nel contesto della gestione e dello sfruttamento delle risorse naturali. Ai sensi del diritto internazionale applicabile, a Israele è vietato sfruttare le risorse finite non rinnovabili del territorio occupato, a scopo di lucro commerciale e a beneficio della potenza occupante, secondo le regole di usufrutto, di cui all’articolo 55 del Regolamento dell’Aia. Invece, Israele come autorità amministrativa di fatto nel territorio occupato non può esaurire le risorse naturali per scopi commerciali che non sono a beneficio della popolazione occupata”. La notifica legale presentata dalle organizzazioni palestinesi contiene un avvertimento chiaro a ENI e alle altre società che intendono sfruttare il gas al largo di Gaza: utilizzando la concessione israeliana potrebbero rendersi complici in crimini di guerra. Il riferimento è all’indagine per genocidio da parte della Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia che potrebbe, secondo la notifica dello studio legale, avere risvolti molto gravi sulle azioni “di saccheggio” delle risorse naturali appartenenti ai territori palestinesi occupati da Israele. Come visto dalle organizzazioni, la demarcazione unilaterale di Israele dei suoi confini marittimi per includere le aree marittime della Palestina e le lucrose risorse naturali non solo viola il diritto internazionale, ma perpetua anche un modello di lunga data di sfruttamento delle risorse naturali dei palestinesi per i propri guadagni finanziari e coloniali. Israele cerca di saccheggiare le risorse della Palestina, sfruttando quella che è già una semplice frazione delle risorse naturali legittime dei palestinesi”.

Il governo israeliano ha risposto che, per principio consolidato, “solo gli Stati sovrani hanno il diritto alle zone marittime, compresi i mari territoriali e le zone economiche esclusive, nonché di dichiarare i confini marittimi”. Non essendo, dunque, quello palestinese uno Stato riconosciuto da Israele, non ha diritto legale sulle zone marittime.

Splendido il commento del Ministro degli Esteri Tajani all’interrogazione di Verdi-Sinistra sul tema: non c’è "ancora" sfruttamento delle risorse palestinesi. Forse perché semplicemente il tutto non è iniziato e deve terminare la fase esplorativa?

Rubare le risorse a un popolo in via di sterminio davanti agli occhi dell'Occidente che fa finta di non vedere mi dà il voltastomaco, sia come sia la battaglia legale, il diritto alle concessioni, ecc. L'Itaglia, come tutti i Buoni, è complice della morte di migliaia di persone; ed in più ruba alle stesse persone che stanno morendo; ed in più si permette di prendere per il culo.

Già, perché se non fosse stato per i gruppi palestinesi per i diritti umani, non avremmo neppure mai saputo di questa vergogna. E poi perché Tajani seguita a mentire, quando dice che "la via maestra è quella del dialogo" (mentre migliaia di donne e bambini cadono come mosche sotto l'assedio israeliano senza che nessuno forzi per almeno sospendere la mattanza) e che in zona ci sarebbero "interessi confliggenti". Confliggenti un cazzo, dato che secondo la Convenzione ONU sul diritto del mare la Palestina proietta la sua porzione di mare per 20 miglia dalla costa e che nel 1999 l’Autorità Palestinese concesse una licenza alla British Gas che l’anno successivo scoprì un grosso giacimento al largo delle coste di Gaza, noto come Gaza Marine. Ma i palestinesi non possono estrarre il gas di Gaza Marine: Israele dal 2007 ha infatti dichiarato un blocco navale intorno alla Striscia. Come sempre, Israele con il benestare dell'Occidente fa ciò che vuole in zona, violando ogni legge, trattato, patto, convenzione che si possa stipulare.

Vigliacchi, vergognosi.

Nessun commento:

Posta un commento