Riceviamo e pubblichiamo. Cheddì, AB pungola sui commenti, Marco Sbarra replica...
E' vero, nella vita bisogna essere miti ed umili di cuore, come insegnava un certo Ebreo che conosceva la Verità, ma certamente cercare di discorrere amabilmente con un soggetto progressista metterebbe alla prova pure la pazienza dei Santi. Nella mente del nostro non si tiene conto dei fatti, ciò che fa fede è solo la sua ideologia, che quando non corrisponde alla realtà delle cose impone di non tenerne conto. Il radical chic sinistrorso quando non può negare la veridicità dei fatti cerca di sviare l'attenzione utilizzando il gioco delle tre tavolette. Evita di rispondere sul merito degli argomenti, preferendo attribuire all'interlocutore dichiarazioni inesistenti e interpreta il suo pensiero in senso malevolmente difforme dal vero. Quando non arriva ad attribuirgli affermazioni mai fatte né pensate o ad accusarlo di crassa ignoranza o di insensatezza conclamata.
Esempio di scuola è rappresentato dal campione progressista di Siena che ama impartire lezioni di savoir-faire e di decenza politica attraverso le sue frequentazioni in questo blog. Il nostro, in un impeto di arroganza intellettuale, in stile Eugenio Scalfari, arriva addirittura a tacciare di irrazionalità Aristotele, il più grande filosofo dell'antichità, e i suoi fruitori, fra i quali occupa un posto di assoluto rilievo il grande Aquinate San Tommaso, teologo e filosofo, chiamato Doctor Angelicus. Colui che era solito, prima di iniziare le lezioni accademiche, mettere sull'avviso gli studenti mostrando loro una mela e dicendo "Questa è una mela. Chi non è d'accordo, può andare via". In sintesi, non è il pensiero, l'ideologia a determinare l'essere, la realtà: ma è l'essere, la realtà che determinano il pensiero. Capisco che per la guache au caviar un pensatore come san Tommaso d'Aquino rappresenti un boccone indigeribile, visto che ha fatto della ragione e della Verità il suo indefettibile scopo di vita.
Ringrazio il mio interlocutore che si sforza di interpretare il mio pensiero, peccato però che incorra quasi sempre in sfondoni e che la sua esegesi sia di solito farlocca. Preferirei quindi darne personalmente l'interpretazion autentica, ad esempio su quanto scritto sui poteri forti. E' lapalissiano che il mio assunto si riferisse alla situazione politica italiana e qui non ci piove che il partito di riferimento delle oligarchie economico-finanziarie anche internazionali sia il Pd. Sempre qui in Italia è provato che i poteri forti non tiranneggiano punto i partiti sovranisti, visto che il governo giallo-verde è caduto sotto la spintarella di Bruxelles, che ha ostacolato in ogni modo la sua azione, dichiarando invece bellamente tutto il suo amore per un governo a guida Pd.
E a proposito di governo, è clamoroso il fatto che la nave Ong Ocean Viking, con 104 persone a bordo comprese donne incinte e bambini, sia rimasta in mare ben 11 giorni prima che le venisse concesso il diritto di sbarcare da noi. Coraggiosi navigatori progressisti, complimenti per aver battuto il record di durata del “sequestro di persone” che apparteneva al barbaro Salvini, fermatosi solo a 9 giorni. Problemi tecnici, problemi burocratici? Macchè, solo problemi politici di bottega, cioé lo svolgimento delle elezioni in Umbria. Lo sbarco, hanno pensato i soloni della sinistra, poteva far perdere dei voti, perchè il popolo è rozzo e becero e non capisce che ci sono in gioco le vite umane dei migranti. Peccato che loro, i solidaristi, i buoni samaritani, quelli che sparavano cannonate e facevano l'arrembaggio alle navi quando Salvini tratteneva gli sbarchi, si siano voltati dall'altra parte e per che cosa? Per prendere comunque una sprangata sui denti di proporzioni bibliche la coscienza progressista è stata messa in freezer. Ma la cosa intollerabile è che, archiviato con nonchalance l'uppercut umbro, improvvisamente i nostri eroi caritatevoli, tipo i piddini Franceschini e Faraoni, si siano ricordati della nave e messi a strepitare perché rientrasse subito in porto. Quanta miserabile ipocrisia da parte di un partito che non ha altra mission che quella di gestire il potere, costi quel che costi.
La cultura progressista perde di vista le realtà della vita quotidiana e ai suoi adepti non importano nulla le condizioni di vita dei tanti poveracci italiani che già soggiaciono alla prepotenza criminale autoctona e in più devono sorbirsi la criminalità d'importazione. Per i signorotti progressisti non devi nemmeno protestare, sennò sei un razzista: per loro i delinquenti nostrani vanno combattutti (a parte quelli che fanno affari con le coop rosse o con gli amministratori progressisti in tutta Italia) mentre quelli esterni, mafia nigeriana compresa, vanno lasciati stare, perchè sennò ti bollano con la parolina magica: razzista. Poveri progressisti: razzisti siete voi, che considerate minus habens coloro che non ne vogliono sapere di accodarsi al vostro perbenismo di classe e alla vostra infinita ipocrisia.
Marco Sbarra

Intanto bella risposta, mi è piaciuta e non scherzo. Rimangono le divergenze inconciliabili. Io l'Italia ed il mondo futuro me li immagino multiculturali, aperti, pieno di colori e di sfumature, e penso alle turbolenze attuali come ad un inevitabile epifenomeno dei cambiamenti legati al progresso del genere umano, lei invece li vede chiusi da muri culturali, fisici e religiosi. Poi mi può chiamare radical-chic, campione progressista o come preferisce, ma rimane il fatto che io mi sforzo di guardare avanti mentre lei (insieme a moltissimi altri) si attacca ad un inesistente passato idealizzato come una patella allo scoglio. Per il resto continuo a ritenerla ingenuo nel pensare che i potentati non abbiano sponde in qualsiasi "forza" politica nostrana. Magari hanno dei referenti preferenziali che al momento gli rendono la vita più facile, ma pensare che gli altri siano dei puri difensori solo dei nostri interessi, suvvia. Potrebbe chiederlo a Savoini, ma poi mi faccia sapere cosa le risponde.
RispondiEliminaSempre un piacere...
AB
Bel pezzo...ottima analisi
RispondiEliminaL'utopia del progresso certo e inevitabile del genere umano verso un futuro felice è un dogma che ha già segnato miseramente l'esistenza di milioni e milioni di persone. L'uomo, è dimostrato dalla Storia, da solo non è in grado di percorrere il cammino che lo renda veramente libero e compiutamente realizzato.
RispondiEliminaI muri che tu AB aborri non sono espressione di egoismo e insensibilità verso lo straniero, costituiscono invece il fondamento della nostra civiltà, senza i quali la stessa non avrebbe potuto esistere né prosperare, senza i quali - e senza gli eserciti - sarebbe stata distrutta dagli attacchi esterni portati da forze e popoli a quella ostili. Senza muri non ci sarebbero mai potuti essere i grandi esponenti della nostra civiltà greco-cristiana, senza muri non ci sarebbero stati lo splendore delle arti, delle città, i grandi scienziati, la libertà individuale con annesso elevato tenore di vita, senza muri le nostre radici profonde sarebbero state divelte.
Se poi tu ritieni che la nostra civiltà bimillenaria sia da archiviare perché ti sono venuti in uggia i principi che la reggono, alla moda dei progressisti, allora ben venga la sostituzione multietnica del nostro popolo. Però devi meditare sulle conseguenze. Immaginiamo cosa accadrebbe ad esempio con una società in cui l'Islam sostituisse il cristianesimo: teocrazia totalitaria, democrazia spazzata via, libertà individuali sparite, donne sottomesse, terrore, sarebbero pane quotidiano. E' questo che volete voi progressisti, perché è questo che vuole il capitale selvaggio, il quale brama la desertificazione delle nostre società libere perché una volta sovvertite le liaison antiche che ci legano ai tanti che ci hanno preceduto e che ci permettono di essere liberi e di dire NO alle barbarie, una volta creata un caos multietnico per cui il male e il bene, il giusto e l'ingiusto divengono un optional nelle mani dei padroni del vapore, è assai facile asservire le menti degli uomini e renderli semplici automi. E' di tutta evidenza che l'immigrazione selvaggia è un favore alle élites, che tra l'altro possono così abbassare i salari dei lavoratori autoctoni e procurare rilevanti costi sociali.
Ma come fai ad essere ottimista per il futuro quando tutti i giorni abbiamo sotto gli occhi una società che si sta sfaldando, dove anche le cose più evidenti, più naturali non hanno alcun valore e vengono sovvertite. Come avere fiducia nell'uomo quando pochi autocrati, dall'alto dei loro patrimoni di migliaia di miliardi di euro sono in grado di condizionare se non comprare anche i governanti dei Paesi, quando sono loro a stabilire le nuove regole morali? Ma i progressisti non ancora soddisfatti della loro opera di destrutturazione sociale compiuta, hanno già pronti altri "missili" in parlamento per rendere la nostra Italia sempre più stranita e a misura di morte. Finché l'ideologia utopica progressista - che viene assai di lontano - non lascerà il posto alla razionalità e alla coscienza ancorata alle norme perenni e immutabili che ci hanno regalato la civiltà più splendente e a misura d'uomo, non ci potrà essere futuro.
Molto bella anche questa Sbarra, però leggendola a qualcuno potrebbe venire il dubbio: se lei fosse vissuto nella prima metà del ventesimo secolo sarebbe stato un fervente fascista od un entusiasta nazista? Io sinceramente penso di no, troppo cattolico, anche se a suo modo.
EliminaComunque io non voglio rinunciare alle nostre radici, non ci penso proprio, però penso che la civiltà più splendente ed a misura d’uomo debba accettare la sfida imposta dalla modernità. Se scende in centro a Siena troverà a passeggio più asiatici che autoctoni, così come facendo qualche zingarata nei piccoli borghi che la circondano potrebbe avere grosse difficoltà ad incontrare un italiano “purosangue”. Saremo splendenti ma al momento siamo demograficamente morti (ma non per colpa mia, io tre figli li ho e spero che anche lei il suo dovere lo abbia fatto). I muri poi non ci possono più essere perché fisicamente ci muoviamo all’impazzata da un estremo all’altro del globo in poche ore, per non dire delle autostrade virtuali dove lo spostamento è possibile in tempo reale. Possiamo alzare tutti i muri che vogliamo, intanto i nostri figli giocano inebetiti a Fortnite in squadra con magari un bianco neozelandese, un giallo giapponese, un musulmano pakistano ed un sudafricano più nero della pece.
Lei stia lì sulla riva a costruirsi il suo patetico argine mentre arriva lo tsunami, la saluto, io mi butto in acqua e vedo che succede.
AB
Il tuo assunto, AB, a prima vista appare sensato e condivisibile, ma il substrato che lo sorregge lascia intravedere una debolezza di fondo. Nessuno nega che, come affermi, la sfida della modernità va affrontata.
EliminaMa con quali armi? Forse lasciandoci colonizzare senza battere ciglio, anzi favorendone lo sviluppo, da culture che dichiaratamente vogliono bruciare le nostre radici, che pure anche tu dici di voler mantenere? Vogliamo continuare noi fautori del progresso infinito a deridere, offendere e bersagliare in mille modi la fede cristiana e invece usare tutte le premure per usanze e riti che qui da noi dovrebbero essere considerati reati?
Io non credo che possa esistere un cattolico "a suo modo", ma solo un cattolico coerente con la sua fede. Purtroppo il progressismo è diventata l'ideologia di riferimento anche nella Chiesa Cattolica, per cui ormai chi professa la propria fede sulle fondamenta immutabili di quello che fu rivelato duemila anni fa viene considerato fuori dalla Chiesa e pure dal mondo. Per un cattolico punto e basta non deve esistere il passato, né il presente e nemmeno il futuro, perché le fonti da cui trae la sua fede sono eterne, valgono allo stesso modo in qualsiasi periodo storico, per cui non licet annacquarle o adattarle al mondo di oggi per maggior comodo. Cosa che invece la vulgata progressista vuole fare.
La sfida della modernità la puoi vincere se ti premunisci delle armi per combattere le sue storture e puoi fare ciò se hai le certezze che avevano, ad esempio, i valorosi di qualche secolo fa che a più riprese eroicamente fermarono le avanzate islamiche che volevano fare tabula rasa della nostra civiltà.
Ai nostri giorni non è più possibile costruire muri reali, d'accordo, ma il problema è che non riusciamo più nemmeno ad erigere lo scudo protettivo della difesa dei nostri ideali, delle nostre certezze. Anzi, ci stiamo insensatamente autodistruggendo con una leggerezza insondabile. Io, nell'attesa dello tsunami - che garantito arriverà - mi aggrappo ad una Roccia di duemila anni fa.
Tu buttati pure in mare aperto, ma occhio agli squali.
La ringrazio.
RispondiElimina... telefonatevi...
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