Ok, lo ammetto io sono strano. Non proprio diverso, ma strano sì. Oddio, strano è una parola grossa che significa tutto e niente; però via, normale normale non credo di esserlo. O forse sì e allora è la mia normalità a rendermi strano, perché in un mondo di matti sono i lucidi a distinguersi. Però dai, un po’ bislacco lo sono: un giorno sono triste, quello dopo rido beato (e non assumo Prozac, giuro!), cambio umore molto più velocemente dei calzini, certi giorni ho il morale alle stelle, certi altri odio anche quelle, etc etc. C’è di buono che anche la vita è strana. Strano io, strano questa vita, recitavano una trentina di anni fa le parole di una canzone dei Vernice, anche se a dirla tutta personalmente adoravo di più "solo un brivido", ma purtroppo con questo pezzo non c’entrava niente. O forse sì, ma lo scopriremo solo strada facendo, esattamente come il destino della Robur. Dicevamo, un giorno vado su, un giorno giù. Su e giù. Giù e su. Se il buon giorno si vede dal mattino, spero proprio che il campionato della Robur non sia da montagne russe. A proposito, ma le montagne russe a Mosca come si chiamano? Sì lo so, dentro di me ho troppe domande e poche risposte: mi sa che invecchiando dovrò fare i conti con un sacco di dubbi.
Comunque bando alle ciance e parliamo finalmente di Robur. Dopo un’era geologica, con tanto di estinzione di alcune specie di animali, torniamo alla vittoria. Oggi quindi è un giorno su. Domani chissà, chi vivrà vedrà. Adesso siamo qui a fregarci le mani, contenti e felici per aver vinto col Pisa (che bei tempi l’ultima volta che finì 1-0), mentre giusto ieri eravamo mosci e afflosciati a causa della brutta sconfitta col ????. Da una parte aver vinto ieri un pochino mi rammarica, perché se i tre punticini l’avessimo presi lo scorso anno, quando quella palla di Sbraga invece di finire in fondo al sacco decise di dirigersi verso la statua di Santa Caterina dopo essersi schiantata sul palo, oggi al netto dei vari Pane, Emmausso e compagnia bella, si sarebbe davvero in serie B al posto del Livorno - che tanto, per quello che sta facendo, poteva stare benissimo anche dov’era. Dall’altra però il successo mi rende un po’ più speranzoso, soprattutto se penso al futuro. Dopo un estate giù, che più giù non si può e un inizio di campionato impostato sulla velocità di crociera Lumaca Economy, finalmente siamo entrati in fase su.
Ora, parliamoci chiaro, non so se questi tre punti saranno un fuoco di paglia nel freddo dell’autunno, duraturi come il caldo dell’estate di San Martino o se invece abbiamo finalmente invertito la rotta; fatto sta che oggi mi sento abbastanza su. Anche altri parti del mio corpo vorrebbero tanto poter dire la stessa cosa, ma Lourdes è lontana e il Viagra costa troppo, quindi dovrò accontentarmi di quel che ho e godere delle poche cose belle che la vita deciderà di concedermi, tipo Cianci che abbatte uno a uno tutti i difensori avversari e segna entrando in porta col pallone, mettendo d’accordo per una volta tifosi e misteri. A tal proposito, vi assicuro che PC 24 da Bari non è violento, soltanto che da piccolo è caduto nella pozione e i risultati della mutazione sono sotto gli occhi di tutti.
Ne sa qualcosa il buon Giovanni Mittica, anche lui barese, guardalinee professionista di Lega Pro (o Serie C?) e malcapitato di turno. Nella notte senese, mentre da giù cercavamo di tirarci su, in pochi hanno visto veramente cosa sia successo nei pressi della panchina storicamente riservata alla squadra ospite (a parte l’anno di Antonio Conte in B, che voleva stare dietro al guardalinee per potergli rompere i coglioni per tutti i 90 minuti). La partita in realtà era scorsa via tranquilla e a parte qualche rogata all’arbitro e un paio di rospate al badarighe (che per offenderlo mi sono anche perso anche il goal!), stava lentamente avviandosi verso il triplice fischio finale. Poi la coincidenza astrale che nessuno si aspetta, nemmeno Famoso Iole: al minuto 84’ Ciancione esce, sostituito da Guberti. Pochissimo tempo dopo il guardalinee si accascia al suolo, alzando le gambe per aria come Willy il Coyote dopo l’ennesima musata contro la parete della montagna. E non si rialza più. Quello che è successo dopo non ci interessa, sarà compito della magistratura, del TAR o dell’Inquisizione. Nostro compito è invece capire cosa sia successo prima, anche perché in questo Paese ce ne sono già troppi di misteri irrisolti, quindi è bene fare chiarezza qualche volta.
Nascosto dall’oscurità delle tenebre, il nostro bomber col 24 sulle spalle uscendo dal campo sembra abbia guardato storto il povero assistente dell’arbitro. Il Mittica, Giovanni per amici e familiari, già intimorito dalla stazza del calciatore bianconero, pare lo abbia riconosciuto, rivedendo nel suo sguardo gli stessi occhietti vivaci del bambinone che anni prima metteva a fuoco e fiamme mezzo città, terrorizzando vigili, maestre e cittadini, ancor peggio della Sacra Corona Unita. Pietrino in verità l’ha guardato senza dargli troppo peso, così come l’orca assassina guarda il merluzzo, ma il guardalinee invece ha sentito un qualcosa rompersi dentro e, dopo qualche minuto di agonia, è caduto vittima di un tetro incubo, nel quale lui scappava per le vie di Bari inseguito da un Cianci verde con indosso la maglia della Robur ridotta a brandelli. La Pubblica Assistenza (o la Misericordia?), non l’ha portato via in quanto infortunato, ma perché delirante: sembra addirittura che alla risposta del mister del Pisa: "Come va?", abbia risposto: "Riso, patate e cozze". A lui naturalmente vanno gli auguri di pronta guarigione del sottoscritto e mi dispiace molto che in futuro possa associare Siena alla paura, così come mi rammarica che la sua serata sia finita nel peggiore dei modi: scosso dai brividi gelidi di un terrore a lungo sopito, che pensava di aver dimenticato. Noi dal canto nostro, ebri di gioia per la vittoria, eravamo già pronti a mettere in piazza una petizione per intitolargli il Rastrello, che per l’occasione avrebbe mutato nome in "Al Guardalinee Mittica"; tuttavia speriamo non ci sia bisogno di arrivare a tanto, perchè tutto è bene ciò che finisce bene! Quindi, passata la paura e spente le luci, oltre alla gioia dei tre punti, di questa partita forse non ci rimarrà che "solo un brivido". Ecco io lo sapevo che in qualche modo questa canzone ce la infilavo: a lei!
Siena - Pisa: 1-0! Mai risultato fu più dolce. Per quello che evoca e per quello che potrebbe far nascere. Tanto è inutile fare progetti, un giorno siamo da Serie B (si fa per dire) e quello prima da seconda categoria, quindi non ci resta che aspettare che arrivi la prossima. Poi sarebbe anche l’ora che la gente tornasse allo stadio, perché s’era pochini davvero! Comunque la maglia nera mi piace parecchio: questa sì! Mentre quella arancione malato dei pisani è ancora più brutta della nostra. Ma chi le disegna non se ne accorge?
Siena - Pro Vercelli: passata la pausa toscana, ricorda con il Piemonte. Ma tanto prima o poi queste squadre sabaude finiranno. Adesso è l’ora di mettere la quarta e dare una logica continuità ai tre punti dell’altra sera. E scritto così pare anche una frase intelligente.
... tira in porta e marca il goal! (Ma marchiamone anche due qualche volta. Così, tanto per stare tranquilli una voltaccia!).
Siena - Pisa: 1-0! Mai risultato fu più dolce. Per quello che evoca e per quello che potrebbe far nascere. Tanto è inutile fare progetti, un giorno siamo da Serie B (si fa per dire) e quello prima da seconda categoria, quindi non ci resta che aspettare che arrivi la prossima. Poi sarebbe anche l’ora che la gente tornasse allo stadio, perché s’era pochini davvero! Comunque la maglia nera mi piace parecchio: questa sì! Mentre quella arancione malato dei pisani è ancora più brutta della nostra. Ma chi le disegna non se ne accorge?
Siena - Pro Vercelli: passata la pausa toscana, ricorda con il Piemonte. Ma tanto prima o poi queste squadre sabaude finiranno. Adesso è l’ora di mettere la quarta e dare una logica continuità ai tre punti dell’altra sera. E scritto così pare anche una frase intelligente.
... tira in porta e marca il goal! (Ma marchiamone anche due qualche volta. Così, tanto per stare tranquilli una voltaccia!).
Mirko
Se la gente non ci torna allo stadio,chiedetevi il perchè,invece di fare pseudo-appelli e quant'altro.
RispondiEliminaOltretutto,quelli veri e storici che dentro al Rastrello c'erano cresciuti,non si faranno certamente irretire da un risultato positivo,no?
A volte,sembrate tutt'uno con quelli della gradinata,10 bocche ed un solo cervello.
Il perchè c'è ma non e' assolutamente quello che pensi te e pochi altri...
RispondiElimina