Il canale youtube di wiatutti!

mercoledì 21 novembre 2018

Adoro

Tranquilli ragazzi, nonostante tutto e tutti, il freddo è arrivato. All’improvviso e senza essere in lista. E in un batter d’occhio è entrato ovunque: fra stipite e finestra, giù per la schiena, dentro alle scarpe fra il calzino e mignolino. Da qui in avanti a poco serviranno cappotti pesanti e cappelli di lana: il ghiaccio gelerà l’erba dei giardini, avvolgerà la punta del naso e trasformerà il fiato in fumo. Irromperà nella vita di tutti i giorni, colpirà e riderà di noi attraverso i mulinelli gelidi di aria fredda che dai vicoli irromperanno nelle piazze, mentre i pensieri appena formulati geleranno immediatamente e cadranno al suolo.

Ho sempre sospettato di coloro che all’estate preferiscono l’inverno. Dire "meglio il freddo del caldo" è un po’ come dire "mi piace il lunedì" o "adoro farmi fare le punture nel sedere": una distorsione irrazionale del buon senso e del quieto vivere. L’essere umano non è fatto per stare a 0 gradi. Quello è l’orso polare delle caramelle Golia. 
Per fortuna con il freddo novembrino è arrivata finalmente anche il primo successo esterno di questa stagione della Robur. Adoro le domeniche che finiscono così: 3 goal alla Puppese e tutti a casa davanti al focolare a mangiar castagne e bere vino nuovo, tanto per utilizzare a casaccio un'immagine stereotipata e poco originale dell’autunno, che puntualmente tutti gli anni si ripropone nella mia povera mente obnubilata dall’aria gelida e dai vapori del vin brulé. Sono talmente contento di questa vittoria, che manco lo sento questo freddo. Oddio, per come s’era messa la partita, la contentezza è soltanto di poco superiore all’incazzatura, dettata dall’aver dilapidato un patrimonio di due goal di vantaggio e averla quasi persa nel secondo tempo. Praticamente in 90 minuti abbiamo assistito ad un coast to coast paradiso - inferno - paradiso dove Virgilio ha assunto le sembianze di un portiere con la P maiuscola che, prendendoci per mano come le maestre con i cittini dell’asilo, c’ha tranquillizzato tutti prima di accompagnarci a riscuotere la vincita dell’insperato terno sulla ruota di Lucca. E verso le 20 anche il freddo è parso meno freddo. 
E poi quando il Siena vince, il mondo è più bello, dai. E io dimentico di botto tutte le cose malvagie della vita. La Robur vince e io amo tutti. Anzi, li adoro! E il brutto di questo mondo mi sembra di colpo bellissimo. Adoro il freddo, il vento e le labbra screpolate. Adoro il burro cacao nel tubetto celeste, che dopo essere stato tutta l’estate a portata di mano sulla mensola del bagno, adesso è sparito. Adoro la confezione del deodorante che ha la stessa forma della colla stick, con la quale prima o poi, nel buio del mattino presto, mi incollerò le ascelle, costringendomi ad andare in giro come un pinguino o una donna col burqa (con tutto il rispetto naturalmente... non vorrei finire sgozzato entro stasera). Adoro i franchising, i vernissage, le conference call, i brainstorming e tutte quelle altre centinaia di parole inutili e complicate che servono soltanto a sembrare meno stupidi nel pronunciarle. Ma quale tempesta di idee poi, che l’ultima pensata intelligente in questo paese l’ha avuta Galileo Galilei nel '500. Adoro i serpenti, i topi e gli scorpioni, i rettili e i rettiliani. Le scie chimiche, le scie odorose, le scienze e l’accademie. I divieti di sosta, i semafori rossi con la fila lunga lunga ed il fischietto del vigile, che arriva sempre un secondo dopo che ho spento l’auto. E comunque il parcheggio creativo è un ottimo modo per ingannare l’attesa tra una partita del Siena e l’altra. Adoro i vini infortiti e la birra sgasata. La pizza fredda, il cacio muffato e la pasta del giorno prima. Adoro le ragazze brutte, quelle antipatiche, rancorose, unte e melliflue. Che portano male, che non sanno cos’è il sapone, che ignorano l’educazione. Adoro Mezzaroma e Lombardi Stronati, Carboni, Colella, Burrai e Castiglia. Adoro il mercato del mercoledì mattina, la gente ferma in terza fila, i pascoli dei ragazzi fuori dal Bandini e gli sciami di cittini fuori dalla Pascoli. L’odore di cuoio del banco delle scarpe. La porchetta di Pienza, l’olio di Pienza, il pecorino di Pienza, pienza prima di scrivere stronzate. Adoro il riscaldamento che non parte, nonostante il termostato sia impostato a 20° C, i condizionatori appesi alle terrazze, che visti a novembre sembrano così assurdi e fuori posto. Adoro l’autunno, con le sue giornate lunghe e luminose, all’interno del quale proprio novembre è il mese più bello, anche se non ho mai capito perchè nel calendario abbia il numero 11 e non il 9. Quando vince la Robur, lo ammetto, adoro l’estratto conto in rosso, la transazione negata al 25 del mese e la cassiera fintamente costernata. I pensieri formulati male, le cose non dette, le parole che rimangono sulla punta della lingua e la fanno bruciare per tutta la notte, come dopo una cucchiaiata di minestra troppo calda. Adoro la paura e la voglia di essere nudi, il mare, i giochi e le fate. I piloti del Motomondiale che bevono lo spumante a garganella e spettinano le modelle a colpi di rutti, dopo aver strozzato una boccata di bolle e aver fatto gli occhioni davanti alle telecamere. Adoro aver perso a Pescara, per poter rivivere un’altra meravigliosa stagione di Serie C, tra stadi deserti, giocate da oratorio e inutili polemiche. Adoro quando piove e va via la corrente e per andare al contatore tocca uscire di casa. Adoro tutto, basta che la Robur vinca. O per lo meno pareggi. O non perda con troppi goal di scarto e noi si vada a cena. O perda male ma perlomeno ritornino Emmausso, Pane, Costi e lupetto Mannari. Ma poi che volete, non si può vincere sempre, no?

Lucchese - Siena: a volta la fortuna toglie, a volte dà. Stavolta ha dato. E forse il jolly per quest’anno ce lo siamo giocato. Dopo un secolo torniamo a segnare tre goal in una sola partita, uno dei quali addirittura senza partire da calcio da fermo. Anche se a pensarci bene, nel calcio, tutte le azione partono da calcio da fermo. Oppure no? Bene così. Prendiamo i tre punti e andiamo via alla svelta. Un'ultima cosa: ma che c’è di male a giocare una volta rossoneri contro bianconeri? Ci ostiniamo sembrare ciò che non siamo e a me non piace.

Pro Patria - Italia: perchè limitarci a pensare sempre in piccolo, collocando lo nostra ambizione in un fazzoletto di provincia confinato e ristretto, come la Pro Vercelli o la Pro Sesto, o riporre la nostra fiducia in un piccolo organo, vedi la Pro Stata, quando è possibile farlo in grande e coinvolgere tutta l’italica nazione? Pro Patria mi sembra un nome uscito da un film Luce anni '30. E tra l’altro non erano quelli che fecero arrabbiare Boateng? Il mio sogno sarebbe vedere un giorno Pro Patria - Cattolica, ma per il momento dovrò accontentarmi di vederci giocare il Siena. Alle 18.30 di un bel mercoledì pomeriggio di novembre... Peccato c’abbia un appuntamento a Poggibonsi a quell’ora, altrimenti allungavo cinque minuti e facevo un salto allo stadio. Stadio che in realtà nessuno sa dove sia di preciso, perche la Pro Patria, per regio decreto del Re d’Italia e Imperatore d’Etiopia, all’interno del territorio nazionale e di tutte le colonie annesse, può giocare ovunque. A noi però basta vincere, poi facciano loro.
Saluti, baci, cordialità e sempre forza Siena!


Mirko

Nessun commento:

Posta un commento