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martedì 9 settembre 2025

"Se si fosse lavorato in maniera diversa questa ragazza non sarebbe morta".


C’è un pezzo della riunione del CTS dell’11 giugno 2021 in cui la neo Scienza viene a galla come… Il giorno prima Camilla Canepa era morta da vaccino e ora siamo ad un punto in cui gli Esperti, da amiconi che erano fino al giorno prima, dimostrano che qualche differenziazione va messa sul piatto. Con decisione. Anche con violenza.


Pochi minuti prima c'era stato l'incidente del microfono aperto di Palù, per cui già si era capito che si era davanti ad una giornatuccia. Il Gran Maestro dalla evve moscia Locatelli avverte che c'è un punto delicato da discutere. Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute e quindi uomo di riferimento del tisico in seno al CTS, richiede di far uscire dalla bozza del verbale in corso il riferimento alla Direzione Generale del Ministero della Salute, che si limiterà a trasmettere il parere richiesto al CTS. Dice Rezza: "Se io non avessi dovuto aspettare il parere del CTS avrei potuto fare un'altra circolare prima. Quindi in qualche modo la Direzione è stata vincolata dal parere del CTS. La Direzione si era già espressa tempo addietro preferenzialmente raccomandando AstraZeneca alle persone con oltre 60 anni". Ecco qua il punto su cui scannarsi, adesso che (un giorno prima) c'è stato il morto, la 18enne Camilla Canepa. Ora dentro il CTS si smette di essere amici e si finisce anche di fare finta di giocare agli scienziati; ora c'è da coprirsi le spalle da responsabilità pesantissime, penali e mediatiche. Perché, termina Rezza, "noi come Direzione Generale non ci siamo mai espressi a favore degli Astra Day".

Qualche intervento degli altri Esperti un po' mellifluo e Rezza si incazza di brutto: "E' Rezza che chiederà al ministro di essere rimosso dal CTS oggi", urla sbattendo con forza la mano sul tavolo.

Ciciliano (dirigente medico della protezione civile): "Gianni, è inutile che ti arrabbi".

Rezza: "Non ho chiesto io il parere al CTS Ciciliano, non ho chiesto io il parere al CTS, non giriamo intorno alle cose. Tu sarai un grande esperto di strategia vaccinale e rispondi sulle strategie vaccinali... io chiedo oggi al Ministero, perché non posso dimettermi io, chiedo al Ministro di uscire fuori dal CTS e faccio il mio dovere di DG della Direzione di Prevenzione, resteranno gli esperti all'interno del CTS". Si alza dalla sedia e sparisce dal video.

Insomma, siamo allo scaricabarile più indecente. La neo Scienza si manifesta nella sua verità. Davanti ad un morto, termina tutta la falsa patina di scientificità e si bada soltanto a coprirsi le terga. Non esistono più studi pir reviù, grafici o discussioni mediche, qui siamo al più bieco "te l'avevo detto".

Gli Esperti predicano calma e pace, domandando a Ciciliano le ragioni del suo "accanimento". Parla Ciciliano: "Allora noi abbiamo posto alla responsabilità della Direzione Generale una serie di cose che ovviamente nel vecchio CTS erano di competenza della Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria. Il problema quale è, è che nell'ambito dei vaccini nei fatti il CTS è stato sempre tenuto non marginale, assolutamente al di fuori del contesto. Adesso c'è una situazione di questo genere che è particolarmente complessa... Onestamente, prendere un parere del comitato e trasmetterlo alle Regioni o agli enti locali, voglio dire, perdonatemi la franchezza, mi sembra un po' riduttivo". Sbeceramento collettivo, gli Esperti alzano la voce uno sull'altro, poi riprende Ciciliano: "Ragazzi, qui c'è un problema di tipo politico, è inutile che ci andiamo a nascondere dietro a un dito. Non è tecnico, è politico. Qua ci sono delle regioni che hanno cominciato a fare gli open day".

Rezza, incazzatissimo, non la prende bene: "Ciciliano non ho l'anello al naso. Ciciliano non ho l'anello al naso, per piacere. Non è mai stato scritto 'Responsabilità di' e oggi guarda caso esce fuori la frase. Responsabilità che noi non abbiamo. Noi avremmo dovuto semplicemente ribadire nella nostra circolare che AstraZeneca era preferibilmente raccomandato a oltre 60 anni. Allora evidentemente è stato richiesto, non so da chi, il parere a questo contesto, di cui fai parte anche tu. E anche tu evidentemente devi rispondere per un undicesimo della responsabilità".

Ciciliano: "Io non mi voglio sfilare dalla responsabilità, però la responsabilità deve essere la mia".

A questo punto interviene a riportare la calma il Gran Maestro dalle evve moscia Locatelli, che cede la parola a Brusaferro. Il quale, con un colpo di genio, trova la soluzione al problema delle responsabilità: "Io chiederei di non essere particolarmente influenzati dalla tempesta mediatica che sta crescendo o dal fatto che alcuni Governatori cerchino di citare alcune cose, perché se poi andiamo a leggere bene quanto abbiamo scritto, abbiamo scritto in maniera molto precisa che comunque le raccomandazioni erano prese per fasce d'età e che l'adesione, peraltro come prevista dagli organismi regolatori internazionali, è volontaria; il che assume il fatto che nel momento in cui fai una scelta, assumi anche i rischi correlati a questa scelta". Tutto risolto? Cazzi di chi si è bucato, dice il grande scienziato Brusaferro, anche se di fatto costretto per continuare a vivere in società. Manco per idea.

Ciciliano non molla difatti la presa e dice che la frase che indica la responsabilità della Direzione Generale del Ministero della Salute non sarà mai tolta secondo il suo parere. Rezza impazzisce e si mette a sbraitare: "Una persona praticamente blocca un contesto di undici persone", indicando con il dito sullo schermo la faccia di Ciciliano. Ciciliano: "Questo dito non lo consento Gianni, perdonami". Rezza: "Perché c'è una ragazza che è morta tu stai bloccando tutto per una frase".

Ed alla fine, palesemente, Ciciliano declama l'amara verità: "Gianni non te lo consento. Gianni non mi fare alzare la voce. Non te lo consento perché se si fosse lavorato in maniera diversa questa ragazza non sarebbe morta".

C'è però un problema. Il problema di uscire in tempi brevissimi con una intervista che rimandi la narrazione che il CTS è unito e che soprattutto fonda il suo lavoro solo sulle evidenze scientifiche. Per cui, fra una virgola ed un avverbio, alla fine è stilato un testo che non accontenta nessuno, ma che bisogna leggere a milioni di dementi. Per cui il testo ci sarà. Con la chiosa del Gran Maestro Locatelli, l'uomo del compromesso, che deve far quadrare tutti i conti. La sua frase è perfetta per inquadrare i contorni della neo Scienza, la abbiamo già ampiamente commentata in altro articolo. Insomma, per il bene delle Istituzioni (e non della scienza, perché il CTS oggettivamente con la scienza non ci incastra niente), andiamo avanti così, uniti e compatti. Show must go on.

8 commenti:

  1. È incredibile come si continui a parlare solo ed esclusivamente del caso di Camilla, come se un singolo episodio — tragico, certo — fosse sufficiente a screditare milioni di vaccinazioni che hanno evitato ospedalizzazioni, terapie intensive e morti.
    Sembra quasi che la sicurezza di un farmaco si valuti a colpi di aneddoti, tipo: “una volta un tizio ha avuto un effetto avverso → quindi il farmaco è il male incarnato”. Robusto, eh?
    Sì, esiste quel verbale del CTS dell’11 giugno 2021. Sì, c’è tensione, nervosismo, urla, responsabilità scaricate come in una riunione di condominio impazzita. E sai una cosa? È normale.
    Perché la scienza non è un monolite dogmatico dove tutti sorridono e si danno pacche sulle spalle. È fatta di esseri umani, in condizioni complesse, sotto pressione mediatica, istituzionale e politica.
    La differenza è che la scienza, a differenza delle chiacchiere da social, si corregge.
    E nel frattempo, guarda un po’, funziona: nonostante la figuraccia di qualche dirigente, i vaccini hanno funzionato. Hanno evitato centinaia di migliaia di morti.
    Il punto è questo: se continui a parlare sempre e solo di un caso, forse significa che quello è l’unico caso che riesci a usare. Il che, paradossalmente, dimostra quanto i vaccini fossero sicuri.
    Altrimenti parleremmo di una lista infinita. Invece? Sempre lo stesso nome. Sempre la stessa retorica. Sempre lo stesso cherry picking.
    “La scienza è finita! Le evidenze non contano!”
    Tranquilli: quando vi serve un antibiotico, la medicina basata sulle evidenze torna subito comoda.
    Insomma, puoi anche continuare a leggere verbali arrabbiati e sbattere i pugni contro i “cattivi esperti”…
    Intanto, la realtà è che i vaccini hanno fatto il loro dovere. E chi li scredita con un solo esempio, ignora — o finge di ignorare — i milioni di vite salvate.

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    1. Probabilmente non hai ancora capito che sto analizzando i video rilasciati dai Nas di Genova specificatamente per il processo su Camilla Canepa. Quando lo capirai (ma non ne sono sicuro), comprenderai perché si sta parlando di… Camilla Canepa. Ho ancora 6000 articoli di questa specie, mi raccomando di arrostirli un po’ meglio

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    2. Non mancherò, tu pubblica, io arrostisco

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    3. Ok, ma un po’ meglio di così. Soprattutto devi iniziare a capire ciò di cui si parla, hai quasi 60 anni ed è arrivato il momento di fare uno scatto di qualità.

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  2. Ma quale singolo episodio, prova a guardare questo racconto dove parla anche gente comune.
    https://mediasetinfinity.mediaset.it/video/fuoridalcoro/le-bugie-sui-vaccini-i-video-che-inchiodano-il-cts-sapevano-tutto_F314086901001C09

    A marzo era già morta gente e questi sudici con il tisico in testa parlano di entusiasmo. Questo vuol dire non avere umanità e te sei come loro e non vali un cazzo. Quella ragazza poteva essere la figlia di chiunque; adescata agli open day con la promessa di ridarle la libertà.
    Riporto una frase che ho letto da qualche parte, insomma non voglio assumerne ma paternità.
    MI VERGOGNO A CONDIVIDERE L'OSSIGENO CON QUESTA GENTE!

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    1. Caro Totuccio, Capisco che l’argomento sia emotivamente carico, e non c’è dubbio che ogni perdita — soprattutto quella di una giovane vita — sia una tragedia. Ma se vogliamo affrontare questi temi seriamente, allora serve una distinzione netta tra dolore legittimo e disinformazione organizzata.
      Partiamo da un punto chiaro: nessuno ha mai negato che i vaccini abbiano effetti collaterali. È scritto nei bugiardini, nelle schede AIFA, nei report dell’EMA e dell’ISS. Il sistema sanitario ha sempre previsto meccanismi di sorveglianza e aggiornamento costante. Ma un conto è vigilare, un altro è usare singoli casi tragici come clava ideologica, ignorando i dati complessivi.
      Su Camilla Canepa
      La morte di Camilla è stata strumentalizzata in modo vergognoso. Era già emersa una predisposizione genetica alla trombocitopenia e una gestione medica quantomeno discutibile. Ma niente di tutto ciò viene mai riportato nei video “incriminatori”. Perché? Perché non serve alla narrazione. Serve solo lo shock.
      “Sapevano tutto”
      No, non “sapevano tutto”. Lo scenario era in continua evoluzione, e ogni decisione è stata presa con le evidenze disponibili al momento. Gli open day sono stati un tentativo (sicuramente discutibile, col senno di poi) di accelerare la campagna vaccinale per uscire da una pandemia che, ricordiamolo, uccideva oltre 1.000 persone al giorno in Italia.
      “Non vali un c****”
      Qui arriviamo al cuore del problema. Quando il confronto si riduce agli insulti, si dimostra solo di non avere argomenti. Discutere di salute pubblica, scienza e responsabilità non richiede insulti, richiede fatti, contesto e un minimo di decenza.
      E per concludere: la frase “mi vergogno a condividere l’ossigeno con questa gente” dice molto. Ma non su chi l’ossigeno lo riceve, bensì su chi non riesce a condividerlo — nemmeno metaforicamente — con rispetto, empatia e razionalità.

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    2. "uccideva oltre 1.000 persone al giorno in Italia."

      Bull shit

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  3. Te il rispetto non lo porti mai e non te l'ho detto io e basta; poi quando prendi una lisciata (che sia la vandalizzazione della macchina o altro) allora piangi, fai la vittima e parli di rispetto.
    A Napoli c'è un numero per definire questi personaggi ma non lo ricordo.
    Prova coi libri, te lo ridico. Anche Boris ha saputo che sei uno scrittore; a essere scrittore poi non ci vuole molto; il problema è trovare se qualcuno poi ti legge, o meglio spende per leggere.
    Ciao Tolkien.

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