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giovedì 21 agosto 2025

Basta un Sultany per ristabilire la verità

Mi era rimasto da scrivere qualcosina sulle parole dell'intellettuale israeliano Grossmann in relazione alla sua ammissione che a Gaza si sta svolgendo un genocidio (ma va...). In questi giorni, mi è venuto in soccorso un bel 
Nimer Sultany, avvocato palestinese per i diritti umani e studioso di diritto internazionale, che inchioda Grossmann alle proprie (e di Israele) responsabilità. Il tutto riportato anche su "Il fatto quotidiano".


Qui sotto metterò le parole virgolettate di Grossmann (G) e le risposte di Sultany (S).

G: "Ho fatto tutto il possibile per evitare di dover chiamare Israele uno Stato genocida". 
S: "Quindi sei stato parte del problema mentre altri urlavano a vuoto".

G: "Sento l’urgenza interiore di fare la cosa giusta, e questo è il momento per farla". 
S: "Nonostante abbia negato di fronte a prove crescenti di atrocità di massa, sente l’urgenza dopo che 18.500 bambini sono stati uccisi, dopo che il 90% di Gaza è stato distrutto e quando la popolazione è ammassata nel 12% del territorio".

G: "Credo che prendere di mira chi ha combattuto l’Occupazione per quasi 60 anni, e che in questa battaglia ha investito la maggior parte della propria vita e della propria carriera, sia ingiusto". 
S: "Nessun dubbio, nessuna autocritica".

G: "Sono assolutamente convinto del fatto che la maledizione di Israele sia nata con l’Occupazione dei territori palestinesi nel 1967". 
S: "Nessun riconoscimento del peccato originale: la Nakba".

G: "Il grande errore dei palestinesi sta nel fatto che avrebbero potuto trasformare Gaza in un luogo fiorente: invece hanno ceduto al fanatismo e l’hanno usata come rampa di lancio per i missili contro Israele. Se avessero fatto l’altra scelta, magari questo avrebbe spinto Israele a cedere anche la Cisgiordania e a mettere fine all’Occupazione anni fa". 
S: "Incolpare le vittime, revisionismo, auto-giustificazione: non si tratta delle politiche di Israele - annessione, negazione dell’autodeterminazione, assedio di Gaza da 16 anni e svolta a destra della società israeliana -, il problema sarebbero il fanatismo e le scelte dei palestinesi".

A me pare che le parole di Sultany, chiare ed affilate, non possano essere contraddette in alcuna maniera. Ma ce ne sono altre, riassuntive ed altrettanto nette. Dice ancora Sultany: "La differenza tra il sionismo di destra e il sionismo liberal è solo una questione di grado: quanti palestinesi sono disposti a far morire, e quanta discriminazione contro i nativi sono disposti a tollerare. I sionisti liberal sono parte del problema e la ragione per cui ci troviamo nella situazione attuale: hanno conferito a Israele una patina di rispettabilità, nonostante il consolidamento dell’apartheid e la crescente brutalità dell’occupazione". Allora, secondo voi, quanto mi potranno stare sui coglioni i folli genocidi della destra invasata ed iper fanatica che governa Israele? Credetemi: tanto, ma tanto tanto. Ebbene, i Grossmann mi stanno ugualmente sul cazzo, ma - così come i nostri liberal - mi fanno ancora più schifo perché sono la sicura che il sistema (in questo caso il sionismo) mette per non far deflagrare le verità più assodate. Che a Gaza Israele avrebbe ammazzato tutti una persona normodotata lo capì il 7 ottobre; a Grossmann gli ci sono voluti (a malincuore ed a spizzichi e bocconi) mesi e mesi, durante i quali i suoi simili non hanno fatto che annientare vite umane ogni giorno ed in tutti i modi.
Grossmann, non ti salverai nemmeno te dall'inferno.

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