Cattivi, io ve lo dico: aspettate a stiantare perchè momentaneamente l'Inferno è fortemente intasato. In qualche ora sono difatti arrivati Napolitano e Messina Denaro, per cui un pochino c'è da attendere.
Oh, ma che settimana è stata? Ma davvero eh, a volte il caso... Ci lasciano il Traditore della Patria ed il Burattino della Patria a poche ore di distanza l’uno dall’altro. Festeggiamo, ovviamente. E tentiamo di verificare se i due si fossero mai incrociati nelle loro rispettive carriere.
Vabbè, si parla di eventi istituzionali eh. Si tralasciano le frequentazioni presso logge massoniche, circoletti Nato, festicciuole politiche. No, si parla di roba seria.
E quando si parla di roba seria, nessuna correlazione. Eh già... Giorgio e Matteo non si sono mai mai mai musati, non hanno mai mai mai intrattenuto rapporti di qualsiasi tipo. Vero è che per vari lustri i due sono stati fra i protagonisti del serial tv fantascientifico chiamato "La trattativa Stato-mafia", andato in onda verso gli anni '90. Però, come ci ha raccontato la magistratura con la sua verità storica, questa trattativa non è mai esistita, per cui si parla del nulla.
E pensare che al tempo il mafiosissimo Giovanni Brusca, insieme a Ciancimino, indicò che la trattativa esisteva e che il famoso papello di Riina, contenente le richieste della mafia per terminare la fase stragista post Capaci, fosse stato indirizzato a Nicola Mancino, allora Ministro dell'Interno. Mancino ha ovviamente sempre negato tale evenienza, ma si sa che egli aveva interloquito proprio in quei giorni con il consulente giuridico di Napolitano, tale Loris D'Ambrosio, e con lo stesso Traditore della Patria (quattro chiamate, nello specifico). A proposito di D'Ambrosio, interessanti queste sue parole, proferite un mese prima di morire di infarto: "Sono fortemente preoccupato per essere stato considerato solo un ingenuo e utile scriba di cose utili a fungere da scudo per indicibili accordi". Ora, quali siano questi "indicibili accordi", resta un grande mistero, nonostante i complottisti un'idea ce l'abbiano.
Torniamo però a Napolitano, intercettato per caso nelle quattro telefonate con Mancino. Nel luglio 2012 Salvatore Borsellino, il fratello putiniano del giudice barbaramente ucciso, chiese, insieme alla Procura di Palermo, a Napolitano che venissero pubblicate le sue intercettazioni telefoniche, per trasparenza istituzionale. Niente da fare, perchè su ricorso del Quirinale la Corte Costituzionale dispose la distruzione delle medesime intercettazioni, oltretutto per due volte, dopo un altro ricorso presso la Corte di Cassazione. Ciò che si dissero Mancino e Napolitano fu definitivamente distrutto nell'aprile 2013. Un anno dopo Re Giorgio accetterà di farsi sentire come testimone dalla Procura, ma solo "nei limiti" fissati dalla Corte Costituzionale, ovvero senza andare a toccare tutti gli aspetti di rilevanza istituzionale.
Insomma, delle quisquilie dette al telefono fra Presidente della Repubblica e Ministro dell'Interno (poi senatore) nessuno saprà mai niente. Ma siamo sicuri che non ci fosse stato niente di particolarmente grave. La mafia intanto, dopo Capaci, passò a Via D'Amelio e su su, fino agli scoppiettanti botti di Firenze, Roma, Milano, ecc. Tutto normale, sono cose che capitano.
Onore quindi ai defunti. Uno che da giovane fascista era divenuto un comunistone, poi un annacquato, poi un agente Nato, poi un grande burattinaio dell'eversione europeista. L'altro assassino senza scrupoli, latitante per decenni in casa propria a fare la bella vita, quindi "consegnatosi" allo Stato per farsi curare a nostre spese gli ultimi mesi di vita. Bravi, che la terra NON vi sia lieve. A voi e a tutti quelli che con voi hanno cambiato (in peggio) la nostra storia.
Il Traditore della Patria è figlio bast....o del Re di Maggio(altro emerito Infame).Chiedere a Napoli,dove sta cosa la sanno tutti.
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