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giovedì 20 luglio 2023

Anders ed i tanti dottor Stranamore

Günther Anders, chi era costui? Soprattutto, ma cosa rompe il cazzo a noi, uomini civili, che ci siamo trasformati d'impatto in novelli Dottor Stranamore?


Il salto da uno stato di emergenza all'altro non è stato quantico, ma assolutamente consequenziale e naturale. La massa di sub-dotati è passata da mettersi le mascherine per passeggiare nei boschi a spingere - direttamente o indirettamente - verso la guerra, eliminando dalla mente ogni tipo di opzione di gestione diplomatica o pacifica, dietro alle parole degli psicopatici che ci governano. E non ci vuole Zichichi per capire che questa guerra, più di ogni altra, può portare a conseguenze incalcolabili, fino all'uso massiccio della bomba atomica. E qui introduciamo Anders.

Oggi il filosofo tedesco (che si chiamava in realtà Stern, ma che cambiò in Anders, che in tedesco significa "altrimenti") sarebbe bandito dalle università; anzi, ci sconvolge come tale messa al bando con damnatio memoriae non sia stata ancora attuata dagli Esperti che gestiscono il neo Sapere della civiltà dei cretini. Già, perchè questo Andres era un palloccoloso, un umanista pacifista, addirittura fondatore del movimento antinucleare agli inizi degli anni '50, proprio quando scrisse la sua opera più importante, intitolata "L'uomo è antiquato". Insomma, quanto di più putiniano possa oggi esistere nell'Itaglia dei guerrafondai da divano del 2023.

Anders, negli anni '50 del secolo scorso, partiva dall'assunto secondo cui si stava delineando una crescente divergenza e vergogna prometeica fra il tecnicamente possibile (esempio: la distruzione nucleare del pianeta) e ciò che la mente umana, inferiore alle macchine, poteva riuscire ad immaginare. Mentre un tempo l'uomo faceva e produceva, oggi si deve limitare ad osservare le macchine che egli ha creato ed il loro perfetto funzionamento, al massimo manutenzionandole.

Strano tipo questo Anders, uno che si cacava addosso quando si parlava di bomba atomica, dato che non credeva (che stupidotto!) che una pasticca di litio o il mettersi al riparo sotto a un tavolino avrebbe risolto la situazione della devastazione della bomba e del fall-out nucleare: non faceva parte probabilmente della famiglia degli eiaculatori, che schizzano il seme a chilometri di distanza ogni volta che un atto di guerra avvicina una escalation militare in Ucraina.

Anders credeva che l'uomo fosse ormai subalterno rispetto alla bomba, visto che i prodotti della tecnica lo avevano reso antiquato. Le macchine, riproducibili, eterne, instancabili, dominavano ormai l'uomo che le aveva create. Questo assunto di base porta il filosofo ad alcune considerazioni, che riassumiamo sotto.

Da quando fu sganciata la prima bomba atomica sul Giappone, l'uomo ha la facoltà di trasformare in qualunque momento tutto il pianeta in una nuova Hiroshima. Da quel giorno siamo onnipotenti in senso negativo, cioè possiamo distruggere la totalità dell'essere, ma al tempo stesso essere anche noi distrutti; per cui nasce il paradosso secondo cui l'uomo onnipotente in realtà è totalmente impotente davanti alla tecnica. Su tale paradosso deriva l'opzione dell'autodistruzione dell'essere umano, ovvero l'ingresso nell'ultima fase della storia umana.

La tecnica, le macchine e soprattutto la bomba atomica assumono tale importanza da influire in modo decisivo sulla situazione politica, diventando quindi il vettore primario che delinea il quadro generale in cui avvengono guerre e decisioni politiche. La situazione atomica quindi sostituisce l'avversario bellico o politico, divenendo essa stessa l'oggettivo nemico di tutti; i belligeranti pertanto dovrebbero finire di farsi guerra e coalizzarsi contro tale nemico comune. Ci deve cioè essere una mobilitazione generale contro la minaccia atomica.

Già, perché le nubi radioattive non badano ai confini nazionali, non si fermano per non invadere lo spazio confinante, per cui ognuno può colpire chiunque ed essere colpito da chiunque. L'orizzonte della nostra responsabilità quindi deve essere globale, non si possono fare più ragionamenti politici riferiti a propri limitati vantaggi. Non ci sono più i vicini, dato che anche quelli lontanissimi da noi diventano essi stessi vicini per effetto delle conseguenze di un olocausto nucleare. Oltre che l'orizzonte dello spazio, va allargato anche l'orizzonte del tempo, dato che l'esplodere della bomba atomica ha un effetto che si protrae nel tempo e che tocca inevitabilmente le generazioni future. In un certo senso, la bomba atomica fa sì che il futuro non esiste, dato che esso dipende completamente da ciò noi facciamo oggi.

Dato che siamo in grado di fabbricare ciò che crea il nulla (la bomba atomica), allora dobbiamo iniziare a imparare ad immaginarsi anche il nulla; ma non ce la facciamo, visto che non siamo in grado di raffigurarci la catastrofe totale del mondo, perché la mente umana non può immaginarsi la fine di tutto ciò che c'è. Ragione per cui siamo diventati inferiori anche a noi stessi, ovvero incapaci di farci un'immagine di ciò che noi stessi abbiamo prodotto: siamo diventati utopisti al rovescio.

La frattura che divide l'umanità non passa fra lo spirito e la carne, ma fra la nostra capacità produttiva e la nostra capacità immaginativa. Lo scarto fra immaginazione e realtà è alla base della nostra potenziale apocalisse finale. Poter immaginare di uccidere d'un colpo 100.000 persone come a Hiroshima quindi diventa più facile che uccidere 1 sola persona, dato che il livello di deresponsabilizzazione è massimo, quando si uccide con la tecnica senza avere un rapporto personale con le vittime. Ciò che è troppo grande non riesce a provocare ancora una reazione emotiva, dato che non si vede più il nemico e la vittima che si uccide. L'umanità vive quindi nell'epoca della minimizzazione e della inettitudine dell'angoscia; proprio per questo dovremmo estendere la nostra paura, in modo da essere più consapevoli di ciò che sta accadendo e per accadere. Dobbiamo cioè essere più consapevoli di ciò che abbiamo provocato a Hiroshima e dobbiamo essere più consapevoli di ciò che oggi possiamo provocare. E non dobbiamo fare l'errore di pensare che i responsabili delle decisioni sappiano immaginare la catastrofe meglio di noi, anch'essi difatti non riescono ad immaginare le conseguenze del proprio operare.

La bomba atomica sarà presto o tardi utilizzata e la guerra sarà la più priva di odio di sempre, dato che chi spingerà il tasto della bomba non conoscerà o vedrà in faccia il nemico da annientare. L'odio sarà rappresentato e narrato, ma non entrerà nei singoli gesti della guerra. Anche per questo la distruzione può avvenire ogni giorno e ciò che ci circonda può essere eliminato in ogni momento.

Ecco, questo afferma l'omuncolo Anders. Ma come si fa a sparare queste cazzate?

5 commenti:

  1. "L'umanità vive quindi nell'epoca della minimizzazione e della inettitudine dell'angoscia"

    E' qui che hai detto TUTTO!
    Ma lo capiranno?
    NO!

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  2. Penso che la bomba atomica sia come la trama di un romanzo in divenire. Se ti prendi la briga di descrivere un fucile appeso al chiodo di un muro lo fai perché in seguito quel fucile sparera'

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  3. Il terrore è stato il deterrente che ha impedito l'autodistruzione durante la guerra fredda unito alla convinzione che nessuna delle due parti in causa sarebbe alla fine risultata vincente, ma oggi permane lo stesso terrore e soprattutto la convinzione che nessuna delle parti uscirebbe vittoriosa da un conflitto con armi nucleari? Cecco

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    1. A me pare assolutamente di no, che non ci sia alcuna consapevolezza dell’uomo comune. Questa minimizzazione dell’angoscia può essere una spiegazione. Io credo anche nella caduta negli abissi della stupidità dell’essere umano. Al-Mutanabbi

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    2. Sono cambiate le esigenze. Un tempo si manifestava contro l'escalescion degli armamenti. Mi ricordo bene le battaglie politiche fatte contro i missili da crociera a testate multiple istallati nella base di Comiso dalla nato. A quei tempi evidentemente le coscienze si occupavano di salvare il genere umano adesso con il grin niudil sono cambiati certi obiettivi e si punta a salvare la terra stroncando il genere umano

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