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giovedì 24 febbraio 2022

Isteria di massa, Stato, effetto nocebo

Interessante articolo pir-reviù (la Bibbia) in tema di psicologia di massa contestualizzata alla pandemia attuale. Trattasi del primo studio multi-disciplinare che analizza come le diverse istituzioni pubbliche e lo Stato possano influenzare l’insorgenza e la diffusione dell’isteria di massa attraverso una politica economica di interazione fra media, scienza, potere politico e sanità pubblica. Una avvertenza: l'articolo è ostico, lungo e palloso; chi ha il cervello in poltiglia si astenga financo dall'iniziare e vada ad ascoltare Mentana.


"COVID-19 and the political economy of mass hysteria" è il titolo del pezzo, che riesce ad evidenziare i nessi fra il fenomeno di isteria di massa e le strategie di economia politica degli Stati moderni, i quali hanno saputo usare la notizia di una nuova pandemia ai fini di influire negativamente sulla salute pubblica. Ciò è stato possibile grazie al controllo degli Stati sui mass-media, attraverso cui sono stati diffusi esclusivamente e ripetutamente solo notizie e dati negativi, in grado di creare un impatto sulla salute pubblica sotto forma di effetti nocebo e isteria di massa. 
Secondo gli autori, l’isteria di massa può verificarsi sia nello Stato sociale, sia nello Stato minimo (in cui prevalgono le istituzioni di diritto privato), con la differenza che in quest'ultimo esistono alcuni meccanismi e limiti auto-correttivi al danno potenziale del fenomeno isterico, come i diritti della proprietà e dell’impresa privata, mentre l’isteria di massa può essere esacerbata e auto-rafforzata quando le informazioni negative provengano da una fonte autorevole centralizzata, quando i media sono politicizzati ed omologati a un pensiero unico e i social network ripropongano le informazioni negative e le rendono onnipresenti. Lo studio conclude che gli effetti negativi a lungo termine dell’isteria di massa possono essere esacerbati sia dalle dimensioni dello Stato che dal grado della sua consolidazione autocratica, a maggior ragione se usata in funzione anti-sociale.
Lo studio osserva poi come le persone di un gruppo, nel momento in cui iniziano a credere di poter essere esposte a qualcosa di pericoloso, come un patogeno o un veleno, diventano emotivamente molto turbate e, a prescindere se la minaccia sia reale o immaginaria, questo genera inevitabilmente ansia collettiva. I membri del gruppo possono accusare sintomi di malattia tra cui debolezza, mal di testa o sensazione di soffocamento, che si propagano ad altre persone. E quando un’isteria di massa provoca sintomi fisici, si parla di malattia psicogena di massa o isteria epidemica. I sintomi sono causati dallo stress e dall’ansia che le persone sperimentano a causa della minaccia percepita. L’isteria di massa è infettiva e può essere un fattore che amplifica le epidemie reali.
Lo studio si focalizza anche sugli effetti nocebo che, anche quando non causano fenomeni di massa, agiscono comunque sul piano individuale e fanno sì che una persona possa peggiorare nella malattia a secondo delle proprie aspettative, ossia dello stato psico-cognitivo che gioca il ruolo di profezia auto-avverante. Ebbene, a causa dell’effetto nocebo possono svilupparsi anche isterie di massa, quando tante persone credono di ammalarsi e quando l’ansia e la paura fanno venire a meno i comportamenti razionali e il buon senso. Per cui si osserva che le persone pseudo-infette potrebbero essere “curate” con la semplice informazione di Stato e che in questo modo si potrebbe evitare che un’isteria di massa diventi un onere per il sistema sanitario. Perché in effetti, così come ci sono ragioni per cui lo Stato e i media possano contribuire attivamente al contagio della paura, diffondendo informazioni terrorizanti, allo stesso modo uno Stato che agisca in buona fede può calarsi nelle vesti di quel medico che annuncia al paziente di avergli somministrato un innocuo placebo, risollevandolo dall’ansia della morte.
Secondo gli autori, un ruolo centrale per i comportamenti isterici gioca la percezione amplificata del rischio, che detta delle regole mentali in gran parte assurde per la loro irrazionalità. La percezione del rischio può essere particolarmente distorta da un’informazione mediatica a senso unico, tendenziosa, parziale, incompleta e asimmetrica, oppure quando i rischi sono visti come ingiusti, incontrollabili, sconosciuti, spaventosi, potenzialmente catastrofici e di impatto fatale sulle generazioni future. E’ evidente come l’emergenza pandemica abbia generato fin da subito un’ondata di ansia e stress che sono l’ingrediente principale per lo sviluppo dell’isteria di massa. Lo studio cita un sondaggio condotto negli Stati Uniti nell’estate 2020, dove il 40,9% dei partecipanti riporta almeno una condizione avversa di salute mentale, mentre il 10,7% riferisce di aver preso in seria considerazione il suicidio negli ultimi 30 giorni. Inoltre, la frequenza del consumo di alcol durante i lockdown risulta aumentata del 14%. Secondo gli autori, l’isteria di massa può manifestarsi anche in prove aneddotiche come l’accumulo di carta igienica e altri prodotti ritenuti essenziali, guidare mascherati mentre si è soli in auto e aver paura di uscire di casa, perfino per una passeggiata, anche se il rischio di essere contagiati all’aperto con il distanziamento fisico è quasi inesistente. Sembra che molte persone si siano spaventate in quanto credessero nell’esistenza di un virus killer molto più mortale di quanto non sia in realtà il SARS-CoV-2 e che a questa impressione distorta abbia contribuito la sopravvalutazione del numero di morti, contati in base alla positività dei test. Lo studio suggerisce che, in ogni modo, l’isteria di massa potrebbe essere dovuta al “pregiudizio di negatività” del cervello umano che rende le persone vulnerabili alle delusioni: un retaggio dell’evoluzione biologica, in forza del quale tendiamo a concentrarci più sulle cattive notizie, perché potrebbero rappresentare una possibile minaccia per la nostra vita. Concentrarsi sulle notizie negative e sentire di non aver controllo sugli eventi causa stress psicologico, che a sua volta può svilupparsi in isteria e propagarsi a un gruppo più ampio. L’isteria di massa viene favorita anche dal conformismo di gruppo, ossia dalla pressione sociale che alcuni membri del gruppo esercitano sugli altri, determinando l’introduzione di norme emergenti che plasmano nuovi modelli di comportamento, come quello di indossare la mascherina.
Molto interessante è il tema dello Stato sociale come amplificatore dell’isteria di massa, confrontandolo con lo Stato minimo che invece ne rappresenta un fattore attenuante. In uno Stato minimo, impegnato principalmente a proteggere  la proprietà e l’iniziativa privata, anche qualora dovesse originarsi un’isteria di massa, nessuna istituzione avrebbe il potere coercitivo per costringere chi non è sotto l’effetto dell’isteria a chiudere le proprie attività, indossare delle mascherine o mettersi in quarantena da sano. Vi è sempre la possibilità che ci sia un gruppo, anche di minoranza, che ignorasse il panico collettivo, continuando a vivere la propria vita in modo normale perché libero di farlo. Questa minoranza, inoltre, continuando a circolare, a lavorare, a socializzare e respirare liberamente, può essere d’esempio per chi la osserva e contribuire in questo modo a ridurre il panico collettivo, a maggior ragione se dimostra di non ammalarsi nel mantenere le abitudini di prima. Questo è uno dei benefici principali dei sistemi decentralizzati, i quali, non ostacolando la libera concorrenza, compresa la concorrenza nell’offerta di informazione, consentano il rilevamento degli errori sociali e la loro correzione. Un numero e una varietà sufficienti di modelli di ruolo consentono agli osservatori di correggere e adeguare le proprie aspettative.
Mentre in uno Stato minimo il caos inflitto dall’isteria collettiva viene fisiologicamente limitato dalla protezione dei diritti di proprietà privata, in una società di Stato sociale tali limiti possono essere facilmente sospesi e superati dal decisionismo delle autorità centrali. Può accadere anche un altro problema: che un gruppo ben organizzato preso dall’isteria collettiva possa prendere il controllo dell’apparato statale. In una tale posizione, questo gruppo può imporre misure al resto della popolazione, infliggendo danni quasi illimitati. Va tenuto presente che uno Stato sociale può essere vincolato dallo Stato di diritto, e quindi gli interventi repressivi dell’esecutivo possono essere revocati dalla magistratura. Esiste tuttavia il pericolo che la tutela delle libertà fondamentali garantite dalle Costituzioni venga abrogata da misure urgenti e che la magistratura soccomba al panico collettivo, non riuscendo a limitare gli interventi repressivi dell’esecutivo.
L’evidenza empirica durante la crisi del COVID-19 dimostra che le libertà fondamentali non sono state difese dagli Stati sociali. In generale, maggiore è il potere coercitivo dello Stato, maggiore è il danno che questo può infliggere alla società durante un’isteria di massa. Il compito principale dello Stato minimo è quello di proteggere i diritti della proprietà privata, mentre esula dai suoi compiti il dover proteggere i cittadini da tutti i rischi della vita, come potrebbe essere il raffreddore o l’influenza stagionale. Per questo in uno Stato minimo i cittadini sono liberi di decidere quali rischi vogliono assumersi e di valutare in autonomia il rapporto rischi-benefici. Quindi, mentre in una società di diritto privato e in uno Stato minimo esistono meccanismi che aiutano a limitare e a ridurre il panico di massa, l’isteria collettiva può essere esacerbata da un potente Stato sociale per diverse ragioni. Anzitutto lo Stato ha il potere di diminuire e perfino di vietare quelle attività che riducono la paura e l’ansia, come lo sport, le passeggiate, i diversivi e la socializzazione. Durante la crisi del COVID-19, gli Stati hanno usato il loro potere coercitivo per imporre l’isolamento sociale, contribuendo così all’ansia e alla tensione psicologica, entrambi ingredienti che stimolano l’isteria di massa. Per proteggersi dalle infezioni bio-psicologiche, la popolazione dovrebbe tentare di migliorare la qualità della vita attraverso esercizio fisico regolare, un’alimentazione equilibrata e mantenendo un forte legame affettivo con le altre persone. Quasi tutti i governi invece hanno optato per il distanziamento sociale e l’obbligo delle mascherine che impediscono di esprimere cordialità e compassione, diminuendo così la resilienza psicologica. In secondo luogo, lo Stato sociale, per la sua stessa natura, adotta un approccio centralizzato e omologante per risolvere i problemi. Lievemente migliore può essere la situazione negli Stati di modello federale, come gli USA e la Germania, dove i diversi stati/lander possono entrare in concorrenza fra loro per le modalità normative con cui affrontano la fonte della paura, facendo prevalere la soluzione migliore. Anche la concorrenza fra gli Stati a livello internazionale può consentire di sperimentare soluzioni diverse. In generale, più la struttura politica è decentralizzata, più la competizione è proficua nell’offerta di soluzioni. Lo Stato centralizzato invece diventa monopolista sia delle decisioni normative che della coercizione sulla popolazione di tutto il territorio. Esso non ammette modi alternativi per risolvere il problema. Le persone che si oppongono alle decisioni e all’approccio dello Stato vengono oscurate in modo da non poter dimostrare soluzioni alternative della “crisi”, in quanto ogni alternativa viene osteggiata dallo Stato. Quando le alternative sono escluse, il pensiero di gruppo (una forza psicologica che favorisce il conformismo) aumenta, fino a modificare e distorcere la capacità di giudizio; a sua volta, l’inclinazione umana al conformismo favorisce la diffusione dell’isteria ed anzi l’isteria di massa può essere considerata una forma morbosa del pensiero di gruppo. A causa della pressione del gruppo e del pensiero di gruppo, l’isteria si auto-alimenta, poiché non vengono mostrate alternative alla situazione. Le informazioni necessarie per affrontare il problema non possono essere liberamente generate dai media in modo decentralizzato, il che ricorda la censura dei regimi totalitari. In terzo luogo, in uno Stato sociale moderno i media possono essere politicizzati. Esistono poi diversi meccanismi che canalizzano e persino limitano la concorrenza dei media. Le testate giornalistiche e le piattaforme di social media possono intrecciare stretti rapporti con lo Stato, laddove lo Stato può anche possedere direttamente i media, come la TV pubblica o i canali radio, incentivandoli ulteriormente in tempi di emergenza. Lo Stato in genere richiede anche licenze per il funzionamento di determinati media, il che condiziona la libertà d’espressione. Le agenzie di stampa e le piattaforme di social media collegate allo Stato possono impegnarsi a promuovere massicce campagne di notizie negative, così come notizie tendenziose o false. Le notizie negative captano maggiormente l’attenzione del pubblico e vendono meglio i titoli, per cui i media hanno tutto l’interesse ad amplificare il pericolo. Inoltre, la rappresentazione dei governanti come eroi che affrontano con fermezza i pericoli è molto avvincente. In effetti, sono i mass media ad aver diffuso il panico, presentando il SARS-CoV-2 come una minaccia senza precedenti. Anche la ricerca di informazioni su internet è stata associata a maggiori sintomi di malattia durante la crisi del COVID-19. Essere resi consapevoli della propria mortalità produce costantemente ansia. Le immagini emotive di bare, fosse comuni e pazienti in terapie intensive hanno contribuito alla paura collettiva. Un eccesso di notizie sul COVID-19 ha generato ansia e panico chiamato anche “disturbo da stress principale”. Le notizie negative su TV e social media hanno generato uno stress psicologico senza precedenti nella storia, causando isteria di massa. Il consumo dei social media è correlato all’ansia e al disagio psicologico e anche l’eccessiva discussione sui social in tema di COVID-19 ha contribuito a peggiorare la salute psichica. La copertura delle notizie su COVID-19 è stata quasi completamente in chiave negativa e terrorizzante, evitando ogni tipo di notizie positive. Le agenzie di stampa possono effettivamente spaventare intenzionalmente le persone e sopprimere le informazioni alternative. In questo modo l’isteria di massa viene sponsorizzata attraverso i media da parte dello Stato sociale. In quarto luogo, lo Stato sociale aumenta la propria autorità in tempi di crisi per il semplice fatto che molte persone si affidano all’aiuto delle istituzioni pubbliche. Questo fa sì che rappresentanti autorevoli dello Stato (gli esperti) si rendessero ancora più credibili, anche quando esagerano sulla pericolosità della situazione. Gli esperti hanno potuto dire tutto e il contrario di tutto, non diminuendo la propria autorevolezza perfino quando hanno sbagliato totalmente previsioni, alterato conteggi, propalato notizie inventate. In quinto luogo, viene presa in considerazione l’ipotesi che uno Stato centrale possa anche pianificare intenzionalmente l’isteria di massa. A illustrare questo punto è la fuga di un documento interno del Dipartimento degli Interni tedesco durante le prime settimane della crisi COVID-19. Nel documento, gli esperti statali raccomandavano che il governo instillasse paura nella popolazione tedesca. Al fine di diffondere la paura, il documento approva tre strategie di comunicazione. Primo: le autorità statali devono sottolineare i problemi respiratori dei pazienti COVID-19 perché gli esseri umani hanno una paura primordiale della morte per soffocamento, che può facilmente scatenare il panico. Secondo: gli esperti sottolineano che la paura dovrebbe essere instillata anche nei bambini, anche se non c’è quasi nessun rischio per la loro salute qualora dovessero infettarsi, incontrando e giocando con altri bambini. Secondo il rapporto, ai bambini doveva essere ribadito che, quando infettano i loro genitori e nonni, potrebbero subire una perdita dolorosa a casa. Questo consiglio di comunicazione è diretto ad evocare ansia e sensi di colpaInstillare il senso di colpa è un’altra misura utilizzata dai governi per rendere la popolazione più spaventata. Terzo: al governo tedesco è stato consigliato di menzionare la possibilità di danni alla salute, irreversibili e sconosciuti a lungo termine, causati dall’infezione da SARS-CoV-2, e la possibilità di una morte improvvisa e inaspettata delle persone infette. Tutte queste raccomandazioni di comunicazione implicano lo scopo di aumentare la paura nella popolazione. Gli autori della ricerca sottolineano però che, mentre la strategia della incombente minaccia è generalmente vantaggiosa per il governo, in quanto il potere dello Stato si basa sulla narrazione che esso protegga i propri cittadini dai pericoli, la paura invece è un’arma a doppio taglio. La paura può anche rivoltarsi contro lo StatoIl panico e l’isteria di massa possono persino portare alla destabilizzazione totale di un regime. In sesto luogo, lo Stato sociale può indurre facilmente la popolazione in panico collettivo perché i politici sono totalmente esenti e immuni dalle decisioni sbagliate e dai loro costi (cosi come sono immuni da sanzioni i media di regime che diffondano notizie false). I decisori politici possono trasferire in gran parte i costi delle loro azioni: più uno Stato è grande e centralizzato, più facilmente i costi possono essere trasferiti ad altri. I politici godono di un pay-off asimmetrico. Sottovalutare una minaccia e non agire, di solito comporta un significativo costo politico, poiché i politici saranno ritenuti responsabili dell’eventuale disastro causato dal pericolo che hanno sottovalutato. Al contrario, un’esagerazione o addirittura l’invenzione di una minaccia, con il conseguente audace intervento dello Stato, sono politicamente molto più remunerativi. Se la minaccia rivendicata dai politici si rivela davvero un pericolo reale, essi possono essere celebrati come eroi qualora abbiano adottano misure tempestive ed appropriate. Se invece i costi di queste misure si rivelano eccessivi rispetto al pericolo reale, i politici non devono sostenere il costo delle decisioni sbagliate, ma possono trasferirlo al resto della popolazione. I politici che godono di un reddito garantito hanno quindi un ulteriore incentivo a esagerare nella previsione di un pericolo e ad imporre misure sproporzionate, ma paradossalmente è proprio l’eccessiva reazione politica ad alimentare la crescita dell’isteria di massa.
Alla fine, traendo le nostre conclusioni, possiamo dire che lo studio in esame evidenzia ulteriormente come la psicologia collettiva possa essere facilmente influenzata e plasmata da fonti autorevoli quanto ingannevoli, fino ad essere condotta in uno stato in cui il confine fra campo psichico e campo fisiologico diventa irrintracciabile, per cui si ha il fenomeno di malattie psico-fisiche endogene, o auto-indotte, non distinguibili per effetti dalle malattie di origine esogena. Rivelando a sorpresa il ruolo dello Stato sociale moderno in chiave negativa, lo studio consolida l’idea dell’importanza della decentralizzazione istituzionale nel contrastare la deviazione dello Stato dallo Stato di diritto - espansivo e pluralista per costituzione - verso un autoritarismo austero e repressivo dei ceti economicamente più deboli. Agli abbondanti spunti dello studio potrebbe essere aggiunto un altro paradosso inedito nella storia dello Stato moderno: a differenza dei regimi autoritari del secolo scorso, gli attuali governi dovranno fare sì che ci sia disciplina e larga adesione alle nuove politiche da parte di tutti i cittadini senza distribuire reddito, anzi, comprimendolo, facendo sempre più restrizioni alle libertà individuali, tassazioni di reddito e consumi e tagli alla spesa pubblica, il che significa che, per andare avanti nell’attuazione dei propri programmi, i governi dovranno ricorrere sempre più spesso all’induzione di paura e panico collettivo nella popolazione, facendola sprofondare in un incubo emergenzialista senza fine.

8 commenti:

  1. https://www.berliner-zeitung.de/news/impffolgen-krankenkasse-bkk-schreibt-brief-an-paul-ehrlich-institut-li.213676

    Principale quotidiano tedesco riporta la lettera inviata dal consiglio di amministrazione di una delle storiche compagnie assicurative sanitarie tedesche,la BKK, al PEI, l'istituto che si occupa delle segnalazioni degli effetti avversi della vaccinazione covid.
    Il numero di danneggiati risulterebbe enormemente sottostimato:potrebbe arrivare a 2,5/3 milioni

    "Caro Prof.Cichutek,il Paul Ehrlich Institute ha annunciato in un comunicato stampa 244.576 casi sospetti di effetti collaterali da vaccino covid segnalati per l'anno solare 2021.
    I dati a disposizione della nostra azienda ci danno motivo di presumere che vi sia una sottostima
    molto significativa di casi sospetti di effetti collaterali dopo la vaccinazione.
    Allego una valutazione alla mia lettera.
    La base dati per la nostra valutazione sono i dati di fatturazione dei medici.
    Il nostro campione è tratto dal database anonimo delle Compagnie di assicurazione sanitaria. Il campione comprende 10.937.716 assicurati.
    Finora, abbiamo i dati di fatturazione dei medici per la prima metà del 2021 e circa la metà per il terzo trimestre del 2021.
    La nostra query contiene i codici ICD validi per gli effetti collaterali della vaccinazione.
    Questa valutazione ha mostrato,non disponiamo ancora dei dati completi per il 2021,che sulla base dei dati disponibili stiamo già ipotizzando 216.695 casi trattati di effetti collaterali
    Dopo la vaccinazione covid da questo campione.
    Se queste cifre vengono estrapolate all'anno,nel suo insieme e alla popolazione in Germania,è probabile che 2,5-3 milioni di persone in Germania abbiano ricevuto cure mediche a causa degli effetti collaterali della vaccinazione
    Consideriamo questo un segnale di allarme significativo che deve essere preso in considerazione quando i vaccini verranno utilizzati ulteriormente.
    A nostro avviso,le cifre possono essere convalidate in modo relativamente semplice e anche con breve preavviso
    chiedendo agli altri tipi di assicurazione (AOKen,compagnie di assicurazione sanitaria sostitutiva,ecc.)di valutare i dati a loro disposizione.
    Estrapolato al numero di persone vaccinate in Germania,ciò significa che circa il 4-5% delle persone vaccinate era in trattamento medico
    a causa degli effetti collaterali della vaccinazione.
    A nostro avviso, vi è una significativa sottostima degli effetti collaterali della vaccinazione.
    È importante identificare la cause.
    La nostra prima ipotesi è che poiché non viene pagata alcuna remunerazione
    per la segnalazione degli effetti collaterali delle vaccinazioni,al PEI spesso non viene segnalato nulla a causa del grande sforzo richiesto.
    I medici ci hanno riferito che ci vuole circa mezz'ora per segnalare un sospetto danno da vaccino.
    Ciò significa che 3 milioni di casi sospetti di effetti collaterali della vaccinazione richiedono circa 1,5 milioni di ore di lavoro per i medici. Sarebbe quasi il carico di lavoro annuale di 1.000 medici.
    Anche questo dovrebbe essere chiarito a breve termine.
    Pertanto, una copia di questa lettera viene inviata anche all'Associazione medica tedesca e all'Associazione nazionale dei medici legali dell'assicurazione sanitaria.
    Anche l'Associazione nazionale dei fondi statutari di assicurazione sanitaria riceverà copia di questa lettera
    con la richiesta di ottenere adeguate analisi dei dati da tutte le compagnie di assicurazione sanitaria.
    Poiché NON È POSSIBILE ESCLUDERE UN RISCHIO PER LA VITA DELLE PERSONE,Vi chiediamo di rispondere alle misure adottate entro il 22 febbraio 2022, ore 18.00.
    Cordiali saluti"

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  2. Ora ho anche letto l'articolo,lungo da leggere sul cellulare te lo concedo,ma estremamente interessante, mette nella giusta chiave una sequenza di cose.
    Cose avviate oltre 20 anni fa e pianificate da molto più tempo.
    È dal 2000 che dobbiamo vivere costantemente sotto minaccia,che siano terroristi immaginari,pandemie studiate a tavolino o questo enorme elefante ambientale che ogni due per tre ci viene riproposto come la peperonata. E piano piano queste minacce si trincerano dentro le persone e diventano la loro realtà.
    Questa per me è la definizione di follia distopica,ma si sa,il mondo sembra debba essere per forza permeato dal male. Pianificato da quelle stesse istituzioni che dovrebbero garantirne il bene.
    Se non è un paradosso questo.

    Io continuo a darlo il buon esempio,la normalità,ma temo che questo popolo sia totalmente soggiogato. Affrontare qualsiasi problema futuro accanto a certe persone rappresenta un pericolo maggiore della minaccia stessa.

    Una volta qualcuno mi disse:se fai così di fronte a dei problemi ridicoli non oso immaginare come reagiresti davanti ai problemi veri che la vita ci presenterà.
    Mi è servita tanto quella frase, l'ho fatta mia ,e credo rappresenti esattamente ciò che percepisco da due anni.
    La perfetta rappresentazione dell'isteria collettiva,che si trasforma in emarginazione e poi in violenza.

    Non ci può essere futuro con queste premesse,o la gente inizia a guardarsi intorno e capire che la rappresentazione della realtà dei media e dei politici è assolutamente irreale e se ne libera ,oppure il destino è quello disegnato da una canzone di qualche anno fa,che parlava del 2030.

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  3. Direi tutto molto ben descritto e circostanziato. Facile oltretutto da capire e interpretare, sono le conferme di quanto molti di noi hanno da sempre pensato e sostenuto. Così il mondo andrà avanti, come non lo so, di sicuro da un'emergenza all'altra, facendoci ripiombare una semispecie di Medioevo moderno, dove toccherà davvero stare attenti a come ci si muove o a come si parla. Il mio motto comunque continua ad essere quello di prendere tutto molto alla leggera, ridere, scherzare, prendere pel culo il più possibile cercando di vivere quel poco che mi resta meglio possibile, respirare aria pulita e andare in culo a tutti
    Sanguebianconero

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    1. Ottimo il tuo approccio alla vita, che in questo momento ti invidio. Non è purtroppo la mia posizione attuale. Al-Mutanabbi

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    2. Ti garantisco che è uno sforzo enorme, ed è difficilissimo. Ma se ci riesci vivi bene, vedi molti sofferenti, chi per un verso (incomprensione di come ci si possa esser ridotti così) chi per un altro (il terrore del male, del virus, delle guerre). E poi ci sei te, che a 50 anni, nella consapevolezza di essere abbondantemente nel secondo tempo della tua vita, che ti importa una sega, dici di si a tutti e fai come ti pare.
      sanguebianconero

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  4. Dove l hai beccato? L hai tradotto tu o hai usato il traduttore google?
    Ottimo articolo.

    M.

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    1. Non mi ricordo dove l'ho beccato, è di qualche tempo fa. Al-Mutanabbi

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  5. Si vabbè, ma " le carrareselle" chiamate Sienanoè 3-1 3-1 (qualche anno fa si chiamava Roma 3-1 3-1 con Cavallina alla radio,ricorda?) dove sono andate a finire?

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