Una settimana fa stavamo parlando di "Invito al viaggio". Ecco, continuiamo il discorso...
Anzi, continuiamo l'ascolto. Sì, perchè dopo l'ultima canzone dell'album "Fleurs" (oppure inglobata in questa, come qualcuno sostiene), appunto "Invito al viaggio", si devono aspettare alcuni secondi, per poi imbattersi in una ghost track, una traccia fantasma non dichiarata nella lista ufficiale dei brani di un album. Ecco, per me l'ascolto di questa composizione fu al tempo uno scoppio di qualcosa che non so descrivere, compresso dalla sorpresa e dal piacere dell'ascolto.
Esiste ancora oggi fra i fans battiateschi una discussione sul nome di questa canzone: "Sai dire addio?", oppure "Sai dire addio ai giorni felici?", ovvero "Le voci si faranno presenze". Il fatto è che pare che presso la SIAE il brano sia registrato come "Ghost track", semplicemente. Ma noi la vogliamo chiamare come indicato nel titolo di questo articolo, dato che spiega forse meglio di altri il senso di quanto cantato.
Come capita spesso in Battiato, le ultimissime canzoni di un album sono quelle più dure, più sperimentali. E le ghost track non fanno assolutamente eccezione (si pensi ad un'altra, la meravigliosa "Stage door", probabile prossimo approfondimento). Musicalmente, l'elettronica non lascia spazio a ghirigori melodici. Un cuore pulsante di sottofondo, che riecheggia l'avanguardia dei primissimi album degli anni '70, sfocia in un agghiacciante e freddissimo letto sonoro sintetizzato, con Battiato che meccanicamente canta distorto le poche parole che compongono il titolo presunto. Quindi il silenzio del ritornello centrale, con archi e canto dolce. Quindi ancora il pulsare freddo e meccanico, con le solite parole iniziali, ma con un controcanto stridulo che crea l'ennesimo fastidio musicale. La voce di Battiato svanisce, sovrastata da un suono forse ancor più duro degli altri. Una goduria, per chi ama il genere!
Nelle tante sfumature della canzone, resta da capire un'altra cosa, che diventa assolutamente essenziale per la comprensione del testo. Fermatevi un momento ed osservate il titolo: "Sai dire addio ai giorni felici?". Ok, fatto? Bene, tentate di scindere qualche parola... Ok, vi aiuto. Non vedete che il testo può anche essere letto con "Sai dire a Dio: hai giorni felici?". Sorprendente, vero? E vedete come ora cambia tutto?
Ma noi propendiamo sempre per dare fedeltà al titolo indicato, che quindi commentiamo. Molte sono le interpretazioni che vengono fornite per questo testo ermetico, più volte ripetuto. Io, considerando anche la parte centrale del testo, tendo a vedere in questa ghost track l'ennesimo tentativo di Battiato di prepararci al momento finale, all'attraversamento della porta dello spavento supremo. Ecco, in quel momento, quando poi dopo vedremo non più una voce ma una presenza, siamo preparati a dire addio ai giorni felici che abbiamo vissuto in questo transito terrestre? E - se inglobiamo anche l'altro significato spezzando diversamente le parole - siamo in grado anche di dire a Dio se abbiamo avuto giorni felici? Insomma, siamo di fronte a due domande esistenziali che l'uomo (occidentale) non prepara mai, quando invece sa che saranno forse le ultime che ci rivolgeremo. Per questo, Battiato si è speso, da un certo punto in poi, per insegnarci ad accettare il momento del trapasso, probabilmente verso altri spazi e poi verso altri ancora. In questo caso, sotto l'incessante accompagnamento di una musica che non lascia opzione per il ripensamento, pare che Battiato sia molto scettico verso la nostra capacità di discernere, di essere pronti al cambio di forma, di arrivare al momento per cui, in fondo, siamo nati ed abbiamo vissuto.
Ecco, valutata la situazione mondiale che stiamo vivendo, lo chiedo anche io: sapete dire addio ai giorni felici?
PS: come se non bastasse, nel 2014 la track sarà rifatta, all'interno dell'album "Joy Patti's Experimental Group", con il titolo "Le voci si faranno presenze", ingentilita nelle armonie, ma accompagnata dal canto tremulo dell'ultimo Battiato, che rende il testo ancor più evocativo.
Ai, ai, ai giorni felici?
Sai, sai, sai dire addio, addio
Ai, ai, ai giorni felici?
Una visione ti viene incontro
Un giorno senza tramonto
Le voci si faranno presenze
Ai, ai, ai giorni felici?
Sai, sai, sai dire addio, addio
Ai, ai, ai giorni felici?
Sai, sai, sai dire addio
Ai, ai, ai giorni felici?
Sai, sai, sai (Dire addio)
Ho 61 anni e in 53 anni di Robur Siena non ho mai visto dei cambi da manicomio come ieri. Fanno pari con la formazione iniziale con la Reggiana.
RispondiEliminaPer me il Gila non ci capisce niente e mi do uno schiaffo da solo per averlo capito solo ora.
La peggio cosa dopopartita dichiarazioni stile precotto non c'è nemmeno la coscienza di aver totalmente cannato.
T. Pianigiani
Mi sa che ha sbagliato contesto per il suo commento. Non si parla di calcio, ma di musica pop-elettronica...
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