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venerdì 15 ottobre 2021

Da Giolitti all'Entella: una storia italiana

Sabato pomeriggio i bianconeri della banda del pareggio giocheranno alle 17.30 contro la Virtus Entella di Chiavari. Io non so di preciso cosa significhi Entella ma a dirla tutta, conoscendo pochissimo di latino, anche Virtus mi suona strano, per non parlare poi di Chiavari... ma non pensate subito a quello però! 


Entella dovrebbe essere un torrente, ma in verità questa parola mi pare possa andare bene per un sacco di cose. Volete qualche  esempio? Vino: ieri sera ho bevuto un Entella DOC Riserva del 2016 niente male. Macchine? Guarda bella la nuova Entella 3000 Turbo con le minigonne nere. Giocatori: o citti, la Robur forse prende George Entella, quel nerino che lo scorso anno ci fece girare le scatole. E invece niente di tutto questo. Per conoscere il significato della parola Entella occorre fare un bel salto in dietro nel tempo e arrivare ai giorni in cui l’Italia era ancora una ragazzina e sullo scranno della presidenza del consiglio dei ministri sedeva Giovanni Giolitti, un piemontese tutto d’un pezzo con un bel paio di baffoni folti e una gran bella pelata, che nelle poche foto dell’epoca mi ricorda tanto il mezzo busto di Giolitti visto da qualche parte un giorno... Vabbè, questa me la potevo risparmiare dai.

Dicevamo, Giovanni Giolitti, come spesso succede in questo paese, fu ex di qualsiasi carica importante, tipo cinque volte presidente del consiglio (meglio di Silvione ma peggio di Andreotti), ministro di qua, ministro di là, etc. Uno che sposta un botto, diremmo oggi. Un bel giorno, parlando dei contadini italiani, vale a dire della base demografica nazionale, che nel corso di un paio di guerricciole mondiali, un ventennio nero, qualche boom economico e altre cosucce si sarebbe poi evoluta in quella massa di decerebrati che siamo oggi, disse: "La redenzione del contadino italiano non è improbabile: è impossibile". Ora, considerando che nei primi anni del '900 gli italiani erano praticamente tutti contadini, non fu proprio un bel messaggio di stima, nè tantomeno di augurio. Giolitti (mi pare di scrivere una relazione di storia per la professoressa delle medie, mi so’ appena tolto 30 anni!), nonostante i modi di fare autoritari e secondo qualcuno dittatoriali, si adoperò per far confluire il potere politico agli schieramenti del centro, isolando pertanto le pericolose derive estremiste delle forze di destra e di sinistra. Suppergiù questa intuizione pose forse le basi, diversi anni e centinaia di migliaia di morti dopo, per la nascita della Democrazia Cristiana, potentissimo carrozzone che assieme alla Cia avrebbe governato l’Italia per almeno 40 anni. È singolare come oggi ci riempiamo la bocca con la laicità dello stato e inorridiamo guardando le repubbliche islamiche mentre per almeno quattro decenni abbiamo votato un partito che aveva la parola "Cristiana" nel nome e la croce nel simbolo. Passano i giocatori, cambian gli allenatori, ma restan quei colori. Ma non divaghiamo dai che il tempo stringe e sabato arriva. 

Che c’entra quindi Giolitti e la Democrazia Cristiana con l’Entella? Niente, ma mi serviva prenderla alla lunga, come una rincorsa partita dal Casato, per arrivare a due personaggi che nella seconda metà del '900, frequentando quei governi a maggioranza democristiana, travolsero inesorabilmente le nostre vite. Franco Basaglia, veneziano di area socialista o comunque giù di lì, e Lina Merlin, padovana e sicuramente socialista. Fenomeno assai curioso vedere due di sinistra provenire dal Veneto, al giorno d’oggi vera e propria roccaforte leghista. Passano i giocatori, cambian gli allenatori, ma restan quei colori. Domanda, ma come, governava la DC e le leggi destinate a stravolgere la vita di tutti noi le promovevano gli altri? Sì, è una roba strana ma ci potrebbe anche stare. Pensate se oggi il DL Zan venisse approvato sotto un governo Salvini/Meloni... ganzo! E poi al tempo la DC spesso non aveva i voti per governare e quindi giù ribaltoni, correnti, ali, aree, governi balneari, inciuci. In poche parole: il meglio della Prima Repubblica. E il sistema elettorale proporzionale non aiutava di certo a stabilire i vincitori delle elezioni. E allora via alle alleanze più o meno durature, che ebbero la loro massima espressione nel famoso Pentapartito del 1981 (lunga vita a quegli anni!). Penta come penta paresi, penta stellato, penta campeon, etc. I due suddetti personaggi, in tempi diversi, idearono due leggi: una sui matti e l’altra sulle puttane. Soltanto che molto probabilmente invertirono i testi e invece di lasciare aperte le case chiuse, regolarizzando l’antico mestiere ed evitare di farlo finire nelle mani della criminalità organizzata, e soprattutto chiudere le porte dei manicomi, cercando di riorganizzare l’intero sistema ed impedire che orde di svitati vagassero libere per il mondo, spesso a carico delle famiglie, fecero esattamente il contrario: chiusero le prime e aprirono le porte dei secondi. Mi chiedo: se Basaglia era uno psichiatra e promosse una legge sui matti, per legiferare sulle zoccole, che occorreva essere? Vabbè, non importa. L’intento era sicuramente nobile, ma gli effetti furono devastanti. Ma dico, si può essere più coglioni? I risultati furono subito chiari: gli italiani, popolo di sognatori, naviganti, poeti e contadini (almeno a quanto sosteneva Giolitti), divennero anche un popolo di matti e di figli di buona donna a nero. Ora, ammesso che e concesso che le mamme di entrambe sono sempre incinte, sono proprio le buone donne a nero che ci interessano assai. 

Un famoso genovese, al secolo Fabrizio de Andrè, che rispetto al suddetto elenco di italiche categorie poteva ambire a rappresentarne con successe almeno un paio, deve uno dei suoi più grandi successi alla signorina Bocca di Rosa, che all’ufficio anagrafe di uno sperduto paesino dell’astigiano (piemontese quindi, come Giolitti) era registrata mi dicono col nome di Antonella. La signorina, famosissima figura mitologica metà donna e metà scrofa, era dedita con successo al mestiere più antico del mondo, anche se non era la noia a spingerla a praticarlo, nè tantomeno lo considerava un lavoro. Diciamo  soltanto che aveva una forte passione per quelle cose lì. Come noi con la Robur del resto. Quello che ci racconta il Faber nazionale è la storia della ragazza, dal suo arrivo al paesino di Sant’Ilario fino alla sua frettolosa ritirata, inseguita da un nugolo di cornute impazzite armate di cattivissime intenzioni. Ciò che invece il de Andrè non ci dice è quello che successo dopo. Immaginatevela nel suo abitino stretto e anche abbastanza colorato (almeno per il tempo), dopo aver lasciato la stazione successiva (e aver trovato molta più gente di quanto partiva), seduta a piangere su uno strapuntino in terza classe grazie al biglietto pagato dal sagrestano, che di nascosto aveva svaligiato la cassetta delle offerte (visto che lei non aveva soldi, dato che la sua professione non era retribuita e non esisteva ancora il reddito di cittadinanza). Groppo in gola, occhi lucidi e fazzoletto di stoffa per tamponarsi il naso (era commozione, non Coronavirus). A sinistra le montagne, a destra il mare e al centro i binari paralleli della ferrovia. La locomotiva a carbone che sbuffa e spara verso il cielo il suo fumo grigio e lei avvolta nei suoi pensieri, guarda fuori dal finestrino, vede la sua immagina riflessa nel vetro e dopo un po’ decide di scendere. Il cartello appeso al muro della piccola stazione riporta la parola "Chiavari". La ragazza fa un sorriso e dentro di sè pensa: "E ti pareva?". Passeggia per il centro, conosce in un senso diverso da quello biblico il sindaco, il maresciallo e il maestro delle elementari ed infine decide di fermarsi lì, almeno per un po’. Quella decisione segnerà per sempre la sua vita poiché di fatto non lascerà mai più la sua casetta sul porto. Invecchiando, almeno fino alla legge Merlin,  diventerà una specie di monumento, conosciuta in ogni angolo della città e rispettata da chiunque. Col passare degli anni poi nessuno più la chiamerà più Bocca di Rosa e per tutti sarà soltanto Antonella. Ah quasi dimenticavo: nel dialetto parlato da quelle parti, passare da Antonella a Entella è un attimo. Ma questa è decisamente un’altra storia.

 

Nomi, personaggi, luoghi ed episodi sono frutto dell'immaginazione del derelitto sotto indicato o sono usati da esso a volte  in modo fantasioso e quasi sempre a sproposito. Qualsiasi somiglianza con persone, viventi o defunte, organizzazioni commerciali o partiti politici, fatti o luoghi è del tutto casuale. Niente di quanto riportato è vero: di fatto è servito soltanto per arrivare dove volevamo arrivare, vale a dire da nessuna parte. Come sempre!

 

Siena - Entella 0 a 0: la prima di un trittico di fuoco per conoscere meglio il nostro futuro, dipanare le nebbie per capire se saremo falco o preda. Io vorrei 9 punti, ma anche 7 andrebbero bene. Forse anche con 5 chiuderei la trattativa. Il Gila invece credo ne vorrà 3. Tanto l’importante è pareggiare senza prendere goal. E invece noi vogliamo vincere sempre, l’hai capito o no?

 

su quei gradoni, lì ci troverai!



Mirko

17 commenti:

  1. Rottura Paloschi Gilardino! Probabilmente Paloschi lascherà il Siena a Gennaio!
    Uno di Valli

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    1. 5 ore dopo... Paloschi non è neanche in panchina, Uno di Valli ha indovinato anche questa

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  2. Ma perché invece non se ne va il genio del pallone ( o nel pallone)....te che sei ben informato perché non l'hanno già esonerato?

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  3. Purtroppo al momento NON LO POSSONO esonerare altrimenti lo avrebbero già fatto da tempo! Basta rileggere le dichiarazioni di Belli, Bellandi e anche di Perinetti (che deve fare il trapezzista) per capire che questo allenatore non ha convinto affatto!
    Uno di Valli

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  4. Comunque ieri ha azzeccato la formazione e pure i cambi, i giocatori in campo si sono dati da fare, ed è arrivata una vittoria che non era scontata e che comunque il Siena meritava, quindi almeno ieri Gilardino ha dimostrato di saperci fare. Cecco

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    1. Che cosa ha fatto? Ha azzeccato la formazione? Ma per piacere..!!!Squadra senza una punta di ruolo e che per 60 minuti,come sempre del resto, ha dimostrato di non essere né carne né pesce. Intendiamoci: alla fine non ha rubato nulla eh! Ma di questo passo si continua a vivacchiare e se Perinetti (che per come la penso io mal sopporta il tecnico che evidentemente non può metterlo a riposo...) non prende una decisione forte rischiamo di buttare un anno. A meno che ...a meno che nelle prossime 4 gare ( tutti parlano del trittico ma dopo Vt e Pe ci sarà da vedersela con Gubbio e Modena che non sono proprio uno scherzo) Gilardino non smentisca tutti e dia una bella mitragliata al campionato.
      P.S l'improvvisa assenza di Paloschi la vedo avvolta da tanta nebbia

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  5. Purtroppo un cavillo contrattuale al momento impedisce l‘ esonero di Gilardino! Se non ci fosse stato questo intoppo (errore???) l‘ esonero sarebbe scattato dopo la partita con la Pistoiese! Il sostituto è stato individuato da tempo e sarebbe un profilo di livello alto! La società ha investito tanto ma purtroppo ha fatto un errore gravissimo a confermare un allenatore che già l‘ anno scorso non aveva affatto convinto! Per quanto riguarda Paloschi siete liberi di credere alla novella del polpaccio… evidentemente si è fatto male in mattinata mentre scendeva dal letto ;-)
    Uno di Valli

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  6. Interessante quale cavillo? Almeno 12 partite, 3 mesi di stipendio garantiti? Cmq sarebbe meglio che se non ci fosse la fiducia della società si risolvesse bypassando tale cavillo....io non mi illudo per una vittoria...una rondine non fa primavera e il non gioco continua ad essere presente a mio avviso...poi se le vince tutte da qui a Natale cambierò idea ma ho i miei dubbi ...

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  7. Il passaggio dalla D alla C a livello burocratico richiede molta attenzione. A livello contrattuale quella che in D è una semplice postilla in serie C può diventare una montagna insuperabile. In questo momento l‘ unica strada percorribile è la separazione consensuale, l‘ esonero non è attualmente possibile.
    Uno di Valli

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  8. A Siena il numero dei cretini è sempre molto elevato.

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    1. Anche il numero di mangiatori di trofie al pesto è molto elevato…

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    2. Anonimo della 12:53 ne è il portabandiera

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  9. Anonimo delle 14.09 ma solo te raggiungi picchi inarrivabili.

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  10. Anonimo delle 13.52, te invece con la battuta sulle trofie ci passerai la vita, cambia ogni tanto per non diventare patetico

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    1. Anonimo delle 13:52 io le trofie te le darei nei d…i

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  11. I fenomeni delle trofie dove sono stasera? A preparare il pesto? Continuamo sempre a difendere l'indifendile e a non capire che se si critica lo si fa per risolvere il problema non per crearlo....e cmq dopo stasera il Gila a casa con o senza cavillo

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