Riceviamo e pubblichiamo.
Mi capita spesso di ricevere, in questo blog, contestazioni riguardanti la manifestazione, da parte mia, della Fede in Cristo per cui, pur prendendo atto della mia inadeguatezza, vorrei umilmente accennare al tema fondamentale del rapporto tra fede e ragione.
Spesso i miei interlocutori qualificano la fede come mera espressione di un sentimento religioso completamente avulso dal mondo reale e senza basi razionali. Per cercare una risposta al tema, non posso fare altro che ricorrere all'aiuto di un uomo che ebbe una fede granitica e cioè a San Giovanni Paolo II, il quale nel 1998 diede alle stampe l'enciclica "Fides et Ratio", che tratta dei rapporti tra fede e ragione. Lo scritto inizia con una poetica metafora:" La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s'innalza verso la contemplazione della verità". Quello stupendo incipit riassume in poche parole tutto l'assunto.
Egli naturalmente riconosce che c'è un doppio ordine di conoscenza, quello della fede, che poggia sulla Rivelazione di Dio e interpella la libertà di scelta dell'uomo e quello della ragione o della conoscenza filosofica, che si fonda sulla realtà sensibile, osservata alla luce del solo intelletto. Il Papa polacco osserva che la Rivelazione divina che si compie in Cristo, irrompe sul palcoscenico della storia, la quale "quindi, diventa il luogo in cui possiamo costatare l'agire di Dio a favore dell'umanità. Con questa Rivelazione viene offerta all'uomo la verità ultima sulla propria vita e sul destino della storia".
Ancora spiega: "La Rivelazione, pertanto, immette nella nostra storia una verità universale e ultima che provoca la mente dell'uomo a non fermarsi mai; la spinge, anzi, ad allargare continuamente gli spazi del proprio sapere fino a quando non avverte di avere compiuto quanto era in suo potere, senza nulla tralasciare". Per cui la fede non è antitetica alla ragione, anzi la cerca e compie insieme ad essa il tragitto per arrivare alla conoscenza della verità. Il loro connubio si ferma solo davanti al mistero dell'essenza di Dio, che solo la Fede, seppur limitatamente, può scandagliare.
L'enciclica prosegue affermando che la fede va pensata, anzi deve essere sottoposta preventivamente al vaglio dell'intelletto e che non vi è altra strada per arrivare alla comprensione della Rivelazione che quella della ragione.
Vorrei quindi confutare l'accusa che la Fede cristiana sia assurda, illogica, e antiscientifica, prendendo come esempio il mistero della divinità di Cristo, il caposaldo della fede cristiana. Credere a ciò è di competenza del dogma cristiano, ma Gesù è esistito realmente in carne e ossa, è stato individuato non solo dai Vangeli, ma anche da vari libri storici, per poi essere scandagliato da un nugolo di Padri della Chiesa e di teologi/filosofi, che solo dopo un imponente studio razionale della figura di Gesù, hanno poi percorso l'ultimo scalino della conoscenza della verità, grazie al dono della fede.
Il credere motivato della fede non può prescindere dai dati empirici, come ad esempio un graffito che in una catacomba romana prova che i primi cristiani adoravano Gesù come Dio. E' rilevante poi notare come dai Vangeli possiamo rilevare che Gesù si è autoproclamato Dio (caso unico nella storia delle religioni) compiendo miracoli e, soprattutto, parlando un linguaggio di autorevolezza e di sapore celestiali.
L'intelletto umano non può rimanere indifferente alle parole che solo Gesù ha saputo pronunciare, che sole rimandano ad un mondo sovrumano, ai suoi miracoli clamorosi e alle sue autoproclamazioni di essere Dio. Tutti questi elementi sono valutabili dall'intelletto umano e sono strumenti indispensabili per poi arrivare alla Fede in Lui, a cui solo per grazia si può arrivare.
Questo è solo uno dei tanti esempi che stanno a dimostrare come la religione cristiana non possa prescindere da una solida base razionale, testimoniata dai grandi teologi e filosofi cattolici che hanno saputo dotare la Fede di un grandioso basamento logico tutto costruito con la Ragione. Cito solo un nome: il grande teologo e filosofo Tommaso d'Aquino, definito dai suoi contemporanei Dottore angelico.
La sintesi del rapporto tra teologia e filosofia secondo San Giovanni Paolo II deve svilupparsi "all'insegna della circolarità". Cioè per una più intima conoscenza della Parola di Dio, la teologia non potrà non giovarsi della filosofia e questa, a sua volta, dall'incontro con la Parola di Dio "esce arricchita, perché la ragione scopre nuovi e insospettati orizzonti".
Pertanto mi sento di concludere che un dialogo fra credenti e agnostici o atei sia possibile pure sulla ragione metafisica dell'uomo, sulla base del raziocinio che ogni uomo possiede. Al di sopra del quale esiste la libera scelta della Fede, alla quale nessuno può essere costretto ad aderire.
Marco Sbarra
C'è poco da commentare, anche volendo, a meno di non voler cercare la polemica per il gusto di sfrucugliare.
RispondiEliminaIo ho sempre avuto rispetto per chi ha Fede, così come per chi non ce l'ha.
Ho solo un paio di solidi appunti da fare a questo scritto:
La fede NON è una scelta, la FEDE è una GRAZIA DI DIO.
E volendomi spiegare meglio, dunque per non far polemica inutile, la FEDE è come l'AMORE... NON si può DECIDERE di chi ci si innamora.
Ovviamente parlo di AMORE VERO.
Per quanto riguarda S.Tommaso, personalmente, ci andrei cauto datosi che egli appoggiò l'Inquisizione decisa da Papa Gregorio IX che nel 1231 aveva ordinato la sistematica eliminazione degli eretici con una direttiva impartita a tutti i vescovi:
“ Rimuovete la carne putrida con il ferro e con il fuoco, sterminate gli eretici!”
A tal proposito S.Tommaso disse:
“ Per quanto riguarda gli eretici questi si sono resi colpevoli di un peccato che giustifica il fatto che essi non solo vengano estromessi dalla chiesa attraverso la scomunica ma anche allontanati da questo mondo per mezzo della pena di morte.”
Ecco, io non ritengo e non riterrò mai che l'Inquisizione sia una volontà divina, datosi che Dio avrebbe citato NON UCCIDERE tra i suoi comandamenti (ribadito poi da Gesù quando afferma di non fare agli altri ciò che non faresti a te stesso).
So che la teologia ha fatto i salti mortali per giustificare l'uso della morte da parte del Cattolicesimo ma io non sarò mai concorde... mai mai mai, qualsiasi tentativo di spiegazione mi venga dato. Da questo orecchio non ci sento.
Boh, siamo nel 2021, anche basta co ste seghe mentali.
RispondiEliminaNon sei mica costretto a leggere eh.
EliminaNon paghi neppure un abbonamento.
Basta voltare pagina e dirigersi verso luoghi intellettualmente più intensi (dal tuo punto di vista, ovviamente).
Noi invece ci divertiamo anche così :o)
Oppure puoi proporre un articolo che ci proponga un argomento che tu non consideri sia una "sega mentale".
Al-Mutanabbi ne sarebbe felicissimo credimi.
Questo spazio libero è stato creato per dare A TUTTI la possibilità di aprire dibattiti su argomenti di interesse collettivo; purtroppo pare che la gente abbia più voglia di criticare che di creare, offrire spunti... ovvio, proporre costa fatica e ci si mette a repentaglio ma... potrebbe anche essere utile.
La differenza tra COSTRUIRE (Faticoso e difficile) e DISTRUGGERE (Facile e Vacuo)
"Nolite dare sanctum canibus, neque mittatis margaritas vestras ante porcos, ne forte conculcent eas pedibus suis, et conversi dirumpant vos", ossia: "Non date ciò che è santo ai cani e non gettate le vostre perle ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e, rivoltandosi, vi sbranino". (MATTEO 7,6)
EliminaP.S. Senza offesa.
Concordo con te Quixote , tant'è che ho scritto che la fede è un dono della Grazia divina. Io credo però che l'uomo, anche se cercato da Dio, abbia sempre la libertà di rifiutare di credere in Lui. Cioè l'uomo deve fare comunque la sua scelta in nome della sua libertà. E credo che l'atto di adesione possa essere più motivato se vi è il previo utilizzo della ragione per rispondere a tutte le domande che il mistero pone.
RispondiEliminaPer quanto riguarda san Tommaso, anch'io avrei preferito che non avesse scritto quelle cose. Nel 1200 la possibilità di scegliere la propria fede era ancora lungi dall'essere prevista, ma certamente ciò ha rappresentato una brutta pagina per la storia della Chiesa. Non a caso, il papa polacco nel 2000 volle che la Chiesa professasse il suo pentimento: " Un altro capitolo doloroso sul quale i figli della Chiesa non possono non tornare con animo aperto al pentimento è costituito dall'acquiescenza manifestata, specie in alcuni secoli, a metodi di intolleranza e persino di violenza nel servizio della verità. Ci si riferisce alle forme di evangelizzazione che hanno impiegato strumenti impropri per annunciare la verità rivelata o non hanno operato un discernimento evangelico adeguato dei valori culturali dei popoli o non hanno rispettato le coscienze delle persone a cui la fede veniva presentata, come pure alle forme di violenza esercitate nella repressione e correzione degli errori".
Signor Sbarra buongiorno, intanto le faccio i complimenti per l'impostazione dell'articolo che risulta non essere fazioso con chi non è credente, anzi si conclude invitando al dialogo. In virtù di questo dialogo le descrivo quale è il mio Gesù preferito con la doverosa premessa che faccio parte della schiera degli agnostici: mi piace il Gesù collerico che scaccia i mercanti dal tempio (mai metafora fu più azzeccata), amo il Gesù umano che chiede al Dio padre perchè l'abbia abbandonato una volta finito sulla croce (l'eterno contrasto tra il padre e le aspirazioni dei figli), mi entusiasma la sua comunità dove il posto d'onore spetta agli ultimi o a chi rinuncia volontariamente alla ricchezza (la figura della Maddalena risulta essere un gigante). Che le devo dire, poco in linea con la politica di potenza che la Chiesa di Roma perseguirà nei secoli successivi, la comunità di Gesù descrive una comunità utopica in cui per avvicinarsi al vero Dio bisogna allontanarsi dai falsi dei terreni (primo tra questi il dio denaro). Inoltre con Gesù assumono valore universale il perdono, la carità e la misericordia, tutti valori che ognuno di noi può assumere come propri anche se non necessariamente dobbiamo rifarci al cristianesimo. Agnosticamente ma al solito cordialmente la saluto. Cecco
RispondiEliminaCaro Cecco, grazie per avere aderito all'invito al dialogo fra fronti dialetticamente e concettualmente diversi e a volte opposti. Lei ha messo in luce gli aspetti più significativi e pregnanti del Gesù uomo, che hanno affascinato anche i più agguerriti avversari della Chiesa.
EliminaSì è vero, quella Chiesa che nel suo percorso storico ha compiuto delle gesta indegne della sua missione, ma che, grazie alle opere di tanti meravigliosi uomini e donne, ha tenuto alta la fiaccola della verità, della fede e della carità a favore di tanti oppressi e bisognosi e che ha lavato con il sangue di milioni di martiri le sue colpe. E' la Chiesa dei santi e dei peccatori che Gesù ha fondato su Pietro, primo grande peccatore e martire, la quale ha subito le infedeltà di tanti suoi pastori, ma che è santa per natura, grazie alla divinità del Cristo suo Capo.
Ma qui mi rendo conto di entrare in un terreno minato, perché credere in un Gesù Dio richiede un salto che non è nelle corde di un agnostico. Però mi lasci dire (e sperare) per ora, perché non sarebbe il primo a fare un giorno il grande salto.
Con più sinceri auguri di buon proseguimento,
Certe cose che scrivi non si può che condividerle, Sbarra. È chiaro che come sempre è nei dettagli che ci si distingue. Dal punto di vista mio essendo la religione il frutto di una congettura umana come può non avere un ruolo insignificante in questo la ragione? Non siamo tutti noi esseri pensanti e dunque alla continua ricerca di risposte sia alle vicissitudini quotidiane della vita come ai dilemmi esistenziali dell'universo? Per me Gesù di Nazareth era un uomo dotato di spiccate qualità umane, con lo stesso criterio si potrebbe scrivere oggi un libro sulla vita del Mahatma Gandhi e tra trecento anni qualcuno potrebbe adorarlo come parola di Dio. Per me le sacre scritture hanno enorme valore spirituale e scarsissima rilevanza storica, per questo la ragione si ferma e lascia il posto ad altre qualità altrettanto importanti ma facoltative che non possono essere imposte a modello a nessuno.
RispondiEliminaCredere che Gesù sia Dio, che abbia parole di vita eterna ed affermarlo pubblicamente non comporta che quella verità debba essere imposta. Ho l'impressione che questo timore nasconda lo sconcerto che il non credente prova quando sente parlare di verità e di fede, quasi che il solo credere fosse una minaccia. Non è così, ma mi accorgo che certi pregiudizi sono duri a morire. Io ho le mie certezze, ma non mi sogno nemmeno di imporle agli altri.
EliminaParagonare Gesù a Gandhi, Budda o Maometto non è corretto nemmeno dal punto di vista umano. Gesù ha detto io sono Dio, gli altri assolutamente no, ha compiuto miracoli strabilianti, gli altri no, ha rivoluzionata l'etica umana, arrivando a indicare l'amore per i nemici, gli altri no, è stato crocifisso per la salvezza dell'uomo, gli altri no, ha svelato il grande mistero della vita ultraterrena, svelando i due mondi contrapposti, Paradiso e inferno, gli altri no.
E quei dati in gran parte hanno precisi riferimenti storici, come quelli riferiti nei vangeli, o nei libri ad esempio degli storici contemporanei Tacito e Giuseppe Flavio. Se fossero conosciuti dai più, forse tante opinioni verrebbero meno.
Sbarra se arrivi ad attribuire valenza storica alle tradizioni profetiche tramandate e scritte capisci che il castello della fede implode come un gioco di carte? Non si può avere tutto, caro Sbarra, verità rivelata e verità ricercata non sono sullo stesso campo, tu hai fatto una scelta, e chi la mette in dubbio. Io ad oggi credo nell'uomo, domani chissà, tu rispettando questa scelta mia rispetti anche la tua le invasioni di campo sono perdite di tempo e la vita è così breve.
EliminaChiedo scusa a chi ha scritto e ai lettori, vado fuori tema, il mio è solo uno sfogo a 40 gradi....
RispondiEliminaQuindi niente Palio.
Non ho parole. Ancorare le sedie al suolo in piazza.... magari anche legare la gente già che ci siamo...
Mi chiedo se per i concerti, per dirne una, ancorano le sedie al suolo.
Sconcertante
Il Granacci
Ti posso dire la verità Iuri? Sono deluso (poco o tanto non importa) della tua risposta al mio invito al dialogo in nome della ragione. Io avevo tralasciato il tema della fede proprio per cercare una condivisione almeno su certi fatti storici relativi alla vita del Cristo.
RispondiEliminaFlavio Giuseppe fu uno storico ebreo-romano, nato a Gerusalemme nel 37 d.c., quindi quasi contemporaneo di Gesù. Egli scrisse le "Antichità giudaiche", dalle quali apprendiamo che " A quell'epoca viveva un saggio di nome Gesù. La sua condotta era buona, ed era stimato per la sua virtù. Numerosi furono quelli che, tra i Giudei e le altre nazioni, divennero suoi discepoli. Pilato lo condannò ad essere CROCIFISSO e a MORIRE. Ma coloro che erano divenuti suoi discepoli non smisero di seguire il suo insegnamento. Essi raccontarono che era APPARSO LORO TRE GIORNI DOPO LA SUA CROCIFISSIONE E CHE ERA VIVO. Forse era il Messia di cui i profeti hanno raccontato tante meraviglie".
Plinio il Giovane, uomo politico e scrittore romano nasce nel 61 d.c. Nel 112 invia una lettera all'imperatore Traiano, nella quale riferisce che i cristiani del tempo erano "abituati a radunarsi prima del levare del sole, per cantare un carme a CRISTO COME A UN DIO".
L'ultima fonte che ti sottopongo è quella dello storico romano Tacito, nato il 55 circa d.c, il quale nella sua opera" Annales" così testimonia: "Allora, per soffocare ogni diceria (sull'autore dell'incendio di Roma), Nerone spacciò per colpevoli e condannò a pene di crudeltà particolarmente ricercata quelli che il volgo, detestandoli per le loro infamie, chiamava cristiani. Derivavano il loro nome da Cristo, condannato sotto l'imperatore Tiberio, dal procuratore Ponzio Pilato. Momentaneamente soffocata, questa rovinosa superstizione proruppe di nuovo, non solo in Giudea terra d'origine del flagello, ma anche a Roma, in cui convergono da ogni dove e trovano adepti le pratiche e le brutture più tremende". Prese corpo così la persecuzione di Nerone, per cui "Quanti andavano a morire subivano anche oltraggi, come venire coperti di pelli di animali selvatici ed essere sbranati dai cani, oppure crocefissi ed arsi vivi come torce, per servire, al calar della sera, da illuminazione notturna ... "
Come puoi constatare, sono particolarmente preziose le tre fonti storiche per più di un motivo:
RispondiElimina1) Nessuna delle tre è di fede cristiana e addirittura Tacito fa proprie le calunniose dicerie inventate dai romani contro i cristiani.
2) Tutti e tre i personaggi nascono a pochissima distanza dalla morte di Gesù e quindi le loro affermazioni sono ancora più attendibili.
3) Dai loro scritti apprendiamo non solo che Gesù è esistito, ma che è stato crocifisso e poi risorto da morte secondo la parola dei suoi discepoli.
4) E' di fondamentale importanza riscontrare che subito dopo la morte di Gesù i suoi discepoli e fedeli crebbero a dismisura. E che a Roma, "in cui convergono da ogni dove" e in ogni altra regione, i cristiani si radunavano a pregare il Cristo, che consideravano come Dio. 5) Pertanto risultano indirettamente provati i miracoli di Gesù, le sue affermazioni carismatiche e uniche e le sue rivendicazioni della propria deità, visto che quegli elementi erano alla base della fede nel Cristo-Dio da parte dei cristiani. 6) Infine Iuri, viene provata l'autenticità dei Vangeli, visto che i dati storici riportati in quegli scritti sacri li ritroviamo, puntualmente, nei testi scritti dai personaggi storici come sopra ricordati.
Pertanto, a prescindere da quel che potrà contare, non posso non ribadire che i dati ricordati possono essere indagati tranquillamente dalla ragione, tenuto conto che trattasi di elementi storici. A meno che quella facoltà sia offuscata dal pregiudizio.
Quindi la mia esposizione non può essere definita un'invasione di campo, essendo una presa d'atto di fatti ed eventi storici che ogni uomo può constatare, appoggiandosi alla sua libera razionalità, dono del Creatore.
Sbarra, accidenti, il dialogo mi sembra ci sia: hai scritto un articolo, io ho commentato, Cecco ha commentato, tu hai replicato, io controreplico due volte, ti ho deluso? Mi spiace veramente, ma tu cosa ti aspettavi una conversazione o una conversione? Tu proponi un dialogo sulla storicità della figura del Gesù figlio di Dio Uno e Trino e trovi anche le pezze di appoggio. Mi spiace io non posseggo strumenti per farlo, sinceramente penso che il farlo sia molto ingenuo. A questo punto la domanda sorge spontanea: Il mistero della fede per la verità rivelata è indagabile con la ragione?
RispondiEliminaLa fede opera in una dimensione più alta rispetto alla ragione, ma è la ragione a costituirne la base. Quando io mi trovo davanti la figura di Gesù, per rimanere negli esempi citati e valuto tutte le sue qualità storiche uniche, razionalmente osservo che nessun uomo nella storia ha fatto cose al di fuori delle capacità umane come i suoi miracoli, che ha parlato di un mondo che trascende la nostra mortalità e che ha dato conto del male che ci circonda. Una volta che la ragione ha appurato che i dati storici su Gesù sono veritieri, ha due strade davanti: ritenere esaurito il suo compito analitico e rinunciare a porsi alcune domande in nome di una scelta agnostica od atea, che privilegia la solo conoscenza empirica, oppure considerare la possibilità che quanto viene creduto per fede non sia assurdo, né fantastico, o contra rationem, Anche in questo secondo caso il raziocinio si deve fermare e non può giustificare la fede, ma non chiude il cuore dell'uomo all'accoglimento dell'eventuale dono della Grazia divina.
RispondiEliminaLe mie critiche nei tuoi confronti non riguardavano tanto il fatto che tu non abbia mostrato attitudine al dialogo in sé (cosa non vera), ma la tua scarsa considerazione di certi elementi storici che ti avevo sottoposto. Per il resto, non ho alcuna buona intenzione di convertirti, se non fosse altro che mi mancherebbero le qualità necessarie.
Ti ringrazio per aver partecipato ad una discussione considerata alquanto demodé.
Marco non ce la fa... è evidente.
RispondiEliminaLui ci CREDE e non se ne fa una ragione che gli altri "non abbiano capito la verità".
E' stata fonte di FEROCI discussioni questo suo atteggiamento e non c'è versi... non ce la fa.
Forse dovrebbe capire che la fede è DAVVERO una grazia e dovrebbe accontentarsi di vedere persone che, come lui, perseguono la giustizia, che seguono la bvia della lealtà, dell'amore di Cristo a prescindere che abbiano fede o meno.
Forse dovrebbe smetterla di preoccuparsi se noi andremo o meno all'Inferno per non aver creduto.
Ho provato a spiegarglielo ma non ci sono riuscito.
Marco... fattene una ragione, c'è chi NON CREDE IN DIO ma, ti chiedo, preferisci creare una distanza con coloro che non hanno la tua fede ma perseguono i tuoi obiettivi o preferisci accorciare le distanze con chi ti dice di avere fede e poi, però, è complice e seguace del male?
Fattela questa domanda PER DIO!
FERMATI, smettila di voler convincere!
Accetta la posizioni di Galantuomini che lo sono a prescindere dalla Fede in Dio.
Altrimenti i tuoi (nostri) NEMICI non potranno che aumentare e così si va poco lontano eh.
CHI AMA IL PROSSIMO SUO COME SE STESSO è inevitabilmente uno che percorre la tua stessa strada, a prescindere che CREDA o meno nel tuo Dio.
E se poi Dio lo punirà per la sua mancanza di FEDE... a te, che importa? E' e rimane una questione tra Dio e l'Uomo e tu non sei Dio! Tu sei Uomo come ogni altro Uomo, credente o meno.
NON STA A TE GIUDICARE, a te sta solo AMARE (se CREDI in Cristo).
ACCETTA questo modo di DIALOGARE o entrerai in un cul de sac pieno di gente che scuoterà la testa ed il tuo verbo verrà disperso e non ascoltatp e dunque non avrai reso un buon servizio a DIO.
SAN FILIPPO NERI: "state buoni se potete"
Ci si fa?
Devo ammettere caro Quixote che il tuo commento mi ha colpito.
RispondiEliminaEvidentemente il messaggio che è arrivato è che io sia il nuovo Torquemada e dunque chiedo scusa a te e agli altri commentatori.
Non sto qui a ripetere cose risapute. Vorrei solo tranquillizzare i naviganti del blog che io non sono il portavoce del Verbo divino, che non è mia intenzione giudicare gli uomini, visto che il gravoso compito è riservato al Cristo Gesù e che non ho nessun titolo per leggere nel cuore degli uomini, lì dove nasce la carità verso il prossimo e dove si gioca il destino ultraterreno. Ho cercato di tracciare un solco condivisibile e credo che sulla figura storica di Gesù forse un punto di contatto ci sia stato.
Mia intenzione è solo testimoniare la mia fede e valutare gli avvenimenti dell'esistenza umana alla luce dei suoi contenuti.
Può essere che qui mi sia spinto più in là dell'ambito della ricerca e che abbia difeso a spada tratta e con troppo vigore il mio pensiero. Credo, ad onor del vero, che ognuno di noi sostenga con forza le proprie convinzioni, anche in politica ad esempio e mi preme dire che non è mia abitudine offendere l'interlocutore, pur nell'asprezza, spesso reciproca, delle discussioni.
Credimi Quixote, visto l'obiettivo che mi proponevo, ho cercato di evitare certe asperità discorsive, ma evidentemente, non devo esserci riuscito.
Una cosa te la posso garantire. Io non valuto le persone esclusivamente per la loro dichiarazione formale di fede o meno. Ad esempio, da quello che scrivi Quixote e da quella telefonata intercorsa tra noi ho tratto elementi di stima nei tuoi confronti, a prescindere dal fatto che tu non sia credente.
Mi dispiace apparire per quello che non sono!
Caro Marco, valuta solo se io ti ho scritto con AMORE o con ASTIO.
EliminaIl resto sò "seghe baggiane" detta alla senese :o)
Grande Quixote, sai meglio di me che le "botte" si danno e si prendono e che nelle discussioni, a volte, l'impeto mio o di altri può prendere il sopravvento. No problem, in attesa delle prossime battaglie.
EliminaUn saluto sincero.