Oggi si scivola molto indietro nel tempo. Molto, molto indietro... E si tocca uno dei più grandi esempi italiani di musica progressive.
Siamo difatti nel 1973. Battiato, dopo i primi due LP che erano arrivati come una bomba nel panorama underground ed avanguardistico nazionale, costruisce un nuovo disco che causa un salto quantico a livello qualitativo e che si inserisce di diritto nella storia del prog-rock non solo italiano. "Sulle corde di Aries" presenta quattro tracce, tre delle quali Franco si porterà continuamente dietro nella propria carriera, ad esempio nei concerti dal vivo, riadattandole, rimusicandole, ricontestualizzandole in modi ogni volta superlativi. Ecco, ne resta fuori una di quelle tracce, quella che andremo ad approfondire oggi; una canzone che, a mio ricordo, Battiato non ha mai più riproposto neppure in forma ridotta nei suoi molteplici concerti.
"Aries", che dà indirettamente il nome al disco, è brano solo strumentale e senza cantato, se si escludono pochi secondi di accompagnamento di un coro di sottofondo. Il che, soprattutto nel primo Battiato, non è un unicum, ma comunque una eccezione. Ma soprattutto è una delle pochissime occasioni in cui Franco si cimenta in un pezzo che lambisce il genere del jazz, mai del tutto amato.
L'inizio del brano è caratterizzato dalle tastiere, prima suonate in forma quasi straniante, come sirene che si rincorrono nella notte, in un climax che vede sovrapporsi molti suoni creati dal mitico VCS3 da poco acquistato e che riportano d'impatto a "Fetus" e "Pollution", esperimenti psichedelici ed avanguardisti pubblicati precedentemente. Ma dopo circa un minuto, complici le percussioni di sottofondo, la musica acquista una propria melodia, lenta e sinuosa, poi accompagnata da un coro lontano, mentre le tastiere diventano ben più dolci. L'impressione, visto il clima di questi giorni, è proprio quella di essere in spiaggia, sotto il sole, in un contesto esotico e rilassato. Dal terzo minuto in poi subentra, quasi dal nulla, il sassofono impetuoso di Gianni Bedori a disegnare ghirigori che finiscono in una fusion ammattita, quasi in forma di improvvisazione. Pochissime volte risentiremo qualcosa di simile nella carriera di Battiato.
Per incasellare "Aries" in un qualche genere musicale, qualcuno ha usato il termine di etno-progressive, proprio a descrivere l'uso indiscriminato, ma ben coeso, di influenze sonore che spaziano da Oriente ad Occidente, proprio come da nome dell'ultima canzone dell'LP, che amplifica a dismisura questa spazialità artistica di "Aries".
Aries, ovvero Ariete, il segno zodiacale di Battiato (nato il 23 marzo 1945). Segno che significa rinascita, risveglio. Augurio che rivolgiamo a tutti i nostri lettori, ce n'è bisogno.
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