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lunedì 19 luglio 2021

Scontro fra realtà: è guerra

L’obiettivo finale di qualsiasi sistema totalitario è stabilire il controllo completo sulla società e su ogni individuo al suo interno per raggiungere l’uniformità ideologica ed eliminare ogni deviazione dalla stessa.

Questo obiettivo, seppur difficilissimo da raggiungere, è la ragion d’essere di tutti i sistemi totalitari, indipendentemente dalle forme e dalle ideologie che adottano. Possiamo difatti parlare di nazismo, fascismo, stalinismo, -ismo, ma l’obiettivo centrale del sistema rimane lo stesso: ricostruire il mondo nella sua immagine paranoica per sostituire la realtà con la sua stessa “realtà”.
Attualmente siamo all'inizio di questo processo, motivo per cui a taluni tutto sembra così folle.
Le classi dirigenti capitaliste globali stanno implementando una nuova ideologia ufficiale, in altre parole una nuova “realtà”. Siamo già oltre la fase di costruzione di un semplice insieme di credenze. Chiunque può avere le convinzioni che desidera, le nostre personali non sono “realtà”, per renderle “realtà” si deve possedere il potere di imporle alla società. Ci vuole cioè l'accesso al potere della polizia, dell’esercito, dei media, degli "esperti" scientifici, dell’industria culturale, dei centri educativi, dell’intera macchina creatrice di informazione.
Smantellare una realtà e sostituirla con un’altra "realtà" è un’impresa brutale e non indolore. Le società si abituano alle loro realtà, ma all'inizio non si affidano volontariamente o facilmente a questo cambiamento. In genere ciò che serve per farlo avvenire è una crisi, una guerra, uno stato di emergenza o... una mortale pandemia globale.
Durante il passaggio dalla vecchia realtà alla nuova “realtà” la società è lacerata: la vecchia realtà viene smantellata dolorosamente e la nuova "realtà" non ha ancora preso il suo posto, per un po’ la società si divide in due fazioni che combattono per il dominio in una lotta all'ultimo sangue, visto che la realtà è una e solo una può essere.
Questo è il periodo cruciale per il movimento totalitario in nuce. Bisogna negare la vecchia realtà per implementare la nuova, non con la ragione e l’analisi dei fatti, ma con la paura e la forza bruta, terrorizzando la maggioranza della società e gettandola in uno stato di isteria di massa insensata che può rivoltarsi contro coloro che resistono al cambiamento. 
Il metodo usato quindi non è tanto quello della persuasione o del convincimento razionale ed argomentato volto al convincimento delle persone. Siamo molto più vicini alle tecniche di addomesticamento del bestiame. Per cui le masse vanno spaventate abbastanza da farle muovere prima lentamente e poi più rapidamente, quindi disposte ad essere guidate dove si vuole che vadano. Le persone, come una mandria di bovini, non sanno né capiscono dove stanno andando, stanno semplicemente reagendo a uno stimolo fisico. I fatti e la ragione non c’entrano niente. Agli occhi di chi tenta di resistere a questo cambio di regime, tutto pare surreale, assurdo.
A questo punto, l'ipotesi di impegnare la società in una discussione razionale dei fatti diviene un'utopia o, meglio ancora, un artefatto congegnato dalla nuova "realtà" per far perdere tempo e traccia del cambiamento in atto. I fatti, i dati, le statistiche non significano assolutamente nulla per i sostenitori dei sistemi totalitari. Nessuna discussione sui fatti farà la minima differenza.
Le classi dirigenti capitaliste globali, i leader di governo, i media aziendali e le masse concordi con la nuova "realtà" non stanno discutendo con noi, conoscono i fatti, sanno che i fatti contraddicono le loro narrazioni. Ma a loro non importa. Non hanno bisogno di confrontarsi, visto che non ci si rapporta sui fatti, ma sul potere.
Non sto dicendo che i fatti non contino. Certo che contano. Questo blog penso sia un esempio di come i fatti siano alla base di ogni discussione. Ma ora stiamo parlando di poter riconoscere l'essenza della questione, ovvero non di un dibattito o di una ricerca della verità, ma dello smantellamento di una realtà con la sostituzione di una nuova “realtà”.
Per accelerare questa transizione, visto che la società ha tempi molto stretti per procedere ai cambiamenti, la pressione per adattarsi alla nuova “realtà”, già molto intensa fin dall'inizio della procedura, peggiorerà man mano che i vaccini, l’uso delle mascherine, i lockdown, ecc. si normalizzeranno. Coloro che non si conformano saranno sistematicamente demonizzati, socialmente e/o professionalmente ostracizzati, segregati e puniti, le loro opinioni saranno censurate, cancellate, sfigurate, demonizzate e ridotte al silenzio, etichettate come potenzialmente dannose per la società.
I non conformi saranno accusati di diffondere disinformazione, di essere estremisti, cospirazionisti, no-vax, complottisti. La discriminazione avanzerà sia in ambito pubblico che personale: non solo i governi, i media e le aziende, ma anche i colleghi, gli amici, i familiari e gli estranei tenteranno di osteggiare questa diversità. La maggior parte di loro non lo farà consapevolmente, ma solo perché il disaccordo rappresenta una minaccia esistenziale, un pericolo nel rimanere una persona "normale" ed evitare di incorrere nelle punizioni sopra descritte.
Tutto ciò, nella storia dell'uomo, non è una novità, perchè è così che si fabbrica la realtà non solo nei sistemi totalitari, ma in ogni sistema sociale organizzato. Coloro che sono al potere strumentalizzano le masse per imporre la conformità con la loro ideologia ufficiale; il totalitarismo è solo una forma di potere più estrema e pericolosamente paranoica e fanatica.
Per cui, caro Wiatutti, continua a postare e condividere i fatti, supponendo che tale attività possa superare i censori ed interessare qualche lettore, ma non bariamo su ciò che accadrà. Non ci confronteremo, nostro malgrado, con gli adepti della nuova "realtà" sui fatti attraverso un civile dibattito. D'altronde chi di dovere ce lo sta dicendo da un anno e mezzo: siamo in guerra. Questa è una guerra, questa è una lotta. E le guerre lasciano morti sulle strade. Abbiamo coscienza di tutto ciò e comportiamoci di conseguenza.

3 commenti:

  1. Lo so, per tanti di noi che non hanno visto guerre ai nostri confini e sono vissuti in un lungo periodo di pace, all'interno di sistemi democratici, anche se imperfetti, può apparire incredibile lo scenario prospettato da Al-Mutanabbi, che potrebbe essere scambiato per una trama di un film distopico. Io ho sempre creduto ad uno scontro di civiltà a proposito del rapportarsi dell'occidente con il fenomeno islam, ma ora ci troviamo di fronte ad una guerra subdola che la parte preponderante del sistema globale sta attuando e ormai forse vincendo contro la vecchia ma tutto sommato gloriosa civiltà occidentale, unita dal cemento delle radici cristiane, dal riconoscimento della valenza della ragione e dal principio del rispetto dei diritti (quelli veri), perché corrispondenti ai tratti caratteristici del genere umano, alla luce dell'ordine naturale e quindi validi sempre e per chiunque (con alcune eccezioni dolorose). Ora ci troviamo di fronte ad una non civiltà, un disordine caotico globale e minaccioso che senza aver dichiarato guerra formalmente, sta rivoltando le società democratiche all'insegna delle menzogne più spudorate e del controllo asfissiante dei mezzi d'informazione e degli stessi governi, inondati di finanziamenti megagalattici e di pressioni fortissime.
    Lo so, abituati bene ci resta indigesto credere a tutto ciò, ma se continuiamo a nutrirci unicamente delle verità ufficiali, se continuiamo a non voler vedere i continui step del sistema che vuole ridurci tutti ad automi telecomandati, improvvisamente ci ritroveremo a dover viaggiare con bracciali elettronici di controllo e a soggiornare nei campi di rieducazione.

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    1. La guerra sopra descritta è quanto di più lontano possa esistere nelle mie speranze, ovviamente. Ma la guerra c'è, c'è stata e forse ci sarà. C'è stata la guerra dei tanti morti, a mio avviso evitabili in gran parte (anche ad avviso di molti familiari delle vittime che hanno fatto ricorso alla giustizia), che ha lasciato sul terreno migliaia di corpi senza vita. C'è la guerra ancora oggi raccontata, quella dei media, dei finti virologi, quella della paura, dei sensi di colpa indotti, della fumosità scientifica (per dirla con un eufemismo), della narrazione apocalittica. E ci può essere, su tali basi, la guerra dei tutti contro tutti, dei poveri, dell'ultima sezione della società civile, di tutti noi che ci troviamo ad annaspare in una bolla che, come sempre, scarica in basso responsabilità e doveri. In tutto questo, la nostra tristezza è infinita. Al-Mutanabbi

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  2. bell'articolo , condivido ma non il finale ,il vecchio sistema è malato terminale così come chi ci crede e lo legittima, solo per loro ci sono poche speranze. per chi non ha ceduto, rimanete saldi, il cambio di narrazione, nuovi scenari, novità sui rapporti di forze ...sono già qui, per non parlare dei potenziali energetici questo però è percepibile solo se buttate la tv e con i giornali ci fate il fondo per le cassette dei pomodori. Forza e Coraggio AJK

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