Questa domenica parliamo di una chicca battiatesca. Anzi, di una chicca al quadrato.
Già, perchè "La convenzione" originale è canzone nascostissima, poco conosciuta, mai inserita in un LP ufficiale. Eppure, una trentina di anni dopo la sua prima pubblicazione, il brano ha visto luce anche in una seconda versione rimodernizzata. Ma andiamo con ordine.
Nel 1972, fra i primi due spettacolari album "Fetus" e "Pollution", Franco pubblica per la etichetta Bla Bla - al tempo riferimento del mondo italiano rock progressive - due singoli, "Paranoia" e "La convenzione". Due canzoni fortemente sperimentali, che appunto legavano il lavoro prodotto nei primi due album.
"La convenzione" è stata definita un brano che parla di fantascienza. Il testo è criptico. L'umanità, vissuta per secoli sopra il mare, nel 2000 si trova a stipulare una non ben definita convenzione con una non ben definita civiltà aliena. Da qui una divisione, forse una diaspora: molti umani si trasferirono su Giove e su Venere, qualcuno rimase a vivere sotto il mare. Inizia quindi il tema, che Battiato ha approfondito sontuosamente per anni, del viaggio stellare, dello spazio come ultima frontiera, del distacco da un pianeta terra non più accogliente, della problematica ambientale, poi amplificata in quegli anni in "Pollution". Stavolta però il tutto sarebbe codificato con una convenzione. Singolare è la scelta del termine, oseremmo dire giuridico. La convenzione difatti è un accordo fra le parti che, a fronte anche di vantaggi pratici che ne derivano, accettano di mantenere i reciproci impegni pattuiti. Insomma, l'umanità avrebbe avuto un contatto con una civiltà aliena benevola e con essa avrebbe siglato un accordo che avrebbe garantito comunque dei vantaggi. Con poche pennellate l'ascoltatore si trova a fantasticare mondi lontanissimi (cit.), ma anche realtà innovative (la vita sotto il mare, tematica poi sviluppata in "Plancton").
Musicalmente, "La convenzione" originale vive sulla base pressante dello storico sintetizzatore VCS3, appena acquistato da Battiato, unico esemplare presente in Italia. I suoni sono quasi psichedelici, tesi a rappresentare il contatto con la misteriosa entità aliena, straniante; mentre la percussione incessantemente sostiene l'impalcatura del ritmo dall'inizio alla fine. Interessante anche il cantato di Franco, fra frasi declamate in modo molto incisivo ed un ritornello centrale appena sussurrato.
Dicevamo de "La convenzione" 2.0. Nella raccolta del 2002 delle etichette "D'autore" e "Azzurra Music" nella quale il brano è inserito (sia la vecchia che la nuova versione), qualcosa di sostanziale cambia a livello musicale. Meno presenza di sintetizzatori e massiccio intervento delle chitarre elettriche, ad interpretare il brano in una versione a tratti molto aggressiva di rock metal. La nuova versione pare sia stata quella che alla fine degli anni '90, nel periodo rock di "Gommalacca", veniva talvolta suonata dal vivo, nel tour post album. Cambia l'interpretazione della canzone, meno portata all'immaginazione psichedelica e più attualizzata, appunto, ad una atmosfera dell'anno 2000, quello della stipula della convenzione.
Una nota personale. Al tempo dell'uscita della raccolta del 2002, non era per me un buon periodo. Avevo da tempo dismesso l'ascolto della musica, che per me è spesso terapeutico. Trovai per puro caso questo CD in un negozietto di periferia e decisi di acquistarlo. Da quel momento, tornai ad ascoltare la musica e soprattutto Francone. Un altro esempio di come questo grande uomo possa aver dato un aiuto concreto a molti di noi nelle fasi non felici delle nostre vite.
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