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venerdì 28 maggio 2021

In memoria di Andrea Mari


So benissimo che con questo articolo perderò amici e che molti si adombreranno. So però anche che questo articolo molti me lo hanno "suggerito" e qualcuno anche "commissionato". Per cui, iniziamo.

E' vero, non dico bugie. Sappiate che tanti (ma tanti...) mi hanno pregato di scrivere su Wiatutti un retro-pensiero sulla tragedia che ci ha privati di Andrea Mari, in riferimento a quanto organizzato per la celebrazione del suo funerale. Forse perchè su Wiatutti si parla da sempre liberamente di dinamiche di palio e contrade? Forse perchè poi si può andare incontro a discussioni con coloro con i quali non fa piacere confrontarsi? Boh, chissà.

Sta di fatto che ci piacerebbe parlare liberamente di quello che è successo.

E' successa una tragedia, anzitutto. Un uomo di 44 anni, nel pieno della vita, è deceduto. Già questo basterebbe per designare, appunto, il dramma che ha coinvolto Brio, la famiglia, gli amici, i conoscenti. A tutti va il più sincero abbraccio di Wiatutti.

Ma è stata un po' tutta Siena a cadere nella disperazione, visto che Andrea Mari, fra i fantini di piazza, forse era quello più vero e sanguigno, nel bene e nel male. Ma oggi non vogliamo parlare di questi aspetti, già ampiamente analizzati a caldo ed a freddo da tanti miei concittadini.

Vorrei invece fermarmi a riflettere su quanto Siena ha poi fatto nei giorni successivi al decesso in ricordo di Brio. Siena si è fermata ed ha tributato al povero fantino quello che, a tutti gli effetti, è parso un funerale di stato. Che poi, nella pratica, a nostro avviso si è tramutato in una rappresentazione, quasi in una tragedia teatrale, che mi ha trovato esterrefatto e poco contento. Molti gli aspetti che non ci sono piaciuti.

Anzitutto l'aver trasformato l'Entrone in una camera ardente. Quindi il giro di piazza del feretro, passato accanto a esercizi commerciali che non hanno abbassato le serrande neppure per un secondo e con clienti che hanno continuato a degustare con relativa tranquillità un aperitivo serale (cosa che mi ha molto disturbato). Aggiungiamo poi la telecronaca (???) dell'evento di un distrutto Masoni. Chiudiamo quindi con l'uso di simboli palieschi (nerbi, staccionata) fuori contesto.

Al netto dell'amore che la città ha tributato per Andrea Mari, mi chiedo se tutto quanto organizzato sia stato giusto, se la rappresentazione sia effettivamente servita per tributare un ultimo addio al fantino oppure se non sia stata una ennesima auto-narrazione del borgo polveroso volta a far vedere quanto alla fine si sia legati ai fantini (quelli stessi che magari infamiamo da una vita), se tutto ciò possa essere funzionale ad una ripresa "normale" delle stagioni paliesche, se non si sia abusato della simbologia del Palio. Sono domande che mi pongo, che possono essere anche poco intelligenti (anzi, sicuramente lo sono) ma che, almeno ufficialmente, questa città mi pare che non si sia voluta fare.

Anzi, è stato proprio il contrario. Sotto la furiosa spinta organizzatrice del Comune e travolti dal dolore di un tragico decesso, non c'è stato alcuno spazio per discutere dell'evento. Tanti (anche questo blog) per alcuni anni si sono burlati delle pacchianate di uno di Colle val d'Elsa, che del Palio obiettivamente c'aveva capito poco, mancando molte delle cosiddette ore di volo. Non vorrei che stavolta si sia toccato lo stesso fondo per aver voluto dimostrare il contrario, cioè di rappresentarsi come dei veri Senesi, sbandierando una idea di senesità che, ancora una volta, a nostro avviso non è stata messa bene a fuoco.

A volte, per dimostrare il bene che si è voluto ad una persona scomparsa, non serve apparire pronti nel dimostrarlo al mondo. Non utilizzo neppure una parola che oggi non va di moda ("sobrietà"), ma almeno evitare di far girare una bara fra i tavolini dell'aperitivo poteva essere fatto. Doveva essere fatto.

8 commenti:

  1. Simone, un'ora di applauisi!! Quanto fatto e` stato a dir poco grottesco.... Massima espressione di noi SENESOTI! Con questa mentalita` il futuro di Siena lo vedo molto bigio......

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  2. Tutto molto condivisibile e anche a detta di molti, soprattutto dei contradaioli dai 40 in su. Sarà un caso...

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  3. Autoreferenzialita'piu'che un tributo alla persona.

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  4. Molte persone tra un mese si saranno dimenticate il vero rispetto lo avrà dalle persone come noi che non hanno partecipato alla pagliacciata, ma che veramente lo porteranno nel cuore

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  5. Lo schermo gigante, per un funerale. Lo schermo gigante. Io boh...

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  6. Grazie per aver espresso il pensiero di molti.

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  7. Personalmente posso condividere il discorso Entrone anche causa pandemia.
    Il resto mi è sembrato tutto troppo forzato e non certo dalla famiglia.
    RIP

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  8. Credo invece che per una volta il Comune abbia organizzato una bella cerimonia, non per un "ragazzo" di 44 anni, ma per un fantino del Palio di Siena che era nel pieno della sua carriera. Una morte tragica, improvvisa, una morte di un fantino che correva, che montava, che era fra i migliori e fra i vincenti. Mai era successo. Mai era successo di concedergli l'Entrone e Provenzano perchè siceramente non avrei trovato un posto più adatto. Dovevano fare il funerale a Rosia o a Vescovado? Domando.
    La cosa più triste sono questi commenti che sicuramente vengono fatti per dei ricordi di palii vinti in altre contrade, magari nella nemica, non vedo altre spiegazioni.
    nelle mi anon ha mai vinto, ma per me era uno dei GRANDI.
    La "pagliacciata" era un atto dovuto ad una morte di un nostro "eroe" a un ragazzo semplice, un pò matto, ma un fantino che ha datto tanto alla NOSTRA Festa.
    Qualcuno sarà stato contento delle sua morte, qualcuno ha strappato i cartelli funebri, qualcuno ha criticato tutta la cerimonia, ma io credo che invece Siena ha fatto bene a tributargli un pò d'amore, che doveva essere trasversale e incondizionato e invece vedo che ancora alcune mentalità "piccole" esistono sempre, nonostante una morte.
    C'è chi guarda solo e soltanto al proprio tornaconto personale, ma di fronte a queste cose TUTTI dovevano dare una dimostrazione di maturità.

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