E noi le scuse le accettiamo. Perché non è facile trovare qualcuno che si scusa oggigiorno. E perché le scuse di default vanno sempre accettate.
Forse in risposta a quanto scritto anche su questo blog (ma va...), il taciturno Grammatica ha rilasciato una lunga intervista. Molte le colpe riconosciute: di aver accettato troppo frettolosamente l’incarico, di aver puntato su giocatori che poi non hanno effettivamente reso, di aver “fatto un sacco di errori” in fase di valutazione della rosa. Beh, ci paion cose molto di buon senso, nonché evidenti...
Ecco poi le scuse del quasi dimenticato avvocato Belli, che parla di “numerosi errori” della dirigenza precedente.
Ed infine quelle più sostanziose del vicepresidente Oganyan, intervistato nientepopodimenoche dal caporedattore fuori sede (che si è ancora dimenticato di chiedere se gli Armeni non fossero sedicenti, mannaggia...). Secondo Oganyan, si sarebbe trattato di uno scontro fra culture diverse e di un mancato adeguamento del calcio italiano a determinate esperienze proposte dalla holding.
Ordunque, fermiamoci un attimo.
Qui non si è trattato di scontro di culture. Qui si è trattato di un tentativo di colonizzazione armena sulla base di non si sa quale idea. Qui si è trattato di un progetto psicotico che correttamente il calcio italiano ha respinto.
E poi passiamo alle conclusioni.
Dopo le scuse, bisogna(va) procedere ai fatti. Ovvero rimuovere dalla società tutti i protagonisti di questo semi-fallimento (tutti), mentre qualcuno di essi pare addirittura sia stato promosso. Ovvero rimuovere dal nome della società quella N che significa Noe’ e che ci denomina Siena Noe’ (come questo blog rimarca sempre). Queste le azioni che, seguendo i mea culpa dei signori sopra elencati, andavano intraprese. Nulla di tutto ciò è stato fatto.
Lo rimarchiamo.
Bene, col passaporto vaccinale manderò il nonno a Mykonos.....
RispondiEliminaUno che s'è sbriciolato i 'oglioni
Ma il Birraio che fine ha fatto?
RispondiEliminaLo trovi tutti i giorni in sede...quella nova
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