Il canale youtube di wiatutti!

mercoledì 23 dicembre 2020

Yellow

Giallo, oggi vedo giallo dappertutto. Si, c’è tanto giallo in questi pochi giorni di libertà condizionata che il governo centrale ha deciso di regalarci, quasi come un piccolo dono da conservare gelosamente sotto l’albero e scartare con calma, prima che l’avvento delle festività natalizie ci riporti nuovamente in quella sorta di look down trans gender da crisi pandemica che è la zona rossa. 



Zona rossa che prima del 2020 era dai tempi del G8 di Genova che non sentivo nominare. La parola crisi invece, per tutta la mia adolescenza non l’ho proprio mai sentita, se non per definire lo stato terminale di qualche storiella d’amore estiva ormai giunta al capolinea. Ed invece, da almeno 15 anni non si parla d’altro. Quella dovuta a questo maledetto bastardo infame Coronavirus è soltanto l’ultima di una lunga serie. E anche la nostra amata Robur, o meglio, chi per lei, un poco del suo ce ne ha messo per rammentarci questa parola. 

Almeno un tempo la crisi della Robur era più che altro di risultati o al massimo di classifica. Campionati non ne vincevamo, ma perlomeno le iscrizioni qualcuno ce le pagava sempre. Di crisi bianconere così su due piedi ne ricordo una di Orrico a metà anni '90 e un’altra del primo Papadopulo ad inizio millennio. Ma si parlava sempre e solo di calcio. Poi, dopo la sbornia delle serie maggiori  (che a me ancora non è passata), le crisi si sono evolute e, come il Covid con la variante inglese, sono diventate più cattive: crisi economiche, pesanti, brutte, lunghe. Con fallimenti prima bisbigliati, poi paventati e minacciati ed infine puntualmente arrivati, precisi come il corriere DHL che sostituendo il vecchio e caro postino, suona il campanello per lasciare una scatolina di Amazon in fondo alle scale. 

Ma quanto era bello da piccini quando il postino passava in bicicletta e si fermava a fare due chiacchiere con tutti? Io in vita mia non ho mai aspettato niente da lui, forse soltanto per non illudermi e farmi male e a differenza di Nonna Morte di Donny Darko non ho quasi mai controllato la cassetta della posta. Anzi, a dirla tutta non credo nemmeno di aver mai avuto la chiave; però ammetto che ogni tanto ricevere una lettera, una cartolina, una foto, faceva molto piacere. Giusto per annusare l’odore di un qualcosa che fino a qualche giorno prima era nelle mani di un altro essere umano, che per il solo piacere di pensarti, aveva consumato un pezzetto della propria giornata per donartelo. E quelle lettere, spesso scritte su ruvida carta gialla, venivano lette, rilette e interpretate. Le parole, mitragliate sul foglio con una bic blu o forse addirittura con quelle penne di plastica a strisce nere e gialle, erano spesso travisabili ed in base all’umore che avevi nel momento in cui le leggevi, potevano essere miele o veleno. Non c’era "l’elimina per tutti" di whatsapp e per il diritto di replica occorreva aspettare giorni se non addirittura settimane Oggi, nell’immediatezza del tutto e subito, si è perso qualcosa di bello, che messaggistiche, chat e telefonini non potranno mai sostituire. Ma forse non sono i tempi che cambiano, siamo noi a farlo, e invecchiando diventiamo persone diverse da quelle che eravamo da ragazzi. E addirittura, se potessimo far incontrare l’io di oggi con l’io di ieri, magari si resterebbero perfino antipatici. 

Non lo so perché sono finito a pensare alle lettere nel primo giorno in cui il mondo pare aver smesso di essere grigio e ha deciso di regalarci una giornata meravigliosa, tiepida in terra e trasparente nel cielo, con la foschia evaporata come la condensa del vetro del bagno non appena apri la finestra. Però è da ieri che mi frullano in testa visioni di buste e carta da scrivere. In un mondo strano come soltanto certe domeniche sotto Natale sanno regalare, nel quale l’inverno pare meno inverno, la Robur degli alti e bassi di questo scorcio di stagione è scesa verso Cannara con l’intento di mandare una lettera a Babbo Natale e forse a tutto il campionato. Una semi specie di raccomandata con la quale scoprire le proprie carte, smettendo di bluffare e far vedere finalmente a tutti il vero valore di una rosa sì allestita in fretta e furia, come il matrimonio di una ragazza che resta incinta senza volerlo, ma piena zeppa di gente che a pallone ha sempre giocato bene. E allora sotto un sole giallo, immersi nel verde dell’Umbria, la Robur prende il largo senza apparentemente faticare, dilagando per tutto il terreno di gioco come i barbari del nord facevano sulla Pianura Padana ai tempi dell’Impero Romano. Non ricordo quanti anni sono passati dall’ultima volta nella quale avevo visto segnare 4 goal alla Robur, ma di sicura la soddisfazione è stata bella. Soddisfazione che, per una volta, ha alleggerito la tensione dei 90 minuti regolamentari regalandoci perfino il lusso di poter pensare anche ad altro. Al sole, alle nuvole, alla nebbia che si è sollevata giusto in tempo per far segnare il Siena per poi riaccocolarsi nuovamente su Cannara, al mondo malato, alla mezz’ora d’aria di questi giorni e alle lettere che oggi nessuno scrive più. E francamente nel farlo ho pensato che le lettere S, I, E, N e A, tutte così diverse fra loro ma meravigliosamente belle nel loro insieme, sono quelle che preferisco. Ed è stato molto emozionante a fine giornata risentire i canti di sempre all’arrivo pullman a Santa Caterina. Non riuscivo a credere a quanto mi mancassero quei cori, quelle bandiere, quei fumogeni, dopo quasi un anno di silenzi. E mentre il tramonto era ormai tramontato, nel primo giorno giallo in cui una grande Robur ha preso la vetta della classifica, anche le stelle, quelle citate in  Yellow dai Coldplay, che brillavano per qualcuno o per qualcosa, si sono fatte più lucenti, come a voler illuminare bene quella felicità che aleggiava intorno a noi  tutte le volte che vince la Robur!

Cannara - Siena 1 a 4: in un sol boccone ci prendiamo il gioco, il set, il match e la testa della classifica. Se di inizio (di qualcosa) si tratta, mi pare proprio un buono inizio. Questa è la squadra che ci piace vedere.

Siena - Follonica Gavorrano: nemmeno il tempo per sorridere e riprendere fiato, che è già l’ora di tornare in campo, per riprendere il cammino e regalarci un sereno Natale! Avanti Bianconeri, il cammino è ancora lungo, ma la strada adesso è perfettamente visibile davanti a noi. Ma ce l’hanno sempre loro quel fenomeno di DS di qualche anno fa?


…su quei gradoni (prima o poi), li ci troverai!



Mirko

2 commenti:

  1. Ce la giochiamo con questi mostrini del follonicagavorrano...

    Qualcuno ha idea del perché il SanDonato non gioca mai??

    Lavio Demar

    RispondiElimina
  2. Ennesima figura di merda in casa!

    RispondiElimina