
Da un po’ di tempo a questa parte, poi, come arriva il rapper si piglia al volo, perché ai gggiovani piace e per questo (solo per questo...) c'è il rapper in giuria. L’importante è che canti (parolona…), soffrendo come uno stitico di sei giorni, mentre rappa la storia del cognato messo sotto da un camion o della sorella drogata marcia (7 al camion). Superata l’immancabile immissione di questi personaggi, ogni venti concorrenti immancabile avviene il miracolo, la bella vocina che commuove i giudici. Quanto alla ragazzotta, azzurro chiomata (6,5 a lei), proprietaria della suddetta angelica voce va detto che non era davvero male, voce dolce e armoniosa, però va anche detto che annaspava non poco sulla tastiera della chitarra con un mignolino lento assai, alle prese con le seste e le settime tipiche degli accordi di Joni Mitchell.
Concordo per
il resto sulla valutazione di Al-Mutanabbi dei giudici. Agnelli unico conoscitore della musica "vera" (7 se non finge), Mika, capace ma troppo gingillone (6-), Emma scontata (ma di cognome? 5), e Hellraton (preferisco Hellraiser, 4). Però 'sta storia dei
giudici a cui compare la lacrimuccia, prontamente inquadrata, dopo 12 secondi
di canzone, è finta come una promessa della Durio (2 tanto per ricordarlo). Secondo me gli sbucciano la
cipolla di Tropea sotto al tavolo (9 al prodotto agricolo).
Riguardo
alla presenza del pubblico sono in dubbio, a volte era davvero stucchevole
(reazioni immediate troppo a pelle, insopportabili) a volte stupidotta, a
volte emozionata, poche volte intelligente, seppure provocasse sempre
interessanti sommovimenti tra i giudici (4 all'ex pubblico). Ora sembrano più audizioni vere, il
silenzio dopo ogni esibizione, nessun urletto e con le impalcature a vista. A
proposito di scene, una nota obbligatoria sul coviddi. Dietro le quinte si
intravedevano i tecnici, tutti ben mascherati. I giudici, che non mi risultano
conviventi, della maschera ne hanno
fatto sempre a meno, anche nel back stage. Decidiamoci (4 a tutti, influenza, mascherine e menefreghismo).
Un'ultima parola, ulteriore, sul rapper trapper. Ora è diventato obbligo di legge mantenere il rincoglionimento dei nostri gggiovani a livello alto per cui o trapperisti insopportabili o rapperacci sudamericani (o peggio pseudosudamericani) invadono le nostre radio. Questi mostri ipertatuati cantano porcherie indicibili, con fare provocatorio e tanto off off. Poi quando li chiamano in giuria, improvvisamente diventano il nipote prediletto della zia, fanno le boccucce pure loro, ragionano con calma e serietà, ponderando le parole (anche perché mettere in fila un pensiero dopo l'altro non risulta loro facilissimo) e si prodigano in raccomandazioni e ammonimenti più da attempata direttrice di collegio. Salvo poi fracassarci i cosiddetti con quel perenne "spacca tutto" (6 alla zia).
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