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giovedì 5 dicembre 2019

Il bordo del precipizio

Qualche giorno fa, il borgo polveroso, in una tranquilla giornata di fine autunno, si è lasciato per un attimo sorprendere da un evento drammatico, un'altra caduta dall'alto, mortale anche stavolta. E addirittura svoltasi nel salotto buonissimo della paciosa borghesia di provincia, che a Siena ancora (per poco) resiste.
Il clamore per la morte di una donna devastata da un problema esistenziale è stato, comunque, immediatamente accantonato. Troppo ghiotta l'occasione per parlare di altro, anzi dell'Altro, di un qualcosa di inaccettabile. Troppo poca la volontà di affrontare un'altra morte di gente che sta male. E poi fra poco arriva il Natale...
Il corpo riverso a terra, i passanti attoniti ma tranquilli, che probabilmente stavano pensando di rivivere la scena di qualche filmaccio visto chissà quante volte, il sangue che si intravede. A Siena si muore, a Siena ci si ammazza, a Siena si sta male. Come dappertutto, vista la qualità al ribasso delle nostre vite in questo mondo che va al contrario e che intimamente non possiamo accettare; ma il dappertutto è anche qui, è bene saperlo.
La ragazza stesa sulle pietre serene, le sue ragioni, la tragedia del momento. Tutto (o quasi) azzerato dal gesto mostruoso di un passante, uno che quella mattina si faceva forse i cazzi propri, forse andava a lavorare, forse...
Una pistola in mano, quel cellulare da cui non ci stacchiamo mai, il tasto spinto, la ripresa "cinematografica". Poi, con freddezza, l'invio del video a chissà quante persone; e da lì il tam tam voyeuristico, con tanti telefonini coinvolti.
Cesare Zavattini, papà del cinema neorealista e base di tutta la cinematografia d'autore del secolo scorso, era convinto che in un futuro più o meno prossimo tutti noi avremmo avuto una piccola cinepresa in tasca, con la quale avremmo potuto filmare tutto ciò che ci fosse capitato a tiro. "Avevamo dentro quella confusione, mista a dolcezza e perfino angoscia, di chi improvvisamente può far di tutto, dir tutto e si attarda un momento davanti alle meraviglie del possibile", così scriveva Zavattini, per spiegare il potere totalizzante e pervasivo dell'immagine, al tempo del secondo dopoguerra esercizio liberatorio nella riconquista di quanto, solo pochi anni prima, pareva definitivamente perduto. Un'ansia di poter far vedere le meraviglie del possibile era quella che avvolgeva Zavattini, così come egli la percepiva e come la preconizzava su larga scala. Stessa ansia, disancorata dal concetto di bello, probabilmente ha avuto il novello Zavattini nel filmare il cadavere della sventurata, come in una puntata del serial Black Mirror, che della distorsione della pulsione scopica ha fatto il proprio cavallo di battaglia. Tutto come in un film, tutto come in una rappresentazione tragica, con lo schermo nero del telefonino al tempo stesso barriera e warmhole verso il mondo della condivisione, verso la patologia dell'immagine perversa, verso la schiavitù autoimpostaci in ginocchio ai piedi del Dio tecnologico, ingovernabile.
Il black mirror, il video, la reazione della folla, il linciaggio mediatico, la redenzione. La (facile) previsione è che questo non sia che l'inizio di una nuova era e che la linea della cosiddetta vecchia morale, quella che ognuno di noi detiene e che vorrebbe esportare all'esterno, ma che il mondo esterno più spesso respinge e ci ripropone, sarà sempre spostata un tanto più in avanti, verso il bordo del precipizio. 
Un po' di più, un po' di più, un po' di più...




"Risuona un mambo nella cavea e il mondo semplicemente gira 
Sull'orlo di un precipizio mi inviti adesso a giocare"
(F. Battiato, "Bist Du Bei Mir", 2001)

9 commenti:

  1. A forza di un po' di più io credo che le regole immutabili che dovrebbero governare la società siano già lungo la china verso il fondo. Vogliamo citare un solo esempio? Si moltiplicano gli spettacoli di attori gay debitamente svestiti nelle cattedrali alla presenza di Cardinali e Vescovi plaudenti e sorridenti. E non mi si venga a dire che i tempi sono cambiati o che io sono inguaribilmente malato di passatismo.

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  2. "e l'apocalisse cadrà su di noi, pentitevi o la scure di Dio cadrà sulle vostre teste!!!" sei fantastico Marco Sbarra e ora capisco perchè Almuta ti dia sempre più spazio

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  3. È, per me, anch'egli vittima del neoprotagonismo di umana natura (e quindi niente affatto "neo") che interviene e si accende d'incanto quando capitano almeno due cose, anche non contemporaneamente: il soggetto rimane involontariamente coinvolto in un fatto di portata eccezionale e dunque fa di tutto pur di fare sapere della propria presenza, oppure, sempre il generico soggetto umano, ottiene apprezzamenti e attenzioni e quindi tende a surfare sull'onda della relativa celebrità. Nel primo caso è molto facile, in particolare per soggetti caratterialmente deboli, eccedere in azioni che spesso si risolvono in tremendi errori, mentre nel secondo è possibile che il soggetto assuma atteggiamenti pontificanti su ogni tipo di argomentazione, da una parte per tenere fede al personaggio che si è trovato cucito addosso e dall'altra per nutrire il proprio ego cercando di convincere, prima se stesso degli altri, sulla propria autorevolezza sul tema di volta in volta approcciato.
    La differenza tra le due situazioni?
    Nel primo è immediatamente evidente, a tutti o comunque alla maggioranza, che il soggetto è andato oltre al lecito, mentre nel secondo il giudizio sull'operato del soggetto stesso si forma non sulla totalità o maggioranza delle opinioni in merito, ma solo su quelle visibili grazie ai commenti.
    È quindi chiaro a tutti che nel secondo caso appare apprezzato l'operato perché chiunque di noi non sia interessato dalle argomentazioni lasciate dal soggetto, tende semplicemente a passare oltre senza lasciare note negative. Il risultato è che rimangono evidenti una moltitudine di pareri positivi o comunque interessati, con qualche raro contributo, come questo, che definirei genericamente critico. Il risultato sarà che il soggetto APPARE sostanzialmente apprezzato. E di questo si nutrirà la propria autostima e convinzione nel lasciare altri pezzi di saggezza sul tema che definisce il proprio personaggio.
    Se si vuole è proprio questo effetto che viene sfruttato dai politici-social di oggi e dalle varie "piattaforme" o "bestie" a questi collegate, anche se questi organismi in realtà potrebbero andare oltre. Avendo infatti in mano la gestione dello strumento possono anche decidere cosa e come pubblicare... Ma questa è un'altra storia...
    Parafrasando...: "È la tecnologia, bellezza!!!"

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    1. Caro il nostro AB, il mitico campione progressista di Siena. Perché sei proprio tu, no? Beh certo, non ci potrei giurare, visto che il mio interdittore non mostra la faccia né l'identità, per cui mi tocca giocare al buio.
      Confesso di non essere riuscito a cogliere integralmente il senso del tuo intervento, viste le altezze vertiginose raggiunte. Anche qui viene fuori un altro mio limite. Come tu ben sai, io appartengo ad una schiatta di infimo livello, dotata di capacità cognitive e pure morali inferiori rispetto alla classe dominante della quale tu fai parte, per cui mi sento in grande difficoltà ad articolare una difesa efficace di fronte al tuo attacco sociologico, che si eleva al rango di una vera e propria lectio magistralis, ben meritevole di essere tenuta nell'aula magna di qualche prestigioso ateneo.
      Comunque ci proverò. Credo che il mio caso patologico potrebbe essere ricompreso nella seconda delle due ipotesi da te prospettate, visto che non mi sembra di avere compiuto atti contro la "pubblica decenza" o di aver commessi errori esiziali. Dunque io rientrerei nel paradigma del soggetto che, ringalluzzito dall'appoggio e dagli applausi di una marea di fans, si è costruito un ego ipertrofico, fino a credere di esser divenuto il demiurgo del mondo.
      Ora, caro AB, scusa il mio ardire, ma (che Dio me ne scampi e liberi), vorrei farti una semplice domanda. Mi potresti dire dove hai visto la marea di "apprezzamenti", la "moltitudine di pareri positivi" nei miei confronti, che hanno costituito quella droga che avrebbe titillato il mio spropositato ego in modo da spingermi a pontificare su tutto e tutti con la sicumera di coloro che si sentono portatori dell'infallibilità? Se vai a rileggere i commenti ti renderai conto che io sono stato oggetto di una miriade di critiche e di accuse anche personali, con un linguaggio a volte molto "liberal". Per contro troverai che i miei sostenitori non raggiungono il numero delle dita di una mano.
      A questo punto mi viene da credere che le tue considerazioni più che sociologiche siano ideologiche e non tengano conto della realtà fattuale.
      Ma tu credi davvero che uno che professa le mie idee e le dà in pasto alla pubblica opinione sia mosso dal fine di ricevere applausi e pacche sulle spalle? Come minimo sarebbe da considerare un folle, visto che dimostrerebbe di non avere la minima cognizione della realtà. Come si può pensare di ricevere il consenso delle folle testimoniando principi che il mondo d'oggi combatte e vuole cancellare dalla faccia della terra?
      Pensavo che ti facesse piacere continuare a bacchettare i miei sfondoni e invece, mannaggia la miseria, ti è venuta la nausea per i miei interventi, sempre così prolissi e compulsivi, hai ragione. Abbi pazienza AB (o chissà chi), con un po'di Maalox rimetterai in sesto lo stomaco e sarai pronto per il prossimo appuntamento che tu, con il tuo spietato marcamento a uomo, non ti lascerai di certo sfuggire.

      P.S. "Avendo infatti in mano la gestione dello strumento possono anche decidere cosa e come pubblicare". Mi rivolgo a te, Al-Mutanabbi, per avere un parere da un esperto social. Ma non sarà mica che il nostro AB, liberal e sinceramente democratico, (o il suo sosia) abbia superato il suo indice di sopportazione tanto da "sponsorizzare" il ritorno della censura, in auge qualche ventennio fa?

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    2. Caro Sbarra,
      come canterebbe Shaggy, it wasn't me.
      A me piace leggerti, quasi sempre non sono d'accordo con te, ma in un mare di eruttazioni immotivate almeno tu esprimi delle profonde, motivate e non convenzionali convinzioni.
      AB

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    3. Rispondo al Sig. Sbarra sul PS. Ahimè, non sono un esperto social. E, non avendo in mano la gestione dello strumento (???), ho deciso di non decidere cosa e come pubblicare.

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    4. E comunque ammetto che nel commento dell'anonimo non c'ho capito una sega...

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    5. Eri tu o non eri tu? Eri proprio tu, AB. Devo congratularmi con te per la maestria con cui sai passare da contesti divenuti troppo rigorosi e tediosi ad altri meno impegnativi e più rinfrescanti. Non è facile, occorrono nonchalance, mente "liberal" e una buona dose di elasticità.

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  4. Complimenti ploff, il profeta Giona non saprebbe dire di meglio. Hai spiegato benissimo quello che ci aspetterà, ma non ti preoccupare, uno come te non potrà che essere fra gli eletti. Ti ringrazio poi per il tuo "complimentismo" sperticato, ma Al-Mutanabbi mi dà gentilmente spazio semplicemente perché io glielo chiedo.

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