Tempo di compleanni in ambiente bianconero. Prima i 115 anni della Robur, poi i 40 anni degli Ultras. Tentiamo di tirare una riga di commento.
Due serate gradevoli, che hanno certificato quanto questa città e (parte) dei suoi abitanti sia legata al Siena in modo indissolubile, quasi come fosse "la diciottina", come Paolo ama definire la nostra squadra di football.
Molti ospiti (tranne il mancato invito alla famiglia De Luca per il 115esimo, indelicatezza da martellate nei coglioni), tanto divertimento, grande spolverata ai ricordi di ognuno di noi. Personalmente, il ritrovo al Circolo La Tuberosa per il 40esimo compleanno degli Ultras Fighters per me resterà indelebile nell'album della memoria. Un po' per il "movimento" della serata, un po' per aver rivisto tante facce che - ahimè - non frequentano più la curva, un po' per essere stati tutti insieme a cantare, vecchi e giovani.
Presenti, in entrambi gli eventi, molti giocatori ed allenatori che hanno fatto la storia della nostra squadra. Qualcuno ha anche rilasciato dichiarazioni pubbliche, con altri abbiamo parlato in privato. Ecco, da queste loro parole vorrei far capire un aspetto.
Tutti (tutti) hanno usato parole di eccezionale affetto per l'ambiente bianconero, nel quale, chi più e chi meno, ha passato qualche miglior anno della propria vita. Tifosi eccezionali, città splendida, ambiente civilissimo, tranquillità, possibilità di fare calcio ad alto livello, attaccamento alle persone, rispetto per la maglia. Ecco quanto hanno detto Chiesa, Colasante, Papadopulo, Foglietti, Pazzaglia ecc ecc. Paolo mi ha confessato che, quando ha contattato qualche giocatore che non ha potuto partecipare, qualcuno si è scusato ed incazzato per non poterci essere; qualcuno ha allora mandato un video; qualcuno ha chiesto di riorganizzare una serata simile e di essere informato. Tutti insomma volevano esserci. Per essere applauditi, per essere coccolati, come da sempre Siena ha fatto con chi se lo è meritato.
Nella mia mail, da più di venti anni, il mio nome è unito a quello di Totò Arcadio, uno degli assoluti idoli di giovinezza, giocatore che rivedo in accelerazione sulla fascia con il capellazzo lungo svolazzante, con la sua maglia bianconera che vola sul verde dell'erba: emozioni che porterò con me fino alla fine.
Questa, cara società odierna, è la gioia che la tifoseria bianconera ha sempre garantito ai rappresentanti degli propri colori. Questo è l'amore che in questi due compleanni è stato ancora una volta tributato a chi, alla fine, è diventato uno di noi e che, appena può, torna a condividere momenti splendidi. Questa è Siena, la Siena che dà, a patto che riceva. Rispetto anzitutto.
"Siena trascina, è un ambiente che se lo senti poi per forza devi dare qualcosa di più"
(Eugenio Pazzaglia)
"Essere qui mi inorgoglisce, a Siena ho passato tre anni stupendi"
(Giuseppe Papadopulo)
"A Siena ho passato cinque anni bellissimi, ho dei ricordi meravigliosi"
(Enrico Chiesa)
"Ritornare qui è sempre bellissimo, lo è tutte le volte"
(Mario Beretta)
"Una cosa che mi ha toccato nel mio lavoro a Siena è che quando è che quando lavori qui c'è una partecipazione importante"
(Attilio Perotti)
Non ricordo benissimo tutte le parole (il tempo passa e le mamme invecchiano) ma grosso modo faceva così:
RispondiEliminanoi abbiamo un presidente che vuole andare in serie A
e non gliene frega niente se non gli crede la città
noi che siamo della curva, gli facciamo sapere che
lotteremo insieme a te, alè De Luca alè alè.
Al di là di tante parole, questo coro a mio modo di vedere riassumeva con esattezza disarmante il clima di quegli anni ed il lavoro straordinario di un GIGANTE che in troppi vorrebbero dimenticare o far finta che non sia mai esistito. In una città normale ci sarebbero due vie e una piazza intitolate a lui. Ma da queste parte di normale non c'è rimasta nemmeno la benzina. Non dargli il Mangia d'oro in uno di quei 5 meravigliosi anni del 'lustro magico' fu semplicemente incredibile, oltre che perfido e malvagio. Aveva tropper persone orribili contro, se ne accorse anche lui e le sfidò - vincendo sempre - tutte. La gente potente non gli credeva e si faceva beffe alle sue spalle dopo avergli stretto la mano davanti, ma LUI se ne fregava e comprava Chiesa, Flo, Tudor, andandogli sempre nel culo. Dal 31 Marzo del 2007 lo stadio di Siena si doveva chiamare PAOLO DE LUCA! Senza se e senza ma, anziché continuare a condividere un nome con Firenze, manco fossimo i vicini stolti (lasciando perdere quella mostruosa parentesi della Montepaschi Arena!).
Un compleanno del Siena senza De Luca, è come un Natale senza l'Albero! E a me fate veramente ridere!
De Luca vive! Nei nostri cuori, nei nostri ricordi e in tutte le emozioni che ci ha regalato senza chiederci in cambio niente, se non un po' di entusiasmo!
Mirko
La presenza di MOLTI non Ultras ha fatto si che tanti altri,che ai tempi dei tempi c'erano eccome,stessero a casina.
RispondiEliminaAltra cosa:era la cena della curva(quindi anche cani e dei porci che l'hanno frequentata dai tempi della serie A) o il quarantesimo degli U.F.S?
e i fedelissimi cosa c'entravano?contigui da sempre con ogni patron e sempre ultimi a contestare(ma primi puliti a purgarsi e poi a rigirare la giubba)
avanti così e tempo 2 anni al rastrello rimarrete 400,tra becchi che è meglio la domenica lascino campo libero alle mogli,cittine e vecchi rincoglioniti da pensionario.
Vero, c'erano anche molti non Ultras, fra cui il qui presente (che comunque degli Ultras apprezza molti aspetti). Probabilmente, i non Ultras hanno deciso semplicemente di andare a rendere omaggio a cgi Ultras lo è/ è stato, visto che la serata lo permetteva (si pagavano 20 euro e stop).
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