Quizzone da nostalgia di vacanze calabre. Secondo voi che legame esiste fra Cutro (il paese dei banditi di Pasolini) ed il borgo polveroso?
"I banditi". Ma no, dai...
"La malavita organizzata". Ovvia su...
"Non ci so' cinemi". Eh, questa forse forse un fondo di verità ce l'ha...
Al netto delle celie, lo conoscete tale Puttino, ovvero Leonardo da Cutro, ovvero Giò Leonardo Di Bona? No, eh... Ok, allora ve lo dico io, per fregiarmi di un articolo da blog fescion, di quelli che parlano di arte e, con artefatta nonscialans, buttano sul piatto un pezzo di tal guisa, a dimostrazione della superiorità intellettuale dello scrivente.
Ordunque, questo Leonardo (detto "Puttino" perchè piccino e bellino e "Cavaliere Errante" per la sua innata voglia di andare a giocare in tutta Europa) era un ragazzetto con tanto tempo libero, agiato e con una grande passione per gli scacchi. Passione che, come vedremo, fece fruttare con arguzia e intelligenza. A soli 18 anni, nel 1560, sfidò l'invincibile Rodrigo (Ruy) Lopez de Segura, monaco cristiano spagnolo, vescovo di Segura e confessore di Filippo II, un altro malato di scacchi e sicuramente persona con ampia disponibilità di tempo libero, che stava passando da Roma, dove Leonardo faceva finta di studiare legge. Il Puttino perse alla fine di un match durato due giorni, ma ebbe una seconda occasione (dopo aver giocato altre memorabili partite, fra cui una con un pirata saraceno che gli aveva rapito il fratello, cui estorse anche 200 ducati di prepotenza): nel 1575 Filippo II, venuto a conoscenza della perizia di Leonardo, che intanto - birbo - era andato a giocare a Madrid proprio dove soleva farlo Rodrigo, organizzò un incontro con i più grandi giocatori di scacchi del mondo, fra cui i due contendenti della nostra storia, in quello che divenne il primo campionato mondiale di scacchi documentato.
Appassionante la finale, fra Leonardo e Rodrigo, al meglio delle 5 partite. Il monaco andò rapidamente in vantaggio per 2-0, tanto che Filippo II, annoiato, manifestò l'intenzione di andarsene. Il Puttino allora lo pregò di restare, confessando di aver perso a posta "perchè rifulgesse più chiaramente la mia bravura". E poi ribaltò le sorti della contesa con un clamoroso 3-2 finale. Il premio reale di 1000 ducati fu cambiato, per volontà di Leonardo, con venti anni di esenzione dalle tasse e con il titolo di Città per Cutro, ove era nato.
L'eco della vicenda, evidentemente, rimase nella memoria per secoli. Finché, nel 1883, il pittore Luigi Mussini ne fece il soggetto di un suo celebre quadro, guadagnandosi financo la cittadinanza cutrese.
Mussini, appassionato scacchista, presidente delle Belle Arti di Siena (ove morì nel 1888), fu un grande esponente del Purismo senese, corrente in voga nel borgo polveroso dalla metà dell'800.
Il quadro "Partita a scacchi fra Ruy Lopez de Segura e Leonardo da Cutro" rappresenta una minuziosa ricostruzione dell'episodio. Ruy pare distrutto dalla sconfitta, mentre Leonardo in piedi gioisce a braccia larghe. Intorno Filippo II sul trono, la moglie Anna d'Austria, nobildonne e gentiluomini, cani da caccia, mobili, arazzi, parrucche, gioielli e tendaggi, come si doveva immaginare una corte reale di fine '500 in un dipinto storico per eccellenza, che anticipa di pochi anni la tendenza realista. Oggi il dipinto è conservato presso la Rocca di MPS, visitabile in tutta la sua bellezza.
Ultime curiosità. Questo Roy Lopez era davvero un volpone. Usava difatti posizionarsi sempre in modo che l'avversario avesse la luce della finestra negli occhi. E ciò si può notare anche nella tela del Mussini, a riprova della bellezza dell'opera d'arte. Ma anche Leonardo era un bel figlio di buona donna, se si pensi al fatto che, una volta a Madrid, iniziò a vincere, ma sempre per il rotto della cuffia, per attirare la curiosità di Filippo II e Ruy Lopez, che lo consideravano comunque battibile: e ciò gli comportò l'ingaggio a corte per il torneo.
Nel quadro, da sinistra a destra, sono raffigurati: Ruy Lopez (seduto); il duca di Lorena; il domenicano fra Diego de Chaues, confessore di Filippo II; Leonardo da Cutro; don Cristoforo de Mora, gentiluomo di corte; Filippo II (seduto); l’infanta Isabella; damigella di corte; dama della Regina; la Regina Anna Maria, figlia dell’imperatore Massimiliano d’Austria e terza moglie di Filippo II (seduta); la duchessa di Lerma; maggiordoma di palazzo; paggio; don Giovanni d’Austria, vincitore di Lepanto (seduto)”
Prima la mamma, poi il divin figliolo, ora l'allenatore...Il linguaggio "portuale" dei bianconeri rischia di diventare una pandemia. E c'è anche chi ne fa vanto per essere stati presi per i fondelli da oltre quattromilioni di telespettatori perchè tanti Striscia, secondo G.I.,a quell'ora ne conta. Personalmente diventerei rosso dalla vergogna.A proposito: prima di addentrarsi in certi inglesismi (access prime-time sic!), per favore dite a G.I. di ripassare un po' di grammatica che ne ha tanto bisogno. Una buona serata
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