A volte la domenica non sembra nemmeno domenica. E allora guardiamo impazienti l’orologio, per contare i minuti che ci separano dal nostro giorno buono, quello che sicuramente prima o poi arriverà, ma del quale almeno per adesso non troviamo traccia. E nell’attesa di scoprire cosa si cela dietro la linea infinita dell’orizzonte, aspettiamo che smetta di piovere. Guardiamo fuori dalla finestra scostando la tenda e mentre il gatto passeggiando sul davanzale ci solletica il braccio con la coda di pelo morbido, appanniamo col respiro un vetro soltanto per scriverci sopra una sciocchezza. Passiamo una vita ad ingannare il tempo, dimenticandoci che prima o poi sarà lui a fregarci. Un pranzo veloce, un caffè con un amico e via.
A volte la domenica, nonostante la pioggia, nonostante le gocce che bagnano ma non lavano, arriva il pomeriggio e gioca la Robur. Improvvisamente sembra di tornare ragazzi e per un paio d’ore la vita di tutti i giorni viene riposta sopra a quello scaffale temporaneo del nostro cervello, dove è possibile riporre tutto ciò che non ci piace. A volte la domenica pomeriggio, anche quando piove e sarebbe meglio restarsene a casa, sdraiati sul divano ad aspettare l’ora di cena, lo stadio riprende vita, la polvere tossica dei seggiolini verdi sembra farsi da parte e le tribune si ripopolano di persone. Tutte diverse, tutte strane - perché se continui a seguire la Robur, nonostante tutto e tutto, qualche problema lo devi pur avere - tutte bellissime. Almeno ai miei occhi. Non siamo più ai livelli estetici della prima Serie A, quando la curva era una piena zeppa di ragazze tirate a lucido che una sfilata di Victoria’s Secret sembrava una raduno di Orsoline, ma ci piace lo stesso. E poi basta che a volta passi una un po’ più scollacciata, ci guardi e sorrida, per farci sentire in pace con il mondo. Perché a volte ha ragione quel tipo che va dicendo a tutti che l’uomo diventa saggio quando impara ad accontentarsi. Quando capisce cioè che forse basta quello che hai perché tutto è troppo. E allora a volte riesce piano piano a trovare dentro di sé quel magico equilibrio, che lo condurrà verso una serenità gioiosa, antipasto di quella felicità che in molti cercano ma che pochissimi raggiungono.
Equilibrio, serenità e felicità. Chissà, forse sono proprio questi gli ingredienti giusti per una vita tranquilla e sana. Altro che pilates e dieta mediterranea. Equilibrio, serenità e felicità, come nella vita, così nel calcio, perché di quello si parla: una domenica di pioggia e una partita di calcio, 14 giorni dopo l’ultima vista. Vita e calcio, la domenica pomeriggio va così, anche quando non c’è il sole. A volte può capitare che io divaghi. Che scriva di altro, mentre fuori piove e La Robur gioca contro la Pro Patria da Busto Arsizio, cittadina lombarda di un nord talmente distante da Siena, che pare un altro stato. Chissà cosa intendevano dire i fondatori, quando come nome della locale squadra di calcio vollero abbinare le parole Pro e Patria. Magari potrei cercarlo in rete, ma non oggi: a volte è bello anche rimanere col dubbio. Almeno per avere qualcosa a cui pensare negli attimi in cui la settimana ti concede una pausa e le squadre stanno per scendere in campo. Ma come facevamo a studiare ai tempi nostri senza internet? A volte me lo chiedo, mentre cammino in silenzio, immerso nel rumore dell’acqua che scorre verso la fogna. Quel rumore che da sempre accompagna la fine dei temporali. Qualche foglia gialla sull’asfalto, segnala che l’autunno è arrivato. L’estate ci guarda da dietro l’angolo e pare salutarci con la mano. Ma forse è un ghigno di scherno quello che le vedo dipinto sul volto, mentre ci ricorda che presto arriverà l’inverno ad innervosire le nostre giornate e a farci rimpiangere la sabbia nel costume. A volte arriva la Pro Patria da Busto Arsizio e io di preciso non so nemmeno dove sia. E allora chiudo gli occhi e sogno una Robur sempre trionfante. Con la pioggia o con il sole, contro i primi e contro gli ultimi. A volte, ma soltanto per qualche istante, se ci penso bene la rivedo in cima alla classifica, impegnata a guardare tutti dall’alto. E improvvisamente mi sento sereno, anche se domani sarà un lunedì e sono tutto bagnato, con questo piccolo ombrello che impiccia senza riparare. A volte vorrei che la Robur potesse vincere sempre, per cancellare in un lampo tutto il buio di questi anni.
Siena - Pro Patria: dopo la prima tappa lombarda di questo infinito derby etrusco/longobardo di Serie C, è il turno della seconda compagine austroungarica del nostro campionato. Urge la necessità di confermare la buona prestazione di domenica scorsa, ritrovando quell’equilibrio necessario per affrontare le partite con serenità, consci che un omo in bocca ad un altro non si è mai visto e anche quelli del Monza - che francamente con questa storia che hanno già vinto il campionato il 10 di agosto avrebbero rotto i coglioni - non hanno mai morso nessuno. Serenità che, se ben gestita, ci potrebbe portare dritti dritti alla felicità da troppo tempo agognata e soltanto sfiorata qualche stagione fa. A volte la domenica è più bello tornare a casa dopo aver vinto!
Saluti, baci, cordialità e sempre forza Siena!
Mirko
Chiedo venia se arrivo a mezz'ora dall'inizio della gara contro i bustocchi ( nella speranza che la pioggia non vada ad inficiare quella che dovrà essere la conferma a quanto di buono visto contro i derelitti lecchesi). Premessa : non sono amico di De Mossi, nè tanto meno nemico di Valentini. Leggo sul sito del club bianconero più numeroso, di una interrogazione dell'ex sindaco di Siena Bruno Valentini sullo stato in cui versa lo Stadio Franchi nella parte della gradinata, stato evidenziato proprio dal club. Orbene, leggendo che la straordinaria manutenzione (nella quale rientrerebbe lo stato della gradinata) è di pertinenza dell'Amministrazione Comunale, mi domando: E' mai possibile che questo degrado sia avvenuto tutto di un colpo da quando si è insediata la nuova giunta? Perchè se così fosse, il rischio crollo credo sarebbe altissimo e quindi bisognerebbe intervenire immediatamente e provvedere alla chiusura della gradinata stessa. Se invece il problema giustamente evidenziato dal club fosse "roba" un po' più datata, mi chiedo come mai l'ex primo cittadino non si sia interrogato sull'argomento nel periodo in cui governava questa città,perchè credo che delle verifiche strutturali,specialmente su impianti di una certa età, vadano fatte periodicamente.
RispondiEliminaA giudicare dai 7000 interventi giornalieri (virtuali) di Capsula, mi pare che egli non abbia mai fatto il sindaco prima dell'Avvocato. E che il suo partito non abbia mai governato Siena e la banca. Colpa dei fascisti.
EliminaAh!!
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