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mercoledì 28 agosto 2019

Lo stretto necessario

Come nella scena finale di quel vecchio film, l’inquadratura sulla spiaggia deserta, tristemente arredata da pochi ombrelloni chiusi e qualche catasta di sdraio ripiegate mostra un mare agitato, stretto da una coltre di grigi nuvoloni bassi e carichi di pioggia, mentre una voce fuori campo accompagna le immagini.
Poi, improvvisamente, l’estate svaniva, da Ponente arrivavano grandi nuvole grigie cariche di pioggia e gli odori acri della pineta si tramutavano in folate di vento freddo. Una giovanissima Marina Suma si riparava dalla pioggia torrenziale dentro al bar, proprio mentre un capelluto Gerry Calà chiedeva come fosse Portofino ad una coppia di amici.
Agosto sfuma dietro una fitta serie di tuoni sordi e paurosi, che da nord anticipano l’arrivo delle piogge e spaventano i cani. Dice il saggio: passato il palio d’agosto, oh vedrai quanto ci vole ora pe’ arriva’ a Natale…
Nella pigrizia di un pomeriggio torrido e lento, passiamo dal caldo opprimente del Deserto del Kalahari al caldo umido tropicale della Papua Nuova Guinea, che in confronto i mondiali brasiliani parevano giocati a Canazei. Praticamente giriamo il mondo stando seduti in curva. E pensare che la gente spende migliaia di euro in costosi viaggi, quando basterebbe venire a vedere la Robur! In poche ore prendiamo il sole, prendiamo l’acqua, prendiamo un paio di pere, prendiamo una clamorosa incazzatura e torniamo a casa. Al netto di fulmini, tornadi e bombe d’acqua, non credo potesse andar peggio.
Pur mezzo vuoto, il catino del Rastrello ribolliva nel vero senso della parola, immerso in un clima simile a quello della foresta amazzonica, ma per fortuna senza fiamme. Ad incendiare i nostri cuori bisognosi di emozioni forti senza ghiaccio doveva pensarci la Robur. Ma forse anche no. Squadra nuova, mister nuovo, panchine nuove. Ecco, al 90° quest’ultime rimarranno l’unica cosa da salvare. Dentro la testa le parole malinconiche di Levante e Carmen Consoli, sentite non so quando, accompagnano i pensieri. In curva ci salutiamo come se non ci vedessimo da mesi, anche se in realtà non è poi passato così tanto tempo da quell’infausto Siena - Novara della scorsa stagione o da quell’altra orribile figuretta rimediata col Mantova in Coppa Italia. Abbiamo bisogno di vincere perché i tre punti saranno importanti per iniziare la stagione col piede giusto. Ci basterà lo stretto necessario per avere la meglio su un avversario modesto, che si presenta a Siena senza grandi aspettative. Il nostro portiere pare mezzo intirizzito e corre a scatti: lungo lungo e secco secco sembra la mascotte di Italia ‘90, ma forse è soltanto una mia impressione. Però esce poco e anche con i piedi risulta piuttosto approssimativo. E nove mesi sono lunghi. “Allora, chi gioca oggi nel mezzo?’’. “Davanti c’è Guberti?’’. Curiosità e voglia di far bene. Mi sento come un bimbo al primo giorno di scuola, che non vede l’ora di risedersi al suo posto, accanto ai vecchi compagni. “Ma il 18 chi è?”. “Boh, te li leggi i nomi?” Piccinina, non li leggevo in Seria A e avevo dieci anni meno, figuriamoci se li leggo adesso. “Il 18 è Polidori, mentre il 10 è Cesarini”. Alessandro all’anagrafe, il Mago per gli amici. Anche se per il momento, l’unico Mago buono che rimembriamo con affetto rimane Doriano (che i più piccoli sicuramente non ricorderanno ma noi attempatelli si). In difesa quadriennale D’Ambrosio (levategli quella fascia, vi prego!), assieme a Attila Flagello di Dio assicurano perlomeno una buona fisicità (si dice così al giorno d’oggi), mentre sulle fasce si rifa’ ride’ anche quest’anno. Setola lo abbiamo comprato per un pelo e dovrebbe pennellare ottimi cross, mentre da quell’altra parte ci si adatta un centrale. Bello, bravo e nostrano, ma sempre un centrale rimane. Al centro la banda bassotti viene riproposta al completo, come se il fantasma di Mignani aleggiasse ancora dalle parti della panchina bianconera. Serrotti tra le linee e i due attaccanti di cui sopra ad offendere. Comincia la partita e comincia il patimento. Un Siena entropico che col passare dei minuti lascia che l’ipotetico ordine iniziale dilaghi in un caos arruffato e inutile. Sugli spalti ci guardiamo confusi, perplessi, quasi spaesati. Eccoci, ci siamo... Madonnina Santa. Crema solare e ombrelli senza punta, la gente si ripara sotto gli alberi da una pioggia che cade ma non bagna, evaporando immediatamente non appena toccato il sole. Assiepati sotto le frasche di un leccio, guardiamo i minuti finali del primo tempo spostandoci da un albero all’altro, ricordando con tenerezza il prato degli anni ‘80/‘90. La partita filtra attraverso le foglie, come il sole visto da dentro un bosco. Dormite, sciocchezze e poche fiammate. Poi tre fischi e tutti a casa.
Due partite ufficiali, quattro goal e tre espulsioni subiti. Non solo non riusciamo a vincere, ma non siamo nemmeno capaci di finire una partita in 11. Magari non saremo cattivi, ma stronzi lo siamo di certo visto che cadiamo in tutti i tranelli dell’avversario, che gioca la sua onesta partita e porta via da Siena tre punti senza rubare niente, adottando tutti quei trucchetti da gente scafata che fanno tanto calcio di altri tempi e che a noi non riescono mai. Vorrei tanto potermi sbagliare, pensando che è stato soltanto un piccolo incidente di percorso al quale porremo rimedio già da domenica prossima, che è presto per gridare al lupo, che almeno lo stretto necessario per allestire una squadra, non dico imbattibile, ma almeno dignitosa ed in linea con quelle degli anni passati è stato fatto, ma forse m’ingannerei. Mi sento scivolare giù per la schiena una brutta sensazione, appiccicosa come quei grossi goccioloni di pioggia che ieri pomeriggio s’infilavano infingardi nel colletto della maglietta e bagnavano la schiena senza portare refrigerio. Ed è soltanto l’inizio.

Siena - Olbia 1-2. Tolta quell’inutile vittoria col Piacenza, pastiglia di Moment in tre mesi di mal di testa, quante partite ufficiali sono che non vinciamo? Tante. Cambiano gli uomini, cambiano i DS, cambiano i Mister, ma il risultato, almeno per il momento, rimane lo stesso e quest’anno siamo anche stati buoni a partire peggio dei Siena di Atzori e di Colella. Speriamo che il giorno sia più luminoso dell’alba, altrimenti si farà buio troppo presto. E la notte potrebbe non portare buoni consigli.

Saluti, baci, cordialità e sempre forza Siena!


Mirko

PS: se qualcuno si chiedesse il perché di questa foto, la risposta sarebbe che le due fanno cacare, più o meno quanto noi.

4 commenti:

  1. Sentori di lato destro della classifica, retrogusti di play out con accenni di retrocessione.
    Colorito ambra tendente al marrone.
    Da abbinare con boria e supponenza.

    Voi ci scherzate ma io sto cominciando a cercare 3 squadre peggio di noi.

    Tamarrano da Pescocostanzo

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  2. No dai!Fino a questo punto no!! Non sia cosi pessimista. Che noi,per ora, si faccia ridacchiare sono d'accordo ma cercare fin da ora tre compagini inferiori a noi mi sembra eccessivo. Semmai non mi torna il discorso Bentivoglio: o quanto gli ci vuole per poter essere in grado di giocare?!! Ormai è un pezzetto che è aggregato, e allora? Non è che per caso ci sia qualcosa d'altro? Non sarebbe la prima volta. Per un'altra domenica pensiamo positivo, e speriamo che al 95° non si debba commentare "un buon allenamento congiunto" (va tanto di moda dirlo.Ma chi l'avrà inventato?!!) della Juve contro il Siena. Altrimenti qualcuno potrebbe cominciare ad inquietarsi. W la Robur

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  3. E un c'è niente da ffa'... E siamo fatti così... Polemici sempre e su tutto con la rara maestria e capacità di esserlo da più parti... Se va male in un verso si potrà comunque polemizzare nell'altro... Lamentosi all'eccesso fin quasi a sfiorare il paraculismo... A volte par di sentire quelli che gli dòle una gamba e se gli guarisce gli fa comunque male i denti e se gli passano stanno male uguale perché hanno la tosse...
    Se la squadra, come disse Dal Canto dopo la partita di Coppa Italia, fosse "squadra femmina", a giudicar dai comportamenti dei "tifosi" non avrebbe certamente in loro il giusto contraltare virile... Ma, d'altra parte, che ci vogliamo fare?... Parafrasando re Leonida direi semplicemente che

    QUESTA !... È !!... SIENAAA !!!

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  4. Bentivoglio... un mistero. Mica sarà come Cesarini e Belmonte?
    E comunque via invece di un centrale s'è preso un altro terzino mezzingolo. Siamo da centro classifica via (con 30 gioattori in rosa)

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