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sabato 20 ottobre 2018

Mi piacerebbe sapere

Scricchiola il progetto triennale, mormora la gente sugli spalti. Prima stupita, dopo delusa. Per la rabbia c’è ancora tempo, ma non tirerei troppo la corda. Per fortuna adesso c’è da pensare ad altro, altrimenti i discorsi si farebbero subito pesanti.

Il campionato è appena iniziato e già dobbiamo rimontare: peccato! E il ricordo agrodolce della scorsa stagione sfuma sui titoli di coda di un’estate appena finita, quasi brutta come quella di qualche anno fa, durante la quale la parola fine fu scritta accanto ad AC Siena. Punti persi, punti sul vivo. Punti di sutura, punti sugli spalti. Atmosfera ovattata di una serata strana. Pochi intimi raccolti intorno al capezzale di un malato. Pantaloni alla moda, stinchi scoperti: la città è bellissima addobbata a festa. La partita non è nemmeno iniziata che già siamo sotto: 0-1 per quelli rossi e palla al centro. Se già abbiamo difficoltà a segnare, farlo da posizione di svantaggio diventerà durissimo. Ora sì che saranno dolori. Brusio soffuso. Il primo tempo scorre via lento: l’unico tiro verso la porta piemontese arriva al minuto 43°, quasi 44°. Meglio tardi che mai! Poche parole per riassumere un ostinato masochistico disagio, figlio di un progetto inverosimile: entrare in porta col pallone. Il brusio diventa uno sciame di vespe. Ma se non ci fosse altro a cui pensare, non tarderebbe a tracimare in un rombo continuo. Eppure è vero: il riscaldamento del pre partita pare più interessante del gioco effettivo. Arriva l’intervallo e l’agonia viene sospesa, almeno per quindici minuti e nonostante l’ennesima, inutile, riproposizione di "A mano a mano" di Rino Gaetano (vi prego basta!). 
Mi piacerebbe sapere che ha fine a fatto la bella squadra dello scorso anno. Me lo chiedo più volte. Nel cielo si accendono le stelle,  mentre una luna velata e lattiginosa fa capolino nello spicchio di cielo proprio sopra San Domenico. Speriamo ci possa indicare la via. Ricomincia la partita, ma non si placano i dubbi. Qualche cambio azzeccato (finalmente), e la Robur pare riprendersi. La febbre cala e la testa smette di dolere. Tachipirina 500 Cianci (se ne prendi 2 diventan 1000) aumenta il peso dell’attacco, aggiungendo centimetri e chilogrammi ad un reparto comunque troppo abulico e sterile. Il buon Fabbro, nome più adatto ad un ruvido difensore che ad un giocatore di talento, corre, lotta e suda, ma ogni volta che salta di testa lo fa con le braccine intirizzite, distese dritte lungo i fianchi: sembra la bottiglietta del profumo di Jean-Paul Gaultier e non è proprio un gran bel vedere. Guberti invece se ne sta largo a sinistra, prigioniero di un uomo che non riuscirà mai a saltare, incaponendosi fino all’inverosimile. Cambiano i decreti, cambiano le monte, cambiano i moduli. Soltanto i debiti restano sempre gli stessi. Anzi aumentano. Ma a quello oramai ci abbiamo fatto il callo. E poi in questo paese, se non hai qualche decina di migliaia di debito verso qualcuno, non sei proprio nessuno. Adesso sembriamo più vivi. Nervosi, nevrotici, schizofrenici, ma vivi. Corriamo più di loro. O forse sono loro che corrono meno di noi. Mi piacerebbe sapere perché sta succedendo tutto questo. Sicuramente è un incubo dal quale mi sveglierò presto. Fino a due settimane fa parlavamo di Serie B e adesso invece non riusciamo nemmeno a fare goal al Cuneo. Tufo drenante e erba bagnata. Il tempo sull’orologio scorre inesorabile, mentre quello in cielo pare reggere. Se deve piovere, lo faccia perlomeno dopo sabato. Mi piacerebbe sapere tante cose, ma non so da dove cominciare. Chi decide i nomi dei cavalli? Che fine fanno i sogni non realizzati? Come diventano i tatuaggi fatti da giovane, dopo averli indossati sulla pelle per tanti anni? Dove va l’odore di muffa di certi androni dei palazzi del centro, quando si apre il portone dopo lo schiocco della serratura? In quale punto del cervello alberga la speranza? 
Il secondo tempo scorre, la fame mi assale. Fame di rimonta, fame di vendetta, fame chimica. Fame fisiologica, forse soltanto perché non ho fatto cena e lo stomaco reclama attenzione, mostrando un vuoto nutrizionale colmabile soltanto con qualcosa di solido. Passano i minuti, aumenta il languore. Adesso dalla fame mi mangerei Aramu. Dicono che l’appetito venga mangiando, ma se continua l’andazzo di quest’anno, i tifosi bianconeri temo digiuneranno parecchio. Finalmente un lampo squarcia la notte e un po’ per caso e un po’ per bravura si pareggia nella porta lontana lontana dalla curva, quindi l’immagine che arriva ai miei occhi appare confusa e sfocata, come se stessi guardando attraverso un cubetto di ghiaccio. Goal! Me ne accorgo almeno cinque secondi dopo. Anche il calo di zuccheri si percuote sulla vista. Mi piacerebbe sapere chi ha segnato. Chi? Ah certo, un difensore. E chi altrimenti? D’altra parte, in una squadra che non potrà mai vincere 2 o 3 a 0 (parole del Mister), chi deve segnare? Mi piacerebbe sapere chi ha voluto tutto ciò. E soprattutto perché.
Adesso la rimonta è possibile. Manca ancora tanto, basta non esporci al loro contropiede. Detto fatto e in tre passaggi c’arrivano in porta. Spavento all’ennesima potenza. Ma quello che ha segnato come si chiama? Rossi? No quasi: Russo. Questioni di vocali, alfabeto e fonetica. Ma perché, giocava Russo questa sera? Senti bene, me ne sono accorto al 52°. Sarà la fame, sarà l’età, sarà quest’elettricità dispersa nell’aria che distoglie l’attenzione, ma il morale scende man man che passano i minuti. Un sussulto qua e là, più casuale che ragionato, e la sera si fa notte. Una punizione dal limite schiantata sulla barriera, un mezzo rigore (per loro) non fischiato, un goal annullato e il niente cosmico che nasce, cresce ed esplode al triplice fischio dell’arbitro. 
Siamo sulla strada giusta, diranno poi. Già, ma sulla strada giusta per dove? Me lo chiedo perché mi piacerebbe sarebbe chi siamo e soprattutto dove stiamo andando. O perlomeno dove vorremmo andare. Mi piacerebbe sapere, ma mi sa tanto che rimarrò col dubbio.
Siena - Cuneo 1-1: la pareggite continua a mietere vittime, 4 punti in 4 partite sono un ottimo score per un neopromossa in Serie B. Peccato siamo ancora in Serie C e di conseguenza il bottino è piuttosto scarso ed il bilancio negativo. C’è mancato soltanto il goal, disse il ;ister qualche giorno or sono... Giocando a pallone, ti paresse poco!

Juventus U.23 - Siena: altro giro, altra squadra piemontese. Che in questo girone abbondano come le corna in un paniere di lumache. Io andrei su per giocarmi un pareggino politico. Muovere la classifica un poco alla volta, a piccoli passi come Pollicino. Chi s’accontenta gode, no? E poi volete mettere pareggiare con la Juve?

... tira in porta e marca il gol! (see, vabbè…)


Mirko

2 commenti:

  1. Bellissimo (anche se hai confuso Fabbro com Gliozzi..)

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  2. Bravo Mignani... ottimo pareggino anche oggi… ottimo per la salvezza

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