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venerdì 16 marzo 2018

Il portiere a strisce

Ultimamente questa rubrica è stata oggetto di pezzi troppo seri: credo che occorra immediatamente rimediare! No, in realtà non è vero, o forse sì, ma, dato che non me lo ricordo, la suddetta frase mi sembrava un buon modo per iniziare a presentare il filotto di partite più importante della nostra storia. Che grosso modo è vecchia come un bimbo al secondo anno di scuola materna. Vaccinato o no, decidete voi!

È vero che invecchiando si tende a perdere quel pizzico di esuberanza giovanile che contraddistingue i ventenni, ma non è che possiamo definitivamente abbandonarci alla serietà. A volte è bello anche essere leggeri, come Guberti sulla fascia. A parte quella piccola parentesi di Serie D - mezzo campionato grosso modo, diciamo da dopo il ritorno con la Colligiana, quella partita che per colpa del Torneo di Viareggio pareva non si dovesse giocare mai (che memoria ragazzi!) - nella quale guardammo tutti dall’alto in basso nonostante quegli antipatici di Poggibonsi, lo scrivente non si è mai ritrovato a presentare le partite di una capolista. Ma non una capolista improvvisata del 20 Settembre (che oltre alla data della presa di Porta Pia è anche una famosa piazza di Livorno) degli anni di Bortoluzzi e Simonetta, che dopo aver sparato tre o quattro cartucce nelle prime sei giornate ed aver vinto col Montevarchi, finiva la stagione con la curva vuota o in contestazione (e manco il vaffanculo di Nelso Ricci faceva più notizia). No di certo: questo è un primato marzolino, che, al pari di un figlio, arriva dopo nove mesi di bel calcio, nel quale abbiamo collezionato certezze e messo in fila emozioni. 
Diciamocelo chiaro: per un Siena che vola, occorrerebbe un articolo serio. Ma per un articolo serio ci vorrebbe un articolista (figura mitologica nata dall’unione di un articolato con una alcolista) altrettanto serio. E va a finire che diventa la novella dello stento, tipo "per fare un albero, ci vuole un seme", o roba simile. Anche perché le prossime due partite turbano assai il mio provato stato d’animo, sconvolto dall’emozionalità del primato: vorrei tanto cadere in un sonno profondo come quello della bella addormentata e risvegliarmi martedì sera dopo le 23, magari al dolce suono di un goal di Marotta. Ma francamente se anche segnasse Emmausso mi andrebbe bene lo stesso. E stolto com’è - si scherza, sia ben chiaro - è capace s’inventerebbe di sicuro qualcosa per mettersi nei pasticci.
Visto che giocheremo due volte in pochi giorni lontani da Siena, vorrei innanzitutto rivolgere una preghiera a coloro che decideranno di seguire fisicamente la Robur: evitate nel modo più assoluto il coro: "Anche oggi giochiamo in casa", che poi magari i nostri eroi ci credono davvero e ci combinano qualche troiaio. No, diciamolo chiaro, ripetendolo fino allo sfinimento: si gioca fuori! Anche in Brianza lo devono sapere! Mi raccomando: maglia da trasferta (rigorosamente nera) e spogliatoio degli ospiti. L’unico che dovrà vestirsi di un colore diverso sarà Peter Pane: lo vorrei tanto vedere con la maglia a strisce bianconere ed il numero 1. Mi sono sempre piaciuti quei portieri che all’occasione vestono con la prima maglia o home, come dicono di là dalla Manica. Tanti anni fa mi pare lo fece Mirante contro il Cagliari. È inutile che vi sforziate a ricordare, perdemmo 1-0 con goal di Suazo. Come dite? Forse porta male? Ok, allora, se dobbiamo essere scaramantici, non ne facciamo di nulla. Anche se a pensarci bene mica c’entra niente la fortuna. Anche io una volta baciai una ragazza (per caso) indossando una maglietta falsa dell’Ajax e mi convinsi che bastava quell’indumento a rendermi bello come Johnny Deep. Risultato? Niente di niente nemmeno per sbaglio. Eppure quella maglia in plastica simil sintetica, con la scritta Litmanen sulle spalle poco sopra al numero 10, l’ho portata praticamente dappertutto. Ma la magia non s’è più ricreata. Forse mancava quell’ingrediente magico che stuzzica i poeti. O forse era solo roba di chimica, ormoni o puzzo di sudore. Boh, fatto sta che non ho più creduto alla scaramanzia. Quindi se sabato prossimo vedessi Pasqualone Pasticcione scendere in campo vestito a strisce, sarei tanto contento. Poi però sarebbe giusto che quella maglia finisse in casa mia. Fai te...
Che spettacolo, sono quasi arrivato in fondo al foglio e non ho detto ancora nulla di sensato. Aveva ragione quel vecchio collega che mi diceva: per fare bella figura l’importante è non stare zitti. I nostri politici mi sa che questo insegnamento l’hanno preso alla lettera. Ed infatti parlano, parlano, parlano. E se poi nessuno li capisce, pazienza: c’è sempre il ripescaggio del proporzionale a porre rimedio ai danni dell’uninominale.
Sabato si va a Monza, come Ponza ma con la M, città famosa per il famoso autodromo internazionale recentemente intitolato alla famosa Monaca. Sì, lo ammetto, questa me la potevo risparmiare. Non fa ridere ed è pure piuttosto scontata. Come i vestiti dell’anno prima, nelle vetrine dei negozi subito dopo la befana. Tuttavia il contatore di Word mi sta segnalando che ho già digitato ben 821 parole. Chi non ci crede le conti pure. A tal proposito vi devo confessare un dubbio che mi assilla da anni: ma se un programma di scrittura si chiama Word, perché un programma di gestione dei fogli di lavoro l’hanno chiamato Excel? Non bastava semplicemente Calcolo? Che poi la gente nei curriculum scrive sempre: "Ottima conoscenza del pacchetto Office", ma secondo me mica è vero! Io vorrei proprio metterli alla prova e vedere che ne pensano del conta se o del cerca se. Sì, mi sa che al prossimo colloquio che faccio al malcapitato chiederò qualcosa del genere. Poi magari lui mi darà fuoco alla macchina, ma quello sarà un buon pretesto per non assumerlo. E non credo che la Camusso (che tra l’altro fa rima con Emmausso) potrà dire qualcosa. 
Sono quasi al termine del foglio e per chi ha avuto la pazienza di arrivare fino a qui il supplizio sta per finire. Vi ho rubato qualche minuto della vostra vita che nessuno vi ridarà mai indietro. Ma tanto nel corso di un’intera esistenza se ne butta via sacco: uno più uno meno, che differenza fa? E poi è inutile lamentarsi, perchè da questa vita non ne esce vivo nessuno! Via, è giunta l’ora di Monza - Siena (mi raccomando, non il contrario, sia mai!): forza vecchio cuore bianconero! E almeno una cosa intelligente l’ho scritta!

Monza - Siena: il cuore comincia a battere più forte. Manca ancora una vita alla fine del campionato, ma non ci posso far niente, è più forte di me! Avanti bianconeri, per noi, per la città e per la storia.

Tutti insieme uniti avanzeremo.


Mirko

6 commenti:

  1. Più che a strisce lo vedrei bene con la divisa a righe,da carcerato però. Partita inguardabile oggi.

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  2. Ragazzi come si fa con Pane? Io non ho parole! Per fortuna c' é gente come il Benincasa che pensa che sia tutta colpa della valvolina malefica del pallone...

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  3. Pane secondo me vince il premio di peggior portiere della storia del Siena! Mignani sveglia!

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    1. Se la gioca con quel troiaio di Giampaolo Pinna.

      Cuorenero.

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  4. Crisanto dovrebbe essere santificato! Accettare di fare il secondo a Pane... Io francamente ne sarei traumatizzato...
    Carlino

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