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mercoledì 14 febbraio 2018

Le Sanremelle

Potevamo forse astenerci dal buttar giù un pagellone sull'evento nazional-popolare per eccellenza? Certo che no, ed ecco qua le Sanremelle, pagelle abusate sul Festival abusato.
Con nota preventiva: l’estensore dell’articolo ha visto quasi per intero la prima serata ed i primi minuti della seconda, ma sull’esibizione de Il Volo ha avuto una crisi di rigetto. Le pagelle sono poi state integrate e supervisionate dalla inarrivabile redazione di Wiatutti. Per rispetto degli ultimi, seguiremo l’ordine inverso di arrivo, rispetto alla classifica ufficiale.
20. Elio e le storie tese – “Arrivedorci”.
Perché? Un fine carriera paragonabile alla testata di Zidane nella Finale di Coppa del Mondo 2006. Voto 10 alla testata di Zidane, 2 alla canzone in gara (delusione), 10 con lode alla carriera.

19. Mario Biondi – “Rivederti”.
La voce di Mario Biondi è meravigliosa, ricorda la barzelletta di quello che ha tre palle, va dal medico a farsele togliere una, poi la rivuole indietro e lui gli risponde “E che si fa, leva e metti, leva e metti”. Se la canzone si fosse intitolata "Leva e Metti", avrebbe vinto Sanremo a mani basse. Ma si chiama “Rivederti” ed arriva diciannovesima. Voto 5 (peccato).

18. Roby Facchinetti e Riccardo Fogli – “Il segreto del tempo”.
Il segreto del tempo è che passa. Roby Facchinetti sembra Ennio Doris, quando con il figliolo fa la pubblicità della APP di Banca Mediolanum. Premesso che a me i Pooh stanno sui coglioni da quando si chiamavano AARCH, fa parte della grandezza capire quando è il momento di farsi da parte. E loro grandi non lo sono mai stati. Pietosi. Voto 3 (ma per piacere).

17. Nina Zilli – “Senza appartenere”.
Anche senza pocce. Voto 5 (bel visino però).

16. Decibel – “Lettera dal Duca”.
Riesumati da Sanremo 1980, quando si presentarono con "Contessa", arrivano all’edizione 2018 (Contasse), mantenendo almeno la loro riconoscibilità musicale. Il risultato non è però da strapparsi i capelli, anche perché il buon vecchio Rouge non ne ha più (di capelli). Voto 5,5 (mistero).

15. Red Canzian – “Ognuno ha il suo racconto”.
Ognuno ha il suo racconto, ma del suo ne facevo volentieri a meno. Chiamato a rimpolpare il nutrito drappello proveniente dal museo delle cere di Madame Tusseau, riesce a catturare la mia attenzione per sette secondi, che era il tempo che ci metteva Actarus a passare dalla navicella alla testa di Goldrake e anche l’unico momento in cui era vulnerabile. Dovrebbe assaggiare l’alabarda spaziale. Vegani¡No pasarán! Voto 2 (da vomito).

14. Noemi – “Non smettere mai di cercarmi”.
Anche se la preferivo di gran lunga quando cantava “Che bello è, quando esco di casa per andare allo stadio, a tifare la Robur”, il suo timbro particolare mi risulta gradevole all’udito e ritengo che alla fine sia tra le meno peggio. Voto 7 (vuoto a perdere).

13. Renzo Rubino – “Custodire”.
Io, di Rubino, custodisco il ricordo del gol dell'1-2 al San Paolo. Questo che canta non so manco chi fosse. Non credo di averlo visto. Voto NG (oscuro).

12. Enzo Avitabile e Peppe Servillo – “Il coraggio di ogni giorno”.
Come sopra, Avvitabile mi fa pensare ad un playmobil e il fratello di Tony non lo ricordo. Il brutto è che credo anche di averli ascoltati, ma non ne ho memoria. Voto 6 politico (impalpabili).


11. Le Vibrazioni – “Così sbagliato”.
Con l’immensa scelta di suonerie disponibili, per le vibrazioni sono tempi duri. Se la cavicchiano di mestiere. Voto 5,5 (modalità aereo).

10. Giovanni Caccamo – “Eterno”.
Il fu Felice si presenta senza occhialoni, parruccone rosso e l’immancabile mise in giacca e cravatta azzurra. Canzone rispettabile. Voto 6,5 (uhè).

9. The Kolors – “Frida (mai, mai, mai)”.
Hanno il peccato originale di uscire da un talent di Maria De Filippi, che considero una delle principali - se non la principale - responsabile del decadimento culturale e del livello di pensiero presente in questo paese. Inoltre sono chiaramente un gruppo in quota Gaia, per cui probabilmente mi sfrangeranno i coglioni per la prossima decade e dovrò vedere le loro facce per casa quotidianamente. Inoltre questi cittini, hanno, sicuramente, già trombato più di me. Questo li fa partire un pò di rincorsa, nel mio giudizio. La canzone è di quelle che ti si appiccica addosso, come “Sarà perché ti amo” dei Ricchi e Poveri. Malgrado tutto, meritano oggettivamente la sufficienza. Voto 6,5 (ma fuori da casa mia, però).

8. Diodato e Roy Paci – “Adesso”.
Duo formato da una bestemmia e un pornoattore che racconta barzellette su youtube (non a caso lo strumento usato è la tromba), cantano un brano scritto da Eckhart Tolle. Parafrasando una canzone degli Afterhours, “non riesco a ricordare le loro facce”. Voto 5,5 per la tromba (uomini senza volto).

7. Luca Barbarossa – “Passame er sale”.
La leggenda narra che il titolo della canzone derivi proprio dagli effetti della Dieta di Costanza (notoriamente iposodica), cui il Barbarossa si sottopone dal marzo 1153. La canzone (che non ho sentito) è un bel medley tra la “Società dei Magnaccioni” e “Roma non fa la stupida stasera” e fa tanto Nino Manfredi. Voto 6 (il caffè è un piacere, se non è bono, che piacere è? Se però ce metti er sale, dopo buttalo ar cesso, perché se lo bevi ti orripila tutto il manto).

6. Max Gazzè – “La leggenda di Cristalda e Pizzomunno”.
Da un brano di Terry Gilliam, l’ottimo Max ci racconta una favola che parla di Vieste, so' finite le feste, chi s’è snudato si riveste. Voto 7 (vado al Max).

5. Ornella Vanoni, Bungaro e Pacifico – “Imparare ad amarsi”.
Nell’imparare ad amarsi, uno dei passaggi fondamentali è quello di evitare questa esibizione. Ornellona riprende vita a seguito del disgelo di un ghiacciaio, come Oetzi l’Uomo di Similaun. La leggenda narra che fossero di banco insieme, ma Oetzi aveva fatto la primina, perché era più giovane. Da registrare commenti estatici sui social, che hanno inneggiato alla classe della Vanoni nella sua interpretazione. Ora se penso che questa è una delle donne più volgari mai apparse in tv, oltre che un troione di cartello nella Milano da bere degli anni ’80, mi viene da costatare a che livello di tristezza è arrivato questo paese. Voto 4 alla canzone e 2 ai commenti estatici (dice la notte abbia dormito in un furgone della Bofrost).

4. Ron – “Almeno pensami”.
Ron ha scritto, tra le altre, Joe Temerario, canzone che gli garantisce a vita la piena sufficienza. Non chiedetemi il motivo, perché non lo so nemmeno io. E’ un quattrogiornista della canzone italiana, ma almeno non rompe il cazzo il resto dell’anno. E noi questo lo apprezziamo. Molto. Voto 6,5 (temerario).

3. Annalisa – “Il mondo prima di te”.
A detta della mi' moglie la miglior canzone di Sanremo. E la moglie, per statuto, ha sempre ragione. Voto 7,5 (ma il mondo prima di chi?).

2. Lo Stato Sociale – “Una vita in vacanza”.
Loro sono i miei vincitori di Sanremo. La canzone è in assoluto quella che mi è piaciuta di più. La vecchia vestita da Johnny Knoxville strizza l’occhio alla Scimmia di Gabbani. Bello anche il duetto con Rossi, alto come un bambino e con il Piccolo Coro dell’Antoniano a ribadire un razzismo generazionale, ben presente nelle evoluzioni della nonna volante. Voto 9 (Bravi).

1. Ermal Meta e Fabrizio Moro – “Non mi avete fatto niente”.
La VAR consegna la vittoria al duo Meta - Moro. La canzone non è malaccio, tutto sommato. Anche se personalmente portare un testo “impegnato” a Sanremo è per me appropriato come recitare Bertold Brecht in un casino di un film porno. Voto 7,5 (chi perde non cogliona).



Claudio Baglioni
Appena uscito dalla linea di produzione della Mattel, sarà il compagno di Barbie per i prossimi cinquanta anni. Tutto sommato però il suo è un buon festival e porta a casa il risultato (leggasi ascolti), che è quello per cui era pagato. Voto 7 (da "Avrai" a "L’hai avuta").

Pierfrancesco Favino
Probabilmente il vero trionfatore di Sanremo, provoca copiosi effluvi di liquidi vaginali stando ai commenti di vari miei contatti femminili su Facebook. Mia moglie ha detto che è brutto, ma lei notoriamente non ha gusto. Lui è oggettivamente simpatico e bravo. Eletto a sexsimbol, grazie alla simpatia e all’intelligenza, ci conferma che noi non siamo né intelligenti, né tantomeno simpatici. Voto 9,5 (fastidio e invidia)

Michelle Hunziker
Noi che abbiamo avuto l’imprinting, in piena montata ormonale adolescenziale, del suo posteriore quando reclamizzava l’intimo di Roberta, non possiamo che amarla sempre a imperitura memoria. Uno degli esemplari femminili più gradevoli del creato. Voto 10 con lode e bacio (con la lingua) accademico e pacca sul culo che Weinstein scansati proprio
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3 commenti:

  1. Anche io ho visto poco più di una serata. E mi è bastato. Ho trovato il livello bassissimo. D'altronde è il festival dei reperti archeologici della musica italiana, dei signor nessuno spacciati per "big", di veri e propri casi umani. Già io sopporto poco la "canzonetta" italica (alla radio mi durano tre secondi, il tempo di non andare a battere per cambiare canale e spariscono) ma qui veramente siamo al fondo della botte. I veri "big", (sempre a livello di canzonetta eh) non ci vengono mai. AL massimo come ospiti. Ospiti che quest'anno si son dovuti tutti sorbire una canzone di Baglioni che ha fatto il colpaccio, ha preso i soldi da direttore artistico e ha inserito tutte le sue canzoni nel programma, con conseguente risveglio dei passaggi in radio e vendita di cd.
    Un altro grande difetto dal punto di vista musicale di questo programma è che le canzoni sembrano tutte uguali. Ciò grazie all'orchestra della rai che deve suonare per forza e che riempie ogni canzone di strumenti, soprattutto archi, fino alla saturazione sonora. Infatti, ad esempio, il pezzo dei Decibel sembrava originale e migliore solo perché il volume dell'orchestra era molto più basso e si sentivano gli strumenti del gruppo.
    Mi asterrei volentieri dal commentare le singole esibizioni, voci flebili, altre stonate, dei clamorosi fuori tempo...Concordo comunque con le proporzioni dei voti, anche se io abbasso tutto di due punti...
    Una nota "politica". Una volta Repubblica segava Sanremo e piovevano dalle sue colonne giudizi impietosi. Oggi essendo l'organo del potere, sono tutti diventati politically correct in maniera mielosa, odiosa e acefala. Tutto bello, tutto apprezzabile e dignitoso. Così ha vinto una canzone che parla del terrorismo, (tanto bravini...) canzone che anni fa sarebbero stati loro i primi a denunciare per plagio. E così abbiamo anche assistito al comizio delirante di favino (minuscolo d'obbligo)...
    Rimane di bello solo il nebbioso ricordo del superbo posteriore della svizzera...

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  2. dovevano vincere gli Stato Sociale. Stop.

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