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venerdì 1 dicembre 2017

Il C.U.N.E.O.

Novembre sta lentamente giungendo al termine e la vita dentro al Barre scorre regolare. Per gli abituali clienti di Graziella, ancora emozionata dal concerto di Renato Zero, le giornate si alternano con estenuante monotonia. Freddo e pioggia spingono le persone a rimanersene in casa, davanti al camino o accanto al termosifone incandescente. Subito dopo il tramonto, il mondo appare deserto e disabitato, quasi inospitale.


Solo, come l’ultimo sopravvissuto sulla terra, Pancino risale a passo svelto la ripida via che da casa sua conduce al piccolo slargo asfaltato – né piazza, né strada - sul quale si affaccia il barre. Immerso nei propri pensieri, pare non badare alle nuvolette di vapore bianco che ad ogni respiro disperde nell’aria. Infastidito dal freddo, prova ad aumentare il passo per cercare di coprire il più velocemente possibile la distanza che lo separa dal caldo del locale, trasformando la passeggiata in un buffo trotto sgangherato e privo di coordinazione. Dall’altra parte della strada, immersi nella tiepida atmosfera del barre, Pancino e Maso osservano divertiti il bizzarro incedere dell’amico: -"Bada lì", fa Dante, indicando Pancino con un rapido movimento della testa: "Stronfia pare una locomotiva".
Immerso nella lettura della Gazzetta, Maso sorride impercettibilmente, senza staccare gli occhi dall’articolo che stava leggendo.
"Maso, sono quaranta minuti che sei fermo sulla solita pagina", fa tutto ad un tratto Rino, indicando il giornale con un gesto spazientito. "Tra pochino esce quello novo".
"Ecco bravo", risponde Maso senza nemmeno degnarlo di uno sguardo. "Almeno te lo compri e smetti di rompere i coglioni".
"Vai, ora si ricomincia", pensa fra sé Graziella, lucidando le cromature della nuovissima e fiammante macchina del caffè. E nel veder entrare Pancino, accompagnato da una ventata di aria gelida continua: "Vai, siamo tutti: o butta la pasta".
Guadagnando il centro del locale, Pancino lascia che il tepore ripristini la circolazione periferica nelle mani intorpidite dal gelo, prima di salutare gli amici. "O Dante, com’è?", chiede al professore, dopo aver salutato Graziella con l’occhiolino.
"Mah, come vogliono", risponde il professore. 
"Capirai, si ride per non piange'", aggiunge Maso, richiudendo il giornale, che tra le proteste reteirate di Rino viene immediatamente afferrato da Pancino.
"O Rino sta calmo, ora te la do, dai".
"Che dice la rosea oggi?", contemporaneamente fa Maso. "A proposito Dante, ma domenica scorsa i rospacci con quei cosi gialli con chi l’avevano?".
Il professore, unico esemplare vagamente acculturato del locale, scuote la testa: "Mah, una roba strana di quando quelli che prima erano guelfi diventarono ghibellini per poter litigare coi ghibellini diventati guelfi. Dice di mezzo ci fosse Siena, che venti anni dopo aver spazzolato i fiorentini c’era diventata amica, Firenze, Arezzo, la chiesa, l’imperatore, il favi di Cuna… Dai, lo sai come andavano ‘ste storie! Mazzate, assedi, morti: tanti di noi e tanti di loro e tutti a casa. Le solite cose di sempre, no? Comunque stai sereno Maso: gli aretini non ce l’avevano con te, anche perché unn’eri nemmeno nato nel 1288! O Pancio, ma domenica che si fa? Si va in trasferta?".
"Eh io dico", risponde l’amico incredulo: "Si gioca a Cuneo... vicino". 
Dal fondo della sale, una voce copre le altre, coprendo il brusio: "O Pancio, ma che squadra è il Cuneo?".
Inorgoglito dalla domanda, Pancino sorride tronfio e, accomodandosi sulla sedia girata al contrario, dopo aver appoggiato i gomiti sullo schienale con un gesto teatrale, rientra nei panni del tuttologo di periferia. Ed il racconto si fa subito leggenda…
"Signori miei, domenica prossima è tempo di derby: Brunello contro Barolo, Barbaresco contro Chianti ! Collina contro Langa! Altro che Medioevo! Da dove cominciare? Vediamo. Allora: il Cuneo è la squadra di Cuneo. E fin qui mi pare tutto abbastanza chiaro... Ma non sempre è stato così. Perché tanto tempo fa il Cuneo non giocava in Piemonte, bensì a Roma, in quanto era la squadra del dopolavoro dei dipendenti dell’Agenzia delle Entrate. Cuneo Fiscale si chiamava la società originale, dove la parola C.u.n.e.o. era un acronimo (e dopo vi spiego cosa significa questa parola, duri) della denominazione Calcistica Unione Nazionale Erario Organizzato. Nacque nel 1905 dall’idea di Giancarlo Accisa, direttore generale del Ministero del Tesoro e di sua moglie, la contessa francese Pèrla Carità. Per i primi anni in realtà militò nei campionati locali delle province laziali, prima di trasferirsi su al nord, e diventare quasi per caso la squadra dell’omonima città, scegliendo tra le altre cose di giocare con casacche rosse accese decorate da una gigantesca croce bianca centrale, dal sapore vagamente sabaudo. All’inizio tuttavia i vertici societari non furono contenti della scelta: la Cuneo Fiscale stentava ed il prestigio delle altre compagini piemontesi ne offuscava la visibilità. Tant’è che furono tentati più volte di emigrare verso altre regioni. Essendo una squadra alimentata dai soldi delle tasse, poi, venne pesantemente impoverita dalle due guerre. Nell’indifferenza generale, la lenta agonia della compagine rossocrociata si protrasse fino al 1949, quando poco dopo la tragedia di Superga, nella quale sparì il grande Torino di Valentino Mazzola (quello di Cerchiaia...), dichiarò fallimento. Dalle ceneri di quella squadra ripartì l’attuale AC Cuneo che conosciamo noi e che domenica incontreremo. Il Mister Sandro Tariffa è stato da poco sollevato dal suo incarico, quindi non si sa ancora chi siederà in panchina. Molti francamente sperano nell’arrivo di un commissario: in città circolano insistenti le voci di Derrick o Montalbano. Anche il Tenente Colombo, se non fosse morto, sembrava della partita. Purtroppo la società sembrerebbe di nuovo nel caos, perché i venti gelidi che soffiano sul primo finanziatore e sponsor principale Equitalia non promettono niente di buono. Tanto che anche il main sponsor, il profumo Eau d’I.C.I. starebbe meditando l’addio. Le partite in casa vengono giocate da sempre al Flat Tax Arena di Corso Monviso 21, storico impianto inaugurato nel 1935. Pensate che per onorare l’inaugurazione il Cuneo ne prese otto dal Torino. Come dire: se il buon giorno di vede dal mattino… Giocano in undici con il modulo 3-5-2 - nonostante 3+5+2 faccia dieci, boh! - in mezzo ai pali, a difesa della porta, troviamo Ivan El Pertico Obolo, un omone lungo lungo, generoso e affidabile, sempre pronto a lanciare il cuore oltre all’ostacolo. Sulla linea difensiva, a Okon Irap, marcatore di origine curde con diversi anni di militanza nella seconda serie macedone, vengono spesso affiancati i due giovani Massimo Tributo e Andrea Rastrella. Le fasce sono presidiante da Filippo Malapensione a destra e Marco Portapazienza a sinistra. Nel centro la coppia di incontristi Leonardo Alnetto e Patrizio Delliva sono coadiuvati da Franco Bollo, capitano, stella e regista della squadra piemontese, dai cui piedi nascono tutti i pericoli. Il Cuneo è una squadra che ama i fraseggi corti e gli scambi brevi: come le galline, ama imbastire azioni allevate a terra. L’ariete centrale è il massiccio Gennaro Immobile (cugino del più famoso ed ex bianconero Ciro), mentre a crear scompiglio con i suoi guizzi rapidi e nervosi ci pensa Felice Evado. In panchina, poiché non al meglio della condizione, ma pronto ad entrare nel secondo tempo, siederà Fernando Bogliulo De Auto detto Velox, estroso mancino italo-brasiliano. Che dire, inutile ricordarvi, amici miei, che nonostante la classifica e il momento di difficoltà, il Cuneo è una squadra pungente e fastidiosa, da non sottovalutare per non trovarsi in mutande".

Cuneo - Siena: dopo una serie infinita di partite in casa contro squadre amaranto, torniamo a rimettere il naso fuori Siena, per continuare la marcia ripresa domenica scorsa. Un mese decisivo ci separa dal Natale: nel quale ogni partita ci dirà qualcosa in più circa le sorti della nostra stagione. Avanti Robur!

Tutti insieme uniti avanzeremo!


Mirko

2 commenti:

  1. Ma il Signor Gianni Canone nato a Catodico (TV) come lo vedi come capo-comunicazione del CUNEO?
    Poro Mario

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  2. Interessante la figura del dr. Canone. Se domani non saranno tutti occupati a guidare il gatto delle nevi, ne parlerò alla dirigenza. :)
    Mirko

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