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giovedì 19 ottobre 2017

Calvi

Oggi ripassino di storia. Anche perché, come suol dirsi, repetita iuvant.

Roberto Calvi muore in circostanze misteriose il 18 giugno 1982, impiccato a Londra sotto il Ponte dei Frati Neri (Blackfriars Bridge) sul Tamigi, con alcuni mattoni in tasca, le mani legate dietro la schiena, 15.000 dollari nel portafoglio, un passaporto falso ed un foglio con alcuni nomi di noti industriali, finanzieri e politici.
Calvi, nel 1947, aveva iniziato a lavorare come impiegato presso il Banco Ambrosiano, banca privata strettamente legata allo IOR. In pochi anni, per l'amicizia instaurata con un alto dirigente, Calvi iniziò una rapida scalata ai vertici della banca fino ad arrivare, nel 1975, alla Presidenza.
Da quel momento in poi, Calvi lanciò il Banco Ambrosiano nella grande finanza internazionale. Fondamentali furono i legami con membri della loggia massonica P2 e con importanti esponenti del mondo degli affari, della finanza e della politica. Su spinta di Michele Sindona (da tempo suo socio in affari), nel 1975 entrò anch'egli a far parte della P2.
D'accordo con lo IOR e con l'arcivescovo Paul Marcinkus creò una fitta rete di società fantasma in noti paradisi fiscali e finanziò associazioni tipo Solidarnosc o Contras, in contrasto alla diffusione di ideologie di tipo marxista.
In questa aggressiva attività, ben presto il Banco Ambrosiano si ritrovò a confrontarsi con crescenti crisi di liquidità, fronteggiate tramite immissioni di liquidità da parte di enti parastatali, ai quali furono pagate tangenti poi girate a Craxi e Martelli (tangente ENI).
Nel 1981, scoperte le liste della P2, Calvi fu travolto dallo scandalo. Lasciato solo da Sindona (che non lo perdonava di non aver coperto i buchi delle sue banche), IOR e Vaticano, fu arrestato per reati valutari, processato e condannato.
Messo in libertà provvisoria, per trovare liquidità si affidò a gente come Carboni, Calò, Abbruciati. Ancora una volta tentò l'aiuto dello IOR, che lo respinse.
Da lì la fuga all'estero, fino alla morte a Londra.
La magistratura inglese stabilì, tramite perizia medico-legale, che la sua morte fosse causata da suicidio.  In un secondo processo, si lasciarono aperte le opzioni sia per il suicidio che per l'omicidio.
Anche la magistratura italiana liquidò inizialmente la morte di Calvi come un suicidio. Ma nel 1992, per ammissione del pentito Mannoia, nuove indagini portarono alla riapertura del caso. Furono imputati, fra gli altri, Calò (Cosa Nostra), Carboni (massoneria), Diotallevi (Banda della Magliana), Gelli (P2), Pazienza (Sismi), Casillo (Nuova Camorra Organizzata). Il capo di imputazione del PM così recitava: "Gli imputati, avvalendosi delle organizzazioni di tipo mafioso denominate Cosa nostra e Camorra, cagionavano la morte di Roberto Calvi al fine di: punirlo per essersi impadronito di notevoli quantitativi di denaro appartenenti alle predette organizzazioni; conseguire l'impunità, ottenere e conservare il profitto dei crimini commessi all'impiego e alla sostituzione di denaro di provenienza delittuosa; impedire a Calvi di esercitare il potere ricattatorio nei confronti dei referenti politico-istituzionali della massoneria, della Loggia P2 e dello Ior, con i quali avevano gestito investimenti e finanziamenti di cospicue somme di denaro". Con sentenze del 2007 e del 2010 la Corte di Assise di Roma dichiarava innocenti tutti gli imputati. Ma interessanti sono le motivazioni, in cui si scrive: "Roberto Calvi è stato ammazzato, non si è ucciso... Lo sforzo della pubblica accusa consegna comunque un’ipotesi storica dell’assassinio difficilmente sormontabile: una parte del Vaticano, ma non tutto il Vaticano; una parte di Cosa Nostra, ma non tutta Cosa Nostra; una parte della massoneria, ma non tutta la massoneria, e in una parola, la contiguità tra i soli livelli apicali in una fase strategica di politica estera, che ha bruciato capitali, che secondo i pentiti, erano di provenienza mafiosa. Di più non è stato possibile fare".
Una postilla, in merito alla strana morte di Calvi. Qualche autore (Franceschetti, Pinotti) parla apertamente di "omicidio massonico", eseguito attraverso precisi rituali. Ricordando anche che i Frati Neri sono identificabili generalmente con i frati domenicani (in ragione della cappa nera che portano), ma anche con una presunta Loggia massonica, molto potente ed influente.

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