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venerdì 1 settembre 2017

Il VARrangiate

Nemmeno il tempo per soffermarci un secondo a festeggiare la convincente vittoria della Robur nella prima partita di campionato - che da quest’anno, per la grande gioia di tutti noi nostalgici dei tempi che furono, amanti dell’esame di maturità in sessantesimi, delle 50.000 lire rosa col faccione del Gian Lorenzo Bernini spalmato sopra e delle Fiat Uno Turbo, si richiama Serie C - che è già tempo di una nuova sfida.
Sotto col Pisa, come una calda domenica di aprile di 17 anni fa. E il cuore fa bum!
Agosto è finito, la campagna abbonamenti è finita, il calciomercato è finito. Di questo passo mi sento finito anch’io. E pensando alla mia povera auto ferma in officina, forse si sente finita pure lei. L’esercito del VAR piano piano si rimette in moto per affrontare un nuovo anno ricco di sfide, dubbi, incognite e mutui da restituire. Non riesco ancora a capire perché tra tutti i debitori milionari del poro Monte, i soldi li debba ridare solo io. E sai, con me so’ anche pignoli! Ogni sei mesi battono cassa. Ma faranno così anche con chi ha preso carrettate di euri? No, perché i mia in compenso sembrano du’ spiccioli.
Le ferie passate sono ormai un ricordo mentre le prossime sembrano un miraggio. In Serie A, categoria adesso lontana anni luce da noi, come Alpha Centauri dalla terra, tutti non fanno che parlare della Video Assistenza, sistema diabolico che permetterà di eliminare tutti i torti arbitrali (ma tutti tutti…), le sviste e gli arrosti, a vantaggio della spettacolo, della correttezza e dell’onestà (ah, se potesse essere retroattivo, che bellezza…). Anche se poi, a pensarci bene, a noi esseri umani è l’imperfezione che ci intriga. Perché, diciamocelo chiaro, le cose perfette alla lunga annoiano. E poi che vita sarebbe senza il ricordo di Maicon che ci segna all'85° pur essendo dieci metri in fuorigioco? Il VAR della Serie A mi sembra il bidello stronzo del piano di sopra, quello che vedeva tutto e correva a spifferarlo al professore. Ma non a quello di ginnastica, no no, al vice preside. Fumavi al bagno di nascosto? Ti vedeva. Toccavi il culo a quella fica di quarta geometri? Ti vedeva. Attaccavi la cingomma sotto al banco? Ti vedeva. E quando ti coglieva sul fatto, non aveva nemmeno bisogno di disegnare nell’aria un rettangolo immaginario (oddio, mi sembrano strulli gli arbitri quando fanno quel verso) per far capire di aver visto. Ti chiamava per cognome, spesso con chiaro accento del Sud, e annuendo con la testa, sorrideva. VAR: Visto! Adesso Riferisco. Certo era solo un prototipo umanoide primitivo rispetto a quello attuale, ma rompeva benissimo i coglioni lo stesso. L’Uefa c’ha messo trenta anni per capirlo e copiarlo.
Le grandi invenzioni tuttavia sono quelle che trovano larga diffusione nella vita reale, poiché riescono a cambiarla, diventando rapidamente indispensabili. Penso al bidè, ai telefonini con le emoticon e ai biscotti senza olio di palma. Penso al Comune di Siena e al suo VAR municipale piazzato a Colle Malamerenda e mi incupisco ancora di più. VAR municipale che oltre all’instant replay ha a disposizione anche la ‘Goal Line Tecnology’: di qua dalla riga hai ancora diversi eurini nel portafoglio, di là l’hai persi. Per sempre. E già lo vedo il vigile che, al fresco del suo ufficio, legge ad alta voce il nome del malcapitato proprietario dell’auto ritratta nella foto e annuendo con la testa dice: "Vi Abbiamo Rovinato". Le situazioni cambiano, la storia si ripete, ma a prenderlo nel culo tocca sempre ai soliti.
Ma in fondo, che ce ne frega? Anche noi di Serie C, che per le nostre mamme siamo comunque belli come se giocassimo in A (e a tal proposito vorrei sentire la madre di D’Ambrosio cosa ne pensa, perché secondo me al gemello nostro non lo invita più nemmeno a cena) abbiamo il nostro piccolo conforto. Peccato solo che essendo di terza serie, non abbia avuto la pubblicità che meritava; perché presto il ‘VARrangiate’ sconvolgerà il nostro quotidiano, ribaltandolo. Ma esso non servirà per farci fischiare qualche rigore in più o farci togliere qualche fallo. Niente di tutto ciò. Esso permetterà all’uomo medio di entrare in possesso della conoscenza assoluta. Ovunque! Nel bagno dell’ufficio c’è chi finisce la carta igienica e non sostituisce mai il rotolo? In casa la scatola dei biscotti vuota agonizza per settimane nel mobile di cucina senza che nessuno dica “ho mangiato l’ultimo”? In spiaggia il culo della vicina di ombrellone attira un po’ troppe occhiate e la moglie del guardone ha bisogno di una prova della lussuria del proprio coniuge? Ecco, da qui in avanti il VARrangiate modello Serie C ci seguirà come un'ombra, registrando tutto. Da oggi in poi tutto sarà tracciato: rutti, caccole e scorregge verranno immediatamente messi al bando in tutti gli stati della Comunità Europea. All’esclamare della frase: "Chi l’ha guardati i video porno col computer di casa, beccando otto virus?", arriverà implacabile la testimonianza digitale per incastrare il colpevole. Niente più serate al night di nascosto, niente più canne o doppi aperitivi con la scusa che ‘è il bicchiere di prima’. Ma non saranno solo rese e fiori. Intere categorie di balordi saranno duramente colpiti. Gli omini che all’ingresso dello stadio arraffano venti copie de “Il Fedelissimo” per stenderle tutte sul seggiolino a mo’ di lenzuolo troveranno finalmente pane per le loro dentiere. In curva coloro che spippolano con il cellulare, fregandosene della partita per seguire le gesta di Cutrone, saranno finalmente spazzati via. "Te non cantavi!". "Non è vero". "Come no: t'ho visto. Guarda!". E giù manate! Il VARrangiate sarà un piccolo prezzo da pagare per essere moderni e all’avanguardia. Come le antenne dei telefonini che ci ammazzeranno lentamente, lasciandoci tuttavia quattro tacche di segnale per condividere il dolore.

Pisa - Siena: sotto la torre pendente la Robur di Ponte, già forse mezza agonizzante, raggiunse il punto più alto della propria stagione, cogliendo un successo importante, che scaldò il cuore dei tifosi e per qualche minuto restituì un lampo di speranza dopo anni di travagli, ansie e fallimenti. Adesso è il momento di riprendere quel cammino troppo prematuramente interrotto dalla “Furia Pontificia” e riportare la gente allo stadio. Ridiamo dignità a questa tifoseria, a questa gente e a questa città. Perché la rinascita di Siena può e deve passare anche dalla Robur.

Tutti uniti insieme avanzeremo



Mirko

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